Martedì 23 Aprile 2024

Escape room, il fenomeno game che conquista tutti. Anche il mercato

Nato nel 2007 dall'idea di un giapponese, il settore è in espansione. Le regole? Risolvere indovinelli per uscire da una stanza chiusa

Il film 'Escape room' del 2019

Il film 'Escape room' del 2019

Ogni regola ha le sue eccezioni. Compresa quella in base alla quale nel dopo pandemia niente è meglio di godersi gli ampi spazi e l’aria aperta. Lo dimostra il fatto che di questi tempi un settore in fiorente crescita è quello delle escape room: stanze blindate, senza finestre, con pochi spazi nei quali muoversi e molti lucchetti da dover aprire per riuscire a mettersi in salvo. Vincendo la partita.

Le regole

Il gioco è semplice. Si fa per dire. Nel senso che le regole sono poche e chiare: non serve usare la forza o entrare in gioco sfruttando conoscenze pregresse sull’argomento. Serve semplicemente restare a mente fredda per risolvere uno dopo l’altro bizzarri e arguti indovinelli che comportano osservazioni di dettagli, decriptazione di enigmi, intuizioni e, ovviamente, forte spirito di squadra. Il tutto (possibilmente) senza perdere la calma e sfruttando al meglio ogni secondo disponibile. Perché il tempo è di 60 minuti (a volte 90, ma nei casi di quelle più complesse, perché qui non regala niente nessuno, soprattutto quando si è prigionieri dentro a quattro mura…), dopo di che le luci si riaccendono e le porte si aprono. E chi non è riuscito ad arrivare fino in fondo, può magari riprovare la prossima volta.

Le ambientazioni

L’aspetto coreografico fa la differenza, soprattutto per chi è più avvezzo al genere e che per divertirsi appieno richiede di essere davvero calato in un contesto realistico. Il che non vuol dire che la scenografia metta paura, anche perché la maggior parte delle esperienze sono consigliate anche a famiglie con bambini. Resta però il fatto che l’adrenalina non è soltanto questione di trovare la combinazione giusta a un lucchetto con cinque cifre, quanto piuttosto di scrutare palmo a palmo le pietre di una tomba egizia piuttosto che di un vecchio maniero solo apparentemente abbandonato. Ed ecco che qui si apre un ventaglio di opzioni per tutti i gusti, le età e le aspettative. I più piccoli possono cimentarsi con temi avventurosi, i più smaliziati hanno a disposizione pure rievocazioni delle stanze modello ‘Cinquanta sfumature’. Senza dimenticare che i fantasmi e i serial killer non passano mai di moda. Il tocco in più lo può infine dare l’ambientazione esterna: che dire dell’escape room tematizzata in stile gran ballo di corte a due passi dalla Reggia di Caserta, o di quella che riprende i cunicoli della Napoli sotterranea?

Le origini

L’idea è venuta al giapponese Takao Kato, nel 2007, che ha creato i primi enigmi sfruttando le location più disparate, allargandone velocemente la portata. Il modello ha avuto immediato successo, sbarcando negli Stati Uniti, dove è diventato un cult, e anche in Europa, Italia compresa. Nel nostro Paese le nuove aperture sono costanti, come è costante l’implementazione delle ambientazioni. Perché, e qui arriviamo al nocciolo del business, la chiave sta nel convincere gli ospiti a tornare, rimettendosi in gioco in uno scenario differente.

Chi partecipa

La ricetta del successo sta nel rendere l’avventura il più appetibile possibile a un ampio ventaglio di pubblico: dunque ecco le proposte per festeggiare occasioni speciali, dai compleanni agli addii al celibato o al nubilato, senza dimenticare i team building aziendali.

I costi

Per il pubblico le cifre variano principalmente a seconda della durata dell’esperienza e del numero di giocatori che compongono una squadra: in più si è, più la somma pro capite scende. Una cifra mediamente indicativa può variare tra i 20 e i 25 euro a persona. Salvo extra. E l’extra più gettonato in una sfida contro il cronometro, è il tempo aggiuntivo. Sei quasi arrivato in fondo? Con un supplemento puoi tentare il colpo di reni finale.

Investimenti necessari

La considerazione più diffusa presentando questo tipo di attività riguarda il fatto che per partire non servono ingenti capitali. Il costo principale riguarda l’affitto dei locali, perché poi in effetti la coreografia non richiede impegni faraonici e lo stesso dicasi per gli oggetti cardine del gioco: chiavi e lucchetti. Non è però da sottovalutare l’aspetto legato alla sicurezza, dalle telecamere che tengono costantemente monitorato ogni angolo delle stanze, per consentire agli operatori di interagire col pubblico e anche di intervenire in caso di problemi, fino ai meccanismi che devono garantire l’immediata apertura dei varchi se dovessero verificarsi situazioni di emergenza di qualunque tipo. Ovviamente molto dipende dal numero di stanze che si decide di allestire e dal luogo in cui ci si presenta al pubblico: i costi possono partire da circa 30.000 euro, crescendo però anche oltre i 100.000. Rivolgendosi a franchising che curano già l’aspetto promozionale e hanno condizioni studiate ad hoc, l’importo può essere limato in maniera più o meno significativa.

I ritorni economici

In tempi di crisi investire in una escape room può essere una soluzione? Qualunque impresa ha i suoi rischi e le sue opportunità. Le verità scritte non esistono, però se l’attività viene ben avviata e il flusso di visitatori si mantiene buono, gli introiti non mancano. Citando i costi del biglietto e considerando che generalmente i gruppi sono formati da almeno tre o quattro persone (non mancano le coppie, ma nemmeno le maxi comitive), gli incassi legati a ogni stanza possono granatiere introiti di diverse migliaia di euro al mese.  

 

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