Erasmus, si riparte! Tutte le novità per chi va a studiare all'estero

Il progetto lanciato nel 1987 dalla Commissione europea non è stato infiacchito nemmeno dalla pandemia. Aumentano gli istituti italiani coinvolti nel programma e il plafond disponibile

Studenti

Studenti

Ha un’età media di 23 anni (25 se aderisce a un programma di tirocinio) e nel 59% dei casi si tratta di una donna. Una percentuale, quest’ultima, che sale al 63% se l’obiettivo della mobilità è uno stage in azienda: è l’identikit dello studente o studentessa che decide di partire dal nostro Paese per vivere un’esperienza di mobilità Erasmus. Dal 2014 a oggi se ne contano circa 250mila. Lanciato nel 1987 dalla Commissione europea, il programma Erasmus non è stato infiacchito neppure dalla pandemia, anzi. Secondo i dati forniti dall’agenzia nazionale Erasmus+ Indire - cui è affidata la gestione delle azioni decentrate previste dall’iniziativa europea - nel 2022 i flussi in uscita per ragioni di studio o tirocinio sono prontamente tornati ad aumentare (+39% la partecipazione studentesca rispetto al 2021). Un incremento favorito anche dalla crescita dei finanziamenti, passati dai 74,5 milioni di euro del 2021 ai 105,7 del 2022: il volume complessivo delle mobilità finanziate per studenti, docenti e staff ammonta così a 45.180, contro le 33.116 del 2021.

Erasmus, l'anno della svolta: boom di partenze

Gli altri numeri del 2022

Delle oltre 45mila esperienze di mobilità finanziate per il 2022, 40.163 hanno interessato gli studenti (erano 28.800 nel 2021) e sono ripartite, a loro volta, tra quelle per finalità di studio (30.988) e quelle per tirocinio all’estero (9.175). Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Campania e Veneto sono le regioni in cui si registra il maggior numero di partenze, tanto da aggiudicarsi il 56% dei fondi a disposizione. Quanto ai singoli Atenei, a ricevere i finanziamenti più cospicui sono l’università di Bologna (7,2 milioni di euro), quella di Padova (5,1 milioni) e La Sapienza di Roma (4,5 milioni). Sospesa nel 2021 per l’emergenza Covid, è ripartita di slancio anche la mobilità verso i Paesi extraeuropei, che ha segnato un +21,7% di partenze – di docenti, studenti e staff – rispetto al 2020. Sono sempre più numerosi, inoltre, i Paesi di provenienza e destinazione: quest’anno compaiono infatti per la prima volta, fra gli altri, Bhutan, Madagascar, Libano e Mongolia.

Le destinazioni nella top ten

Dopo l’uscita del Regno Unito causa Brexit, le mete in cima alle preferenze per gli studenti Erasmus italiani sono Spagna, Francia, Germania e Portogallo; il tempo di permanenza medio è di sei mesi. Anche per lo svolgimento di tirocini e stage aziendali le preferenze sono pressoché invariate, la permanenza media scende però a tre mesi. L’amore è decisamente ricambiato: se guardiamo infatti alla mobilità in entrata, ovvero agli studenti stranieri che scelgono l’Italia per il periodo di mobilità Erasmus (circa 188mila nel periodo compreso fra 2014 e 2020), i più numerosi sono proprio spagnoli, tedeschi e francesi, seguiti da polacchi e turchi.

Prospettive future

Gli istituti italiani attualmente coinvolti nel programma Erasmus sono 263 – tra Atenei, Politecnici, Scuole di alta formazione artistica e musicale, etc – ma nel 2023 dovrebbero aggiungersene altri 64, per un totale di 327. È una delle novità che si preannunciano per il bando 2023, di prossima pubblicazione: l’altra sarebbe l’ulteriore aumento del plafond disponibile, che dovrebbe raggiungere quota 110 milioni solo per il nostro Paese (sui 139 complessivamente disponibili). Si auspica, infine, un rilancio dei progetti di cooperazione nell’ambito dell’istruzione superiore, che nel 2022 sono scesi da 41 a 25 e rappresentano l’unico dato negativo in un contesto di spiccata ripresa.