"Il totale passaggio verso un unico vettore, cioè l’elettrico, è una follia assoluta, perché riduciamo la flessibilità, aumentiamo i costi, con investimenti infrastrutturali enormi, e rischiamo grossi black-out". Lo ha detto Giuseppe Ricci, direttore trasformazione industriale dell’Eni, in occasione della posa della prima pietra della bioraffineria di Livorno che affiancherà gli impianti tradizionali. Ricci ha spiegato che l’elettrico "non tocca comunque l’economia della bioraffineria, perché ci sono dei settori dei trasporti, come quelli pesanti su gomma, quello marittimo e il trasporto aereo, che sono veramente difficili da elettrificare".
Eni non intende quindi abbandonare la produzione di carburanti per motori termici, ma innovare con prodotti a più basso impatto e di recupero. Ad esempio la bioraffineria utilizzerà anche l’olio alimentare esausto (come quello della patatine fritte) cogliendo un duplice obiettivo: smaltire un rifiuto e avere a disposizione materia prima per il biocarburante.
La bioraffineria di Livorno, dopo quelle a Porto Marghera (Venezia) e a Gela, utilizzerà la tecnologia Ecofining per trattare materie prime di scarto, residui agroalimentari e oli vegetali non in competizione con la filiera alimentare e realizzare biocarburanti HVO per il trasporto su gomma, aereo e anche marino e ferroviario. Gli impianti di Livorno saranno operativi entro il 2026 e avranno una capacità produttiva di 500mila tonnellate/anno. I nuovi impianti rappresentano il percorso di trasformazione industriale e decarbonizzazione avviato da Eni, proprio con la conversione della prima raffineria al mondo in bioraffineria, a Venezia, oltre dieci anni fa.
Anche Livorno ha una lunga tradizione nell’industria dei carburanti. La raffineria di Livorno fu una delle prime a essere costruite dall’Anic (Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili), nel 1936: gli impianti vennero inaugurati nel novembre 1938, e avviati alla produzione con 65mila tonnellate grezzo proveniente dai Balcani. Distrutta completamente durante il secondo conflitto mondiale, venne inaugurata nel 1953 come raffineria Stanic e poi ammodernata più volte. Ieri, oltre alla posa della prima pietra della bioraffineria, con una cerimonia sono stati ricordati gli 85 anni degli impianti.
Luca Filippi