Mercoledì 24 Aprile 2024

Energie rinnovabili: nel 2022 boom di autorizzazioni

Via libera a progetti per oltre 5mila megawatt contro una media di 800 degli ultimi anni. Nel primo semestre del 2022 sono stati costruiti 1.211 megawatt di nuova capacità: 168% in più rispetto al 2021

A dispetto di tutti i pronostici, nel 2022 c’è stata una decisa accelerazione nei procedimenti per dare il via libera agli impianti rinnovabili. Dopo anni durante i quali non si è riusciti a costruire più di 800-900 megawatt di capacità, quest’anno in totale sono stati autorizzati progetti per oltre 5mila megawatt. Come riporta il Sole 24 Ore, dal primo gennaio la Commissione "Valutazione impatto ambientale" del ministero della Transizione ecologica, ha sbloccato impianti a energia pulita per 2.600 megawatt, mentre l’omonima Commissione nata per decidere sui soli progetti compresi nel Pnrr e nel Pnciec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima) ne ha approvati per 2.500 megawatt, oltre a 700 megawatt di accumuli energetici.

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1.211 megawatt di nuova capacità

Sempre questo secondo comitato ha esaminato ben 8.700 megawatt di progetti di impianti eolici in mare. A sostegno di questi dati ci sono anche i numeri raccolti dall’Osservatorio Anie Rinnovabili, che riunisce le imprese di produzione degli impianti: nel primo semestre di quest’anno sono stati costruiti 1.211 megawatt di nuova capacità, il 168% in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Numeri impressionanti, soprattutto in confronto con quanto fatto negli ultimi anni, ma che sono lontani dall’obiettivo dichiarato da più parti di realizzare 20mila megawatt di centrali solari ed eoliche all’anno.

Assegnato il 18% degli incentivi

Di recente, un segnale di rallentamento è arrivato anche dalle aste per assegnare gli incentivi ai nuovi impianti green. A inizio ottobre, il Gestore dei servizi energetici (Gse) ha pubblicato i risultati della "nona gara": solo il 18% degli incentivi su un totale di 2.857 di megawattora è stato assegnato. Tornando agli impianti che sono stati approvati dai diversi comitati, la Commissione speciale dedicata ai progetti Pnrr-Pitesai (il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, che disciplina tra l’altro le zone nelle quali è consentita la coltivazione di idrocarburi) istituita il 18 gennaio ha emanato pareri positivi per circa 80 progetti. Di questi, circa 15 riguardano linee ferroviarie e 50 sono impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Infine, altri dodici pareri emessi sono analisi preliminari per centrali eoliche da costruire in alto mare.

Tre impianti in Puglia e Sardegna

Una precisazione: questi ultimi dodici progetti non sono stati sottoposti alla procedura di autorizzazione canonica, ma solo ad un esame preliminare, in cui i proponenti non si impegnano subito nell’investimento. Il timore che i progetti vengano bloccati dai diversi comitati per il no è infatti molto alto. Tra gli impianti più importanti, ce ne sono tre al largo della costa pugliese, da Barletta fino a Santa Maria di Leuca, e tre impianti gemelli di Repower nel Canale di Sardegna e nello Ionio di fronte alla costa siciliana e nel mare davanti alla provincia di Crotone. C’è poi un progetto per un sistema di accumulo da 270 megawatt in Basilicata proposto da Edison.

Tempistiche accelerate

Va detto che non solo le Commissioni "Valutazione di impatto ambientale" hanno accelerato. Infatti, spesso accade che dopo l’autorizzazione dei comitati istituiti presso il ministero della Transizione ecologica il progetto si incagli davanti al ministero della Cultura, dove vengono esaminate le opposizioni delle sovrintendenze. La risoluzione del contrasto tra i due ministeri viene affidata al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (Dica) della Presidenza del Consiglio. Quest’organo raccoglie le informazioni rilevanti e prepara un testo con i risultati dell’istruttoria da sottoporre al Consiglio dei Ministri. Solo quest’anno, il Cdm ha sbloccato 32 impianti di fonti rinnovabili, per 1.600 megawatt complessivi. Insomma, anche grazie ad alcune recenti novità, come la Commissione dedicata esclusivamente ai progetti Pnrr, la rinomata lentezza della burocrazia italiana sembra essere stata scalfita. Almeno nel settore dell’energia rinnovabile.