Sabato 14 Giugno 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Energia illimitata? L’Europa scommette sulla fusione nucleare con Proxima Fusion

Con un investimento record da 130 milioni di euro, parte la corsa alla prima centrale commerciale al mondo

Proxima Fusion ottiene 130 milioni per sviluppare la prima centrale a fusione commerciale con tecnologia Stellarator entro il 2030

Proxima Fusion ottiene 130 milioni per sviluppare la prima centrale a fusione commerciale con tecnologia Stellarator entro il 2030

È un giorno storico per la scienza e per la tecnologia dell’energia. La startup europea Proxima Fusion, spin-off dell’Istituto Max Planck per la Fisica del Plasma (IPP), ha annunciato la chiusura di un round di finanziamento Serie A da 130 milioni di euro (150 milioni di dollari), il più importante mai registrato in Europa per una realtà privata del settore della fusione nucleare.

L’obiettivo? Costruire, entro la prossima decade, la prima centrale a fusione commerciale al mondo basata su tecnologia stellarator, un avanzatissimo sistema di confinamento magnetico del plasma, considerato uno dei candidati più promettenti per generare energia pulita, sicura e virtualmente illimitata.

I fondi, i partner e la visione industriale

Il round è stato guidato dai fondi Cherry Ventures e Balderton Capital, con la partecipazione di investitori di peso come UVC Partners, Plural, DeepTech & Climate Fonds, HTGF, Leitmotif, OMNES Capital, Elaia, Lightspeed, Visionaries Tomorrow, Wilbe, redalpine e il Club degli Investitori. Con questa nuova iniezione di capitale, il totale raccolto da Proxima Fusion supera i 185 milioni di euro, inclusi fondi pubblici e privati.

Secondo Francesco Sciortino, CEO e co-fondatore, “la fusione non è più un sogno futuristico, ma un’opportunità strategica concreta per affrancarsi dalla dipendenza dai combustibili fossili e conquistare una leadership tecnologica globale”.

Cos’è un stellarator e perché è diverso dai tokamak

Mentre gran parte della ricerca mondiale si è concentrata sui reattori tokamak (come l’ITER), il progetto di Proxima Fusion si basa su un’altra architettura: il stellarator. Più complesso da costruire ma potenzialmente più stabile e continuo nel funzionamento, lo stellarator offre alcuni vantaggi chiave: • Funzionamento continuo (non pulsato) • Maggiore stabilità del plasma • Minori rischi di interruzioni improvvise (disruption)

L’azienda si avvale delle recenti scoperte dello stellarator Wendelstein 7-X (W7-X), sviluppato proprio dall’IPP, e ha recentemente presentato Stellaris, il primo concetto al mondo di stellarator scientificamente validato, che integra fisica, ingegneria e manutenzione.

Dalla teoria all’industria: i prossimi passi

Proxima Fusion punta ora a realizzare due obiettivi chiave entro il 2031:

1. SMC – Stellarator Model Coil (entro il 2027) Un dimostratore hardware fondamentale per validare la tecnologia dei superconduttori ad alta temperatura (HTS) applicati agli stellarator.

2. Alpha – Il primo dimostratore operativo (entro il 2031) Sarà il primo stellarator a dimostrare un guadagno netto di energia (Q>1), ovvero a produrre più energia di quanta ne consumi.

L’azienda sta già valutando diverse località in Europa per costruire Alpha e continuerà ad espandere il proprio team, che oggi conta oltre 80 persone tra Monaco, Zurigo e Oxford.

L’Europa verso la sovranità energetica

Proxima Fusion non è solo una scommessa tecnologica, ma un’iniziativa strategica continentale. La fusione è stata identificata dalla Commissione Europea e da governi nazionali (Germania, Francia, Italia, Regno Unito) come una tecnologia chiave per: • la sovranità energetica dell’UE • la decarbonizzazione dell’industria • la leadership nella transizione energetica globale

“Stiamo assistendo a una transizione epocale: dall’energia del laboratorio all’ingegneria industriale”, ha sottolineato Sciortino, enfatizzando come la fusione non sia più solo un sogno scientifico, ma una sfida ingegneristica concreta.

Talenti globali per una sfida globale

Proxima Fusion ha attratto alcuni dei migliori talenti da istituzioni e aziende come il MIT, Harvard, Tesla, SpaceX e McLaren, costruendo un team multidisciplinare di scienziati, ingegneri e operatori capaci di affrontare una delle sfide tecnologiche più ardite del nostro tempo.

“La fusione è la frontiera estrema della deep tech”, ha dichiarato Filip Dames (Cherry Ventures), “e Proxima è la dimostrazione che l’Europa può non solo partecipare, ma guidare questa rivoluzione”.

La corsa alla fusione è iniziata. E l’Europa è in prima linea

Con la chiusura del round Series A da 130 milioni di euro, Proxima Fusion si afferma come leader europeo nella corsa alla fusione commerciale. La sua visione è ambiziosa, ma il potenziale è immenso: offrire al mondo un’energia pulita, sicura, illimitata e a impatto zero.

Se riuscirà, non solo avrà trasformato la scienza in tecnologia industriale, ma avrà ridefinito il futuro energetico del nostro pianeta.