Mercoledì 24 Aprile 2024

Enel investe 40 miliardi e accelera su Open Fiber

Presentato il Piano strategico al 2023. Starace sul dossier fibra: "La cessione è questione di settimane"

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di Alessandro Farruggia

"Ci aspetta un futuro luminoso. Il mondo va verso l’elettricità e ci troviamo dalla parte vincente della transizione energetica". Non usa perifrasi l’ad e direttore generale di Enel, Francesco Starace nella presentazione del Piano strategico 2021-2023. Enel conferma la linea tenuta in questi anni, accelera gli obiettivi di crescita delle rinnovabili e di riduzione delle emissioni di CO2, anticipa l’uscita dal carbone al 2027 (ma il 2025 in Italia) e cambia la politica dei dividendi. Nel triennio Enel propone di investire 40 miliardi, e 160 nei 10 anni. Da qui al 2030, 70 miliardi andranno alle rinnovabili che, raggiunta una capacità installata di 60 GW nel 2023 (+33%), nel 2030 toccheranno i ben 120 GW, pari a 2,7 volte la capacità di generazione attuale, e copriranno oltre l’80% del totale.

Nel Piano strategico 2021-2023 Enel a livello di gruppo prevede che l’Ebitda ordinario si collochi fra 20,7 e 21,3 miliardi di euro nel 2023, con un utile netto ordinario fra i 6,5 e i 6,7 miliardi di euro nel 2023 e una politica di dividendi fissi, garantiti e crescenti nei prossimi tre anni, con un obiettivo di 0,43 euroazione al 2023, che si traduce in un Cagr del 7% circa.

"In Italia – ha detto il chief finacial officer Alberto De Paoli – investiremo 14 miliardi nei prossimi 3 anni". La borsa gradisce (+2,6%), grazie al nuovo piano e alla possibile vendita della quota in Open Fiber.

Già, Open Fiber. Starace ha detto che la vendita del 50% di Enel "è questione di settimane: daremo l’annuncio quando l’accordo sarà fatto. La trattativa con il fondo Macquarie è alla fine ma non c’è pressione. É una grande opportunità".

"Abbiamo fatto bene a far partire Open Fiber. Se non ci fosse stata – ha sottolineato l’ad di Enel – non ci sarebbe stata neanche una rete unica. O meglio ci sarebbe la rete unica che è quella che avevamo, cioè una rete che non portava fibra da nessuna parte. Open Fiber ha generato un valore enorme e senza Open Fiber l’Italia sarebbe all’ultimo posto della classifica europea, adesso sta a metà e si sta spostando ai primi posti".

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