Emergenza salari, Meloni: "Poche risorse". Sindacati pronti alla piazza

La premier: "Richieste sensate, ma non potevamo fare di più. Il cuneo fiscale nostra priorità". Cgil e Uil: scioperi territoriali e regionali dal 12 al 16 dicembre. La Cisl cerca la mediazione

Maurizio Landini ieri all’uscita di palazzo Chigi dopo l’incontro col governo (Ansa)

Maurizio Landini ieri all’uscita di palazzo Chigi dopo l’incontro col governo (Ansa)

E' Maurizio Landini ad avvisare che "noi tutti all’incontro abbiamo espresso la nostra completa solidarietà alla presidente del Consiglio. Lo abbiamo fatto pubblicamente, al tavolo davanti anche ai ministri. Condanniamo tutte le forme di minacce che sono assolutamente inaccettabili". Ma, come si dice, a parte la solidarietà collettiva per gli attacchi violenti a Giorgia Meloni e alla figlia, tra il governo e la Cgil e Uil è muro contro muro sulla manovra. Tant’è che sia il numero uno di Corso d’Italia sia il segretario generale della Uil, Pier Paolo Bombardieri, rilanciano la mobilitazione dal 12 al 16 dicembre, con scioperi territoriali e regionali. Mentre solo il leader della Cisl, Luigi Sbarra, si muove lungo la via della mediazione: "Servono profonde modifiche – incalza – ma rileviamo la grande disponibilità del governo anche ad attivare tavoli tematici".

In realtà, la stessa premier fa capire senza mezzi termini che i margini di intervento sulle differenti voci e sui molteplici fronti sollevati dal sindacato sono esigui. E, d’altra parte, con i due terzi della legge di Bilancio dedicati al caro-energia c’è ben poco da trattare. "Ci sono molte proposte sensate – incalza – ma spetta al governo la responsabilità di fare delle scelte e se mettessimo in fila tutte le richieste non ci sarebbero le risorse per fare tutto". Non solo. C’è anche qualche apertura, su Opzione donna o rivalutazione delle pensioni, e principalmente sul taglio del cuneo fiscale: "Noi abbiamo fatto scelte di emergenza ma siamo assolutamente d’accordo sul tema del taglio del costo lavoro: è una nostra priorità, sarei felicissima anch’io di poter fare di più".

Aperture sì, ma con le risorse ridotte al minimo. Dunque, poco da fare. Di sicuro, però, la premier difende i segnali dati sul Reddito di cittadinanza, il Pos, la flat tax. "Non c’è lassismo sull’evasione – avvisa–- La flat tax non crea discriminazione tra i lavoratori. Il voucher non deve diventare uno strumento per sottopagare i lavoratori".

I vertici di Cgil e Uil non ci stano: chiedono di più per i salari e, dunque, sul taglio del cuneo (riduzione di 5 punti), sollecitano un cambio di rotta sulle rivalutazioni delle pensioni e su Opzione donna, come anche sugli interventi per il Reddito di cittadinanza e gli extra-profitti. Non vogliono sentire parlare di aumento del tetto al contante, flat tax, cambio di regole per il Pos, voucher. "La premier – spiega Bombardieri – ha detto che condivide alcune riflessioni, in particolare sui voucher e opzione donna. Sulla questione fiscale non le condivide. È stata data disponibilità ad aprire una serie di tavoli e di confronti ma con i tavoli non si pagano le bollette e non si mangia". E Landini, a sua volta, insiste: "Le risposte del governo hanno confermato profonde distanze sul fisco e sulla precarietà. È necessario proseguire la mobilitazione e richiedere modifiche profonde ad una manovra che rischia di impoverire ulteriormente le persone". Mentre Sbarra, pur chiedendo "profonde modifiche", fa capire di puntare sui tavoli che l’esecutivo intende aprire da gennaio: "Il 12 di gennaio ci sarà un tavolo al ministero del Lavoro su lavoro e sicurezza. Il 19 gennaio partirà il confronto politico sul sistema della previdenza e delle pensioni. E sempre a gennaio partirà un tavolo su politica industriale e aiuti e imprese, mentre il Ministro Giorgetti a inizio anno convocherà un confronto su come rafforzare la tassazione sugli extraprofitti".

Alla fine lo schema è quello dello scorso anno rispetto a Mario Draghi, con Landini e Bombardieri a scegliere la via dello sciopero e Sbarra quella del dialogo e delle assemblee. Ma, a fare la differenza, è in contesto politico: questa volta dai 5 Stelle al Pd, sono tutti pronti a scendere in piazza con Cgil e Uil.