Embargo sul petrolio russo, la partita di Orban e le contromosse di Draghi

Sanzioni Ue, stop all'import del greggio via mare entro 8 mesi. Zelensky ringrazia: "Decine di miliardi di euro in meno per Mosca"

Roma, 31 maggio 2022 - Mini accordo al vertice Ue su un embargo del petrolio "graduale" per la Russia, che via mare scatterà tra 8 mesi, fanno sapere stasera fonti di Bruxelles, e con alcune (significative) eccezioni: tra 18 mesi per la Repubblica Ceca e fino al 2024 per la Bulgaria

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Così i 27 del Consiglio europeo hanno raggiunto questa notte un compromesso sul sesto pacchetto di sanzioni a Mosca nell'ambito della guerra in Ucraina. Un'intesa che sicuramente piace a Orban, con l'Ungheria tra i beneficari delle deroghe, e allo stesso tempo sembra soddisfare anche i big europei. E l'Italia? Secondo il premier Draghi il nostro Paese non esce penalizzato dalla partita, ma anzi porta a casa un prezioso "riferimento esplicito" da parte della Commissione sulla fattibilità di un tetto al prezzo del gas. Nel frattempo, sui mercati prosegue inesorabile la corsa del prezzo del greggio.

Emmanuel Macron con Mario Draghi e Charles Michel (Ansa)
Emmanuel Macron con Mario Draghi e Charles Michel (Ansa)

Sommario

L'accordo in Ue

In estrema sintesi, l'accordo sull'embargo al petrolio di Mosca prevede lo stop entro fine anno a tutte le importazioni di greggio (il 75% del totale), a esclusione di quello che arriva in Ue attraverso l'oleodotto "Druzhba" (il restante 25%). Una deroga che riguarda due Paesi: Repubblica Ceca (alimentate dalla sezione Sud del Druzhba) e Bulgaria. Polonia e Germania (dove arriva la sezione Nord dell'oleodotto) di fatto, non si avvarranno di questa eccezione e, anzi, lavoreranno fin da subito alla chiusura del ramo settentrionale dell'oleodotto. 

L'Italia

Intesa raggiunta, quindi, manca solo l'approvazione del Consiglio che pare ora poco più di una formalità. Le tensioni tra i 27 sul tema, tuttavia, sono lungi dall'essere risolte.  Nel corso della cena di ieri sera tra i leader, all'11esimo piano dell'Europa building, il premier italiano Mario Draghi era stato chiaro: "Dobbiamo mantenere unità sulle sanzioni. L'Italia è d'accordo sul pacchetto, purché non ci siano squilibri tra gli Stati membri". Il timore è che i termini dell'intesa possano avvantaggiare chi beneficia della deroga a discapito degli altri Paesi.

Nel pomeriggio il presidente del Consiglio in conferenza stampa si dice "abbastanza soddisfatto" del vertice europeo, definendo l'accordo sul petriolio "un successo completo della Ue, non credibile fino a qualche giorno fa". E puntualizza che l"'Italia non esce penalizzata dall'intesa, anche per noi l'obbligo di non importare petrolio russo scatterà alla fine dell'anno, e quindi saremo come tutti gli altri".

Anzi, sottolinea Draghi, nei lavori del consiglio europeo straordinario "siamo stati accontentati". Nel testo finale "c'è un riferimento molto esplitico al tetto sul prezzo sul fatto che la Commissione ora ha ufficialmente avuto mandato per studiare la fattibilità del tetto sul prezzo del gas e anche su altre questioni". Secondo il premier il massimo impatto delle sanzioni si avrà "questa estate"

Draghi sposa in pieno la linea europea, con le dichiarazioni trionfalistiche del rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell, che ha parlato di "grande passo avanti della Ue"e di "dimostrazione di unità" da parte dei 27. Per  cancelliere tedesco Olaf Scholz le nuove sanzioni sono drastiche.

Von der Leyen

"Abbiamo delle dichiarazioni politiche della Germania e della Polonia secondo cui elimineranno progressivamente tutto il petrolio russo entro la fine dell'anno", ha ricordato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen durante la conferenza stampa al termine della prima giornata del vertice. In questo modo, hanno sottolineato sia von der Leyen che il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, il petrolio colpito dalle sanzioni arriverà a circa il 90% delle importazioni di greggio dalla Russia. "Il restante 10%, che riguarda la sezione Sud dell'oleodotto Druzhba, è esente dalle sanzioni. Ma torneremo su questo punto non appena possibile", ha aggiunto la presidente della Commissione.

Bruxelles prende tempo, consapevole che senza eccezioni l'accordo non sarebbe arrivato. Ai giornalisti che chiedevano che cosa significhi "non appena possibile" per l'Ungheria, e se il compromesso non sia di fatto una deroga illimitata dalle sanzioni, von der Leyen ha spiegato che "si sta lavorando all'aumento della capacità di un oleodotto che parte dalla Grecia, per sostituire il petrolio russo del Druzhba Sud che arriva in Ungheria. Saranno necessari degli investimenti per farlo e ci vorranno fra i 25 e i 60 giorni, un tempo tutto sommato ragionevole".  "E poi - ha concluso - bisognerà riconvertire le raffinerie perché il petrolio proveniente dall'Adriatico è diverso da quello russo". Nessun indicazione sui tempi di uscita dalle deroghe, insomma. 

Orban

Festeggia l'accordo (e la deroga) il premier ungherese Viktor Orban. "Noi siamo esenti", dice a tarda notte. Ha ottenuto ciò che voleva, anche se Bruxelles insiste sulla "temporaneità" dell'eccezione. Che non ha però un termine chiaro. Non c'è una data di fine deroga, per il momento. Budapest porta a casa anche le garanzie che aveva chiesto "nel caso che accadesse un incidente nel percorso dell'oleodotto in Ucraina", con interruzione del flusso di petrolio russo verso il suo paese. "In caso di improvvise interruzioni delle forniture, saranno introdotte misure di emergenza per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti", si legge nelle conclusioni del Consiglio europeo.

Una formula molto più chiara e determinata di quella che era stata proposta nella bozza (una semplice richiesta dei leader dei Ventisette al Consiglio Ue di assicurare "la solidarietà fra gli Stati membri in caso di improvvisa interruzione delle forniture").

Il saluto di Orban alla premier estone Kaja Kallas. Di spalle Mario Draghi (Ansa)
Il saluto di Orban alla premier estone Kaja Kallas. Di spalle Mario Draghi (Ansa)

Zelensky ringrazia

"Infine, abbiamo i dettagli del sesto pacchetto di sanzioni dell'Unione europea contro la Russia per questa guerra. Gli elementi chiave del pacchetto sono già chiari e, soprattutto, la sua direzione. I Paesi europei hanno deciso di limitare in modo significativo le importazioni di petrolio dalla Russia. E sono grato a tutti coloro che hanno lavorato per raggiungere questo accordo". Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto intervento video serale, diffuso su Telegram. "Il risultato pratico è decine di miliardi di euro in meno, che la Russia non potrà ora utilizzare per finanziare il terrorismo", ha aggiunto.

Il petrolio sul mercato

Sui mercati, intanto, continua inarrestabile la corsa del greggio. E l'accordo raggiunto dai Ventisette sull'embargo sembra spingere ulteriormente l'oro nero. Il greggio questa mattina viaggiava in netto rialzo: il Brent è trattato a 123,32 dollari al barile, in rialzo dell'1,36%, riaggiornando i livelli massimi toccati negli ultimi 2 mesi. Il Wti è a 118,57 dollari al barile con un progresso del 3,04%.