Caro Bollette: in Italia sono aumentate di più che nel resto d'Europa

Secondo Confartigianato, ad agosto i prezzi energetici sono cresciuti del 76,4% contro il 51,9% dell’Eurozona. Nel frattempo, ieri ha comunicato che le tariffe per l'elettricità saliranno del 56% a partire da ottobre

Nuovi aumenti in bolletta

Nuovi aumenti in bolletta

A certificare l’emergenza energetica per le famiglie ci ha pensato Arera, che nel suo ultimo aggiornamento trimestrale ha comunicato che le bollette dell’elettricità aumenteranno del 56% a partire dal primo ottobre. Un salasso vero e proprio che va a colpire gli oltre 10 milioni di clienti (su quasi 30 totali) che si trovano ancora nel servizio di maggior tutela. Per una famiglia tipo, ovvero con consumi medi annui di 2.700 kilowattora, i rincari del 2022 si traducono in un conto da 1.322 euro, più del doppio dei 632 euro pagati nel 2021. E tutto questo nonostante i numerosi decreti varati dal governo. Provvedimenti necessari, sia chiaro, ma non certo sufficienti.

Per scongiurare un raddoppio delle tariffe, Arera, l'Autorità di regolazione per l’energia, è stata costretta a un intervento straordinario, con cui ha rinviato il recupero della differenza tra i prezzi preventivati per lo scorso trimestre e i costi di approvvigionamento sostenuti dalle aziende. Nel frattempo in Germania il governo ha attivato il “Fondo per la stabilizzazione dell’economia”, uno scudo da 200 miliardi di euro destinati a calmierare i prezzi dell’energia per famiglie e imprese. Varato per far fronte alle conseguenze economiche dei lockdown durante la pandemia, il fondo servirà adesso da argine contro la crisi energetica. A queste risorse, vanno aggiunti i 95 miliardi, divisi in tre pacchetti, che il governo guidato dal cancelliere socialdemocratico, Scholz, ha stanziato quest’anno per dare ossigeno all’economia tedesca, stretta nella morsa del caro energia. Quasi 300 miliardi di euro contro i 65 messi sul piatto da Palazzo Chigi. Certo, l’economia tedesca è circa due volte più grande di quella italiana. Tuttavia, non va dimenticato che, finora, l’Italia è stato tra i Paesi più colpiti dalla crisi energetica. Secondo l’ufficio studi di Confartigianato, ad agosto la crescita dei prezzi è spinta dall’energia più che altrove.

L’inflazione energetica, infatti, ad agosto è stata pari al 45,4%, 6,9 punti superiore al 38,6% dell’Eurozona. Nel dettaglio, i prezzi di elettricità, gas e altri combustibili in Italia sono aumentati del 76,4%, ben 24,5 punti in più rispetto al 51,9% dell’Eurozona. E gli altri Paesi? La crescita è a tre cifre per i Paesi bassi con +151,4% ed Estonia con 145,1%. Seguono Lituania, dove si registra un aumento del 95,6%, la Lettonia con l’86,2% e l’Italia con, appunto, il 76,4%. Una crescita superiore a quella degli altri grandi Stati europei. In Spagna l’indice ha registrato un incremento del 54,3%, in Francia del 23% e in Germania del 46%. Sul totale della voce presa in esame da Confartigianato la spesa in energia elettrica pesa per 48,2%, il  gas per il 46,2% e gli altri combustibili – gasolio per riscaldamento e combustibili solidi, come carbone e pellet – per il restante 5,6%.

Tornando all’Italia, la situazione è piuttosto variegata a seconda delle regioni. La crescita più elevata dei prezzi di energia elettrica, gas e altri combustibili si registra in Trentino-Alto Adige con il 115,7%, seguito da Umbria con 86,5%, Abruzzo con 85,1%, Toscana con 83,7%, Marche con 80,8% e Molise con 80,6%. Numeri elevati ma più contenuti in Liguria con (+63,8%), Campania (68,0%), Calabria (68,3%) e Piemonte (68,6%). Venendo alle province, i tassi di crescita più alti dei prezzi che finiscono nelle bollette di elettricità e gas si riscontrano a Bolzano con un aumento del 117,5% e a Trento (+116,7%). Seguono con tassi superiori all’80% Perugia (86,8%), Teramo (86,6%), Massa-Carrara (84,6%), Lucca (84,5%), Grosseto (84%), Livorno (83,9%), Firenze (83,8%), Bologna (83,5%), Catania (82,7%), Modena (80,9%) e Ancona (80,7%). All’opposto dinamiche relativamente più contenute si registrano a Cagliari (66,4%), Sassari (64,7%), Imperia e La Spezia entrambe (64,5%) e Genova (63,4%).