Effetto lockdown su colf e badanti Aumentano le regolarizzazioni

In crescita del 7,5% i contributi nel 2020. Ma il sindacato avverte:. "Livelli ancora bassi"

ROMA

Pandemia e lockdown hanno prodotto effetti positivi sulla regolarizzazione di colf, badanti e baby sitter. Grazie soprattutto alla necessità di avere contratti regolari per consentire ai lavoratori di spostarsi liberamente nei periodi delle restrizioni da Covid, nel 2020 i contributi versati all’Inps per i lavoratori domestici hanno registrato un incremento del 7,5%. In particolare, lo scorso anno i lavoratori domestici per i quali sono stati registrati versamenti contributivi all’Inps sono saliti a 920.722 dagli 848.987 del 2019.

Un andamento che fa registrare per questa categoria livelli occupazionali precedenti il 2015, interrompendo una tendenza costantemente decrescente iniziata nel 2013. E l’Osservatorio dell’Inps spiega che due sono gli elementi che hanno maggiormente influenzato l’incremento: in primis il lockdown seguito alla prima ondata di Covid e poi la norma che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari contenuta nel dl Rilancio, "che ha interessato prevalentemente i lavoratori stranieri e i cui effetti probabilmente si estenderanno anche al 2021". Ma l’Assindatcolf avverte che se anche il lavoro regolare è cresciuto rispetto ai livelli pre covid, tuttavia non è riuscito a superare il milione di addetti. E l’Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico si sarebbe aspettata "un incremento ben maggiore e soprattutto relativo alla componente straniera", come ha osservato il presidente Andrea Zini.

Secondo l’Inps, nel 2020 la distribuzione in base al luogo di lavoro indica che il Nord-Ovest è l’area geografica che, con il 30,2%, presenta il maggior numero di presenze tra colf e badanti, seguita dal Centro con il 27,3%, dal Nord-Est con il 20,3%, dal Sud con il 12,7% e dalle Isole con l’9,5%.

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