Dalla banca al promotore: la consulenza ha cambiato pelle

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DAGLI investimenti in azioni, fondi o Etf ai piani previdenziali fino alle polizze vita e alle successioni patrimoniali, oggi si parla sempre più spesso di consulenza finanziaria. Una consulenza che può essere fornita dall’operatore bancario allo sportello, dal promotore finanziario o private banker delle reti piuttosto che dall’agente assicurativo o da quelli che oggi si definiscono consulenti indipendenti remunerati, come il commercialista o l’avvocato, con una parcella rispetto invece ai consulenti di banche, reti o compagnie assicurative per cui è prevista la cosiddetta "retrocessione" sul collocamento dei prodotti finanziari. Dentro il grande mondo della consulenza finanziaria si nascondono decine di figure professionali e specializzazioni che riportano al consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede, al consulente autonomo-indipendente, alle SCF, Società di consulenza finanziaria e al family office. Proprio "L’evoluzione della consulenza finanziaria in Italia", è il tema del webinar che, giovedì 17 marzo dalle 18 alle 19, all’interno del calendario della quinta settimana di YouFinance Investi Bene, vedrà come relatore Michele Clementi, docente di Analisi Tecnica dei mercati finanziari e Laboratorio di Trading Game all’Università di Bologna.

Durante il webinar, Clementi, oltre a spiegare tutte le modalità della consulenza finanziaria, approfondirà anche l’impatto dell’intelligenza artificiale e del metaverso nel rapporto tra consulente e cliente. E quali sono le possibili evoluzioni e quali consulenti e prodotti finanziari avranno maggiori possibilità di sopravvivere al cambiamento. Senza dare un giudizio se sia meglio la consulenza indipendente o quella offerta da chi appartiene a una banca o una rete – dipende dal rapporto con il cliente, dalle sue conoscenze finanziarie e dal suo patrimonio per cui diventa competitiva, nel mercato mass market, anche l’offerta delle Poste – per Clementi esiste comunque un bisogno e una richiesta di consulenza. Soprattutto in tempi difficili come questi, con gli impatti sui mercati della guerra in Ucraina, dove è più difficile gestire i propri risparmi da soli, con il rischio che aumenti la componente negativa dell’emotività che porta spesso a scelte sbagliate.

Del resto, ricorda Clementi, anche il singolo risparmiatore che gestisce in proprio i propri investimenti, guardando i dati della Consob, mostra una maggiore consapevolezza, al di là del livello raggiunto nell’educazione finanziaria – purtroppo ancora troppo basso nel nostro Paese- se decide le scelte in famiglia piuttosto che si tratti di un single. Quindi è fondamentale il rapporto di fiducia con gli altri, e nella fattispecie con il consulente finanziario. Non a caso, aggiunge Clementi, secondo i sondaggi il giudizio sull’indice di fiducia verso la propria banca, scelta spesso perché vicina a casa o al luogo di lavoro, è mediamente più basso rispetto poi a quello di soddisfazione.

Achille Perego