Commodity, prezzi alle stelle: torna la voglia di beni rifugio

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LA CORSA dei prezzi delle materie prime, dal petrolio al gas, dal grano ai metalli preziosi, con in testa il bene rifugio l’oro, era già cominciata con la ripresa post-Covid, la scarsità dell’offerta rispetto alla domanda e gli accaparramenti (a cominciare da quelli effettuati dalla Cina) ma la guerra in Ucraina ne ha accelerato, e moltissimo, la velocità. Con punte record per molte materie prime le cui quotazioni hanno raggiunto veri e propri livelli da primato. Così è quantomai d’attualità il tema "Gli impatti geopolitici e scenari sul mercato delle commodity" del webinar in programma mercoledì 16 marzo dalle 17 alle 18 all’interno della quinta settimana di YouFinance Investi Bene. Una grande occasione di formazione e informazione, organizzata da QN Economia & Lavoro e Traderlink, aperta a chi vuole investire eo operare sui mercati – sia già esperto o neofita del trading online – o più semplicemente conoscere e capire le regole dell’economia e della finanza.

Protagonista del webinar sarà Carlo Vallotto (nella foto in basso), analista tecnico economicofinanziario, trader indipendente e formatore con esperienza pluridecennale dei mercati finanziari, valutari e mercati delle commodities, con particolare riferimento ai metalli preziosi.

Quali saranno gli argomenti principali che affronterà nel suo webinar?

"Parlerò a tutto campo delle materie prime – risponde Vallotto –. Quindi nel settore dell’energia petrolio e gas naturale ma anche dell’oro piuttosto che dell’argento o di platino e palladio, metalli fondamentali per l’industria automobilistica. Ma anche delle materie prime agricole come grano, mais e frumento, un mercato dove pesa enormemente la produzione di Russia e Ucraina che fanno parte della top ten dei fornitori mondiali".

La Russia ha un ruolo significativo, e fondamentale per l’Europa, anche per le forniture di gas e petrolio?

"Certamente e considerando la produzione dei Paesi che rientrano sotto la sua influenza come Uzbekistan e Kazakistan, le sanzioni decise dai Paesi occidentali contro Mosca, tra cui il blocco dei pagamenti attraverso il circuito Swift, che per esempio impedisce alla Russia di pagare i noli delle navi per il trasporto del greggio, sta facendo mancare 7 milioni di barili al giorno di petrolio. Una quota che difficilmente può essere sostituita dagli altri produttori".

Non a caso le quotazioni del petrolio sono arrivate fino ai 130 dollari al barile: un record?

"No, perché il massimo di 140 dollari fu toccato nel 2008. Ma ci siamo andati vicino. E da record sono anche le quotazioni del gas naturale sul mercato europeo, dipendente dalle forniture russe. Mercato slegato però dalle quotazioni finanziarie internazionali che registrano prezzi molto più contenuti. Quel che è certo è che stiamo vivendo una situazione anomala dei mercati delle materie prime che non si era mai vista nei libri di storia".

La guerra in Ucraina ha fatto ripartire anche i prezzi dei cereali?

"Le quotazioni di grano, mais, frumento, soia, erano già andate in tensione durante la pandemia per la diminuzione dei raccolti dovuta anche alla mancanza di manodopera. La guerra ha esacerbato la situazione trovando terreno fertile in un mercato già surriscaldato e con le inevitabili conseguenze che questi rincari, insieme con quelli dell’energia, hanno sull’inflazione".

A correre però, in un clima d’incertezza creato dall’invasione russa in Ucraina, sono anche le quotazioni dell’oro?

"Succede sempre in fasi come questa e non a caso l’oro, bene rifugio per eccellenza, è tornato ai picchi di circa 2070 dollari l’oncia toccati nell’agosto del 2020, con un prezzo che ha superato i 60 euro al grammo. Una corsa che ha trascinato al rialzo anche le quotazioni dell’argento arrivate fino ai 27 dollari l’oncia. Ma ancora più elevati sono stati gli incrementi di prezzo di metalli come il palladio e il platino mentre è ripreso a salire anche il prezzo del rame".

Finirà questa corsa?

"Se nel breve, tenendo anche conto dell’evoluzione positiva o negativa del conflitto ucraino, ci si aspetta molta volatilità, credo che nel lungo periodo l’oro sia destinato ad avere una traiettoria di crescita abbastanza elevata".

Il consiglio, quindi, per chi vuole diversificare inserendo nel portafogli anche l’oro è di investire gradualmente, con piani di accumulo mensili, preferendo l’oro fisico (monete e lingotti) e, nel caso di prodotti finanziari, privilegiando gli Etc, strumenti che a loro volta investono in oro fisico. Per quanto riguarda invece le altre materie prime, a partire da petrolio e gas, questo è il momento di restare alla finestra e semmai incassare una parte delle plusvalenze realizzate sui precedenti investimenti.