
Giovanni Spadolini (1925-1994), è stato presidente del Consiglio dal 1981 al 1982
Roma, 5 maggio 2025 – Sulla strada da seguire sono tutti d’accordo: è necessaria una nuova legge quadro per rilanciare l’editoria e che affronti i nodi di un settore che riveste un ruolo cruciale per l’economia e la tenuta democratica del Paese. Un intervento di sistema che vada oltre i pur importanti provvedimenti-tampone degli ultimi anni, garantendo stabilità e continuità finanziaria agli interventi di sostegno, oltre a regole certe in grado di contrastare la concorrenza sleale dei big della rete. È attorno a queste riflessioni che si è sviluppata la giornata di studio promossa ieri a Roma dalle fondazioni “Paolo Murialdi” e “Spadolini Nuova Antologia”. E, non a caso, proprio la legge dell’ex presidente del Consiglio, la 416 del 1981, che il prossimo 5 agosto compirà 44 anni, è stata più volte richiamata negli interventi moderati dal giornalista Stefano Folli.
All’epoca, la legge Spadolini rappresentò una svolta nel settore dei media, costretto a fare i conti con una crisi endemica tra l’aumento dei prezzi e un Paese fortemente scosso dalle pressioni della politica. Ora la situazione è completamente diversa: negli ultimi 25 anni c’è stata una rivoluzione colossale, ha fatto notare il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti. Con la stessa lungimiranza di Spadolini è necessario, perciò, allargare lo sguardo a “tutta la filiera” per individuare “le soluzioni utili per il rilancio del settore”. “Bisogna avere stabilità finanziaria per pianificare gli investimenti e fissare regole precise per i social e i big della rete”, ha aggiunto Riffeser Monti.
Il riferimento è ai grandi operatori del web che “cannibalizzano” le notizie e fanno gli editori, senza avere le stesse responsabilità, gli stessi oneri, le stesse tassazioni e gli stessi vincoli degli editori tradizionali. Una concorrenza sleale che andrebbe combattuta destinando al sostegno dell’editoria gran parte dei 500 milioni che ogni anno lo Stato incassa dalla Digital Service Tax. Il governo si è mosso nella direzione giusta, ma ora occorre uno scatto in avanti del Parlamento. È necessario un intervento – sostiene Riffeser – che superi gli steccati dei partiti e metta insieme tutti i tasselli di un settore stravolto dai rapidi cambiamenti indotti dall’innovazione tecnologica e dalle dinamiche del mercato. Stiamo parlando di un settore vitale non solo dal punto di vista economico, ma anche per la difesa di un diritto costituzionale come quello della libertà di espressione.
“Il nodo è quello di governare il cambiamento”, ha spiegato Alessandra Costante, presidente della Fnsi. “Servono leggi adeguate ai nostri tempi e risorse certe, con parametri chiari ma elastici, per garantire la sopravvivenza di un settore che resta pilastro della democrazia”.