Venerdì 19 Aprile 2024

L'economia in Italia non migliora? Falso (in gran parte). Il fact checking

Crescita, debito, lavoro, produttività: i numeri

Economia, il fact checking sui numeri dell'Italia (foto iStock)

Economia, il fact checking sui numeri dell'Italia (foto iStock)

Bologna, 20 novembre 2017 - Il vice presidente della Commissione Ue, Jyrki Katainen, sostiene: tutti possono vedere dai numeri che la situazione in Italia non migliora. Un'affermazione in gran parte falsa.

CRESCITA - Nel terzo trimestre, certifica l'Istat, il Pil dell'Italia è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente (variazione congiunturale) e dell'1,8% rispetto allo stesso trimestre 2016 (variazione tendenziale). Il tasso di crescita è in accelerazione rispetto a quello registrato nel 2016 (+0,9%) ed è il più alto da sei anni. La variazione congiunturale è stata maggiore che in Gb e Olanda (+0,4%) e pari a quellla della Francia. Dal punto di vista tendenziale, resta il divario con la media Ue (+2,3%) ma la forbice di crescita del nostro Paese rispetto agli altri si restringe. Dunque, è falso affermare che i numeri non sono migliorati.

DEBITO - Risale, a settembre, il debito pubblico italiano. La Banca d'Italia rileva che è  pari a 2.283,7 miliardi, in aumento di 4,4 miliardi rispetto al mese precedente quando aveva registrato un ribasso di 21,3 miliardi. La Commissione Ue punta il dito sul saldo strutturale (l'indicatore che esprime la situazione dei conti pubblici coerente con il prodotto potenziale dell'economia, ossia al netto della componente ciclica e delle misure di bilancio una tantum) che peggiora: nel 2017 aumenta di 0,4 punti, invece di migliorare di 0,6%. Con un impatto diretto sul debito e sui conti 2018. La precedente lettera Ue, inviata a ottobre, ricordava che la manovra 2018 prevede una riduzione del saldo strutturale di 0,3%, ma la Commissione, una volta ricalcolato lo sforzo con i parametri europei, vede solo uno 0,2%. Inoltre, le previsioni economiche hanno certificato che nel 2018 il saldo strutturale migliorerà soltanto dello 0,1%. Per arrivare allo 0,3% indicato dal Governo manca quindi uno 0,2%, circa tre miliardi. La situazione per il momento non migliora.

LAVORO - L'Istat fotografa una dinamica positiva del mercato del lavoro stimando un aumento dell’occupazione sia nell’anno corrente (+1,2% in termini di unità di lavoro) sia nel 2018 (+1,1%) contribuendo ad una progressiva diminuzione del tasso di disoccupazione: rispettivamente 11,2% e 10,9% nei due anni rispetto all’11,7% del 2016. Un miglioramento lieve che ci lascia ancora distamti dalla media europea: a settembre, secondo Eurostat, segnava il 7,5%. Un solco ancora più evidente se si considera la disoccupazione giovanile: 35,7% contro 18,7%. I numeri sono, dunque, migliorati solo in parte.

PRODUTTIVITA' - Diminuisce la produttività del lavoro in Italia, che da oltre vent’anni ha una crescita inferiore rispetto alla media europea. Nel 2016, rileva Istat, la produttività totale dei fattori è diminuita dello 0,4%, dopo gli aumenti registrati sia nel periodo 2009-2014 sia nel 2015. Inoltre, è decisamente inferiore alla media Ue (1,6%). In questo caso, è corretto dire che i numeri non sono migliorati.

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