Martedì 23 Aprile 2024

E-commerce, boom delle vendite be to be fra imprese. Ecco cosa sta succedendo

Lo sviluppo dello shopping online si sta orientando anche per gli scambi e gli acquisti fra le aziende

La fulgida era dello shopping online cucito a misura del cliente, pare ovvio dirlo, non è certo finita. Anzi, considerate le cifre che i colossi del settore mettono a bilancio ogni anno per tracciare profili di potenziali acquirenti e indicizzare i Big Data su scala globale, parrebbe appena cominciata.

E-commerce
E-commerce

Ma, detto questo, la tendenza che sta piano piano rivoluzionando la galassia del commercio digitale, stando ai numeri dell'ultimo Osservatorio B2B Digital Commerce di Netcomm, è un'altra: quella del 'business to business' via etere. Lasciando per un attimo da parte le strategie dei mastodontici player stranieri come Amazon e Alibaba (la ricerca di cui parliamo è riferita all'Italia), è dunque ormai chiaro che il cosiddetto e-commerce non vada più letto soltanto in verticale e che il peso delle transazioni orizzontali, fra azienda e azienda, sia diventato un fattore. Secondo i dati raccolti da quel Consorzio del Commercio Digitale Italiano che da oltre un ventennio raggruppa oltre 450 imprese nostrane di ogni dimensione, infatti, ben “il 61% delle aziende italiane ha attività eCommerce B2B con proprio sito o su marketplace”, per un sonoro +11,7% su quanto rilevato nel 2021. A valle di un cambio di rotta al quale ha chiaramente contribuito pure la pandemia e secondo una dinamica orientata in oltre un terzo dei casi (34%, in crescita di dieci punti percentuali anno su anno) proprio sulle grandi piattaforme condivise. Tra il 39% che non ha ancora adottato soluzioni di eCommerce B2B, poi, “il 13% degli intervistati intende svilupparle nei prossimi 12 mesi” (contro un dato del 2021 che non arrivava a quota 7%). Mentre il peso specifico medio di questo canale di vendita sui ricavi totali, sempre per lo studio condotto da Netcomm su un campione di 400 imprese da oltre 2 milioni di fatturato, “si attesta intorno all’11%, anche se è prevista una crescita di 14 punti percentuali nel giro di tre anni”. Ed è sulla base di questa futura ulteriore crescita che il presidente del consorzio con sede a Milano, Roberto Liscia, individua nella “possibilità di fidelizzare il cliente attraverso il miglioramento e l’innovazione del servizio offerto” la prima motivazione “che spinge le aziende alla digitalizzazione delle transazioni commerciali B2B”. Del resto l'impennata è talmente visibile da avere “superato persino le ragioni legate all’ampliamento del mercato verso nuove aree geografiche”, dimostrando “una maggiore maturità nel percorso di crescita del commercio B2B, che si trova oggi in una fase di maggiore attenzione rispetto alle diverse opportunità legate all’approdo online e all’utilizzo dei molteplici servizi digitali”. E superando in buona misura, quindi, anche “alcuni freni legati principalmente alla percezione di un’elevata complessità del progetto e ai timori di uno scarso ritorno in termini di vantaggi”. Con l'obiettivo credibile di “un 25% di quota media di fatturato dalle vendite digitali da qui al 2025”. Questo anche se, a ben guardare, i limiti culturali e materiali di ieri non sono certo scomparsi dalla sera alla mattina. Ma il fatto che solo il 27% delle aziende italiane abbia già affrontato un processo di digitalizzazione a 360 gradi (definito 'heavy digital') è tutto sommato ben bilanciato dal già citato 34% di soggetti che rientrano almeno nella definizione di 'eCommerce oriented'. Ossia coloro i quali hanno basato buona parte delle proprie strategie di vendita sull'e-commerce (8 su 10 da sito proprio e 3 su 10 attraverso un marketplace) pur non completando ancora la virata sul digitale della produzione e dei processi gestionali. Ed è qui, tra chi si è visto in qualche modo costretto dalla piaga del Covid (+33% delle aperture di negozi immateriali nei mesi scanditi dal bollettino sanitario delle 18.30) a investire su nuovi strumenti e nuove professionalità, che sta il bacino del potenziale nuovo balzo in avanti. Infatti, questa la chiosa dell'analisi di Netcomm, “quel 26% di aziende che ha assunto personale dedicato alle nuove attività B2B con i canali digitali” nei prossimi 12 mesi “si concentrerà primariamente su servizi di formazione e consulenza, ma anche sullo sviluppo di contenuti di digital marketing e su un proprio eCommerce diretto”. Gettando un altro seme in un solco che pare già ben scavato.

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