Giovedì 18 Aprile 2024

E i banchieri sono i nuovi paperoni

Nonostante la crisi gli stipendi dei ceo raggiungono cifre stratosferiche

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Parla inglese lo zio Paperone degli amministratori delegati delle grandi banche e assicurazioni europee. Si chiama Charles F. Lowrey, è presidente e ceo di Prudential e ha avuto uno stipendio di 14 milioni di sterline (circa 16 milioni di euro) nel 2019, l’ultimo anno di cui c’è qualche visibilità sulle remunerazioni nel sito del gruppo britannico. Strapagato in Europa anche l’italiano Mario Greco, ceo di Zurich, con 8,8 milioni di franchi nel 2020, di cui 2,3 di remunerazione fissa e 6,5 di variabile (a breve e lungo termine). Nelle compagnie assicurative spicca l’ad di Unipol, Carlo Cimbri, primo in assoluto in Italia, con 5,65 milioni nel 2019, composti per 2,7 milioni da voci fisse e per 2,8 milioni da una parte variabile. Fra i banchieri in cima alla top ten c’è invece il ceo di Crédit Suisse Thomas Gottstein con uno stipendio 2020 di 8,5 milioni di franchi svizzeri (circa 7,6 milioni di euro). Sul podio nel 2021 salirà anche Andrea Orcel se le critiche sulla maxi-remunerazione destinata al banchiere chiamato in Unicredit non porteranno a un taglio del compenso. Si tratta per quest’anno di 7,5 milioni (2,5 milioni più un premio in azioni di 5 milioni). Mustier nel 2020, ultimo anno alla guida del gruppo, ha ricevuto 900mila euro più una parte variabile in azioni che oggi valgono 4,4 milioni di euro. Sono ricchi ma su livelli inferiori, i compensi dell’altra grande banca italiana, Intesa Sanpaolo, il cui ceo Carlo Messina ha preso l’anno scorso 5,36 milioni fra 2,6 milioni di stipendio fisso, 1,4 milioni di remunerazione variabile nel breve periodo e 1,3 milioni di variabile di lungo periodo.

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