Giovedì 18 Aprile 2024

Duemila in Fiera L’agroalimentare riparte da Cibus

Nel settore una crescita maggiore che nel 2019. Di Maio: "Difenderemo le eccellenze italiane"

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Lotta all’Italian sounding, tutela dei consumatori e valorizzazione del Made in Italy. Cibus, il Salone internazionale dell’alimentazione che torna a Parma dopo il lungo stop imposto dal Covid-19, riparte da qui. Dalla valorizzazione di un intero settore, quello agroalimentare, che – investito dalla crisi pandemica – si è rivelato più centrale che mai, con numeri in positivo: per il 2021 punta dritto a 154 miliardi di fatturato con un incremento dell’8%. Necessità di tutela rimarcate dagli interventi inaugurali del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Entra nel vivo la lotta alla contraffazione. Di Maio, collegato dalla Farnesina non usa mezzi termini: "Pratiche dannose, come l’Italian sounding, hanno raggiunto dimensioni preoccupanti, specialmente nell’agroalimentare".

Il ministro ha evidenziato "l’intensa azione di contrasto" del piano per la promozione straordinaria del Made in Italy 2021 approntato con il Ministero delle Politiche agricole. L’Italia è tra i primi dieci esportatori mondiali nel settore, ha ricordato Di Maio, col valore dell’export nei primi cinque mesi del 2021 che è cresciuto dell’8,6% rispetto allo stesso periodo del 2020. Ma soprattutto è cresciuto del 2% anche rispetto al 2019, anno pre-pandemico. Ecco perché Di Maio si impegna a rendere "strutturale, all’interno della Legge di Stabilità, il sostegno all’export, attraverso una previsione di spesa pluriennale".

Sferza invece gli interlocutori pubblici il leader di Confindustria, Carlo Bonomi, dicendo che "il ruolo dell’industria di trasformazione alimentare" non è adeguatamente riconosciuto. Bonomi ha evidenziato che il settore nel 2021 "ha a portata di mano il traguardo dei 50 miliardi di export sui mercati mondiali con un fatturato che potrebbe superare il 9% del Pil italiano". E Cibus, ventesima edizione, si conferma una grande vetrina mondiale delle eccellenze italiane.

Dalla quattro giorni organizzata da Fiere Parma e Federalimentare passano molti segnali. Accesso con Green pass, punto tamponi rapidi all’ingresso, mascherine obbligatorie all’interno. Misure anti-Covid che non hanno scoraggiato gli espositori: oltre 2mila aziende presenti per 500 lanci di nuovi prodotti, oltre 3.500 gli appuntamenti tra buyer italiani e internazionali solo nel primo giorno di fiera.

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