Mercoledì 24 Aprile 2024

Draghi accelera "Serve un bond comune per l’Ue"

Il premier ai leader europei: imitiamo gli Usa. Moody’s promuove le banche, lo spread cala ancora

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di Claudia Marin

Dalla Bce a Moody’s, l’effetto Draghi si fa sentire su spread, titoli di Stato e stabilità delle banche. Ma in serata è lo stesso premier ad alzare la posta nel corso dell’eurosummit in video con gli altri capi di Stato e di governo dell’Ue. Invitando a prendere esempio dagli Stati Uniti, ha avvisato: "Lì hanno un’unione dei mercati dei capitali, un’unione bancaria completa, e un safe asset: e questi elementi sono la chiave del ruolo internazionale del dollaro". Una premessa alla quale il premier fa seguire un effetto rilevante, enfatizzando l’importanza di creare un titolo comune, un bond europeo: "Lo so che la strada è lunga, ma dobbiamo cominciare a incamminarci. È un obiettivo di lungo periodo, ma è importante avere un impegno politico". E, del resto, a proposito del ruolo internazionale dell’euro, ha incalzato sulla priorità assoluta di non commettere errori durante la ripresa economica: "Dobbiamo disegnare una cornice per la politica fiscale che sia in grado di portarci fuori dalla crisi".

Fin dalla mattinata, d’altra parte, sia l’andamento delle aste del Tesoro sia lo spread hanno confermato nuovamente l’effetto Draghi sui mercati. Un effetto certificato, forse come mai prima, dalla stessa Bce. Da Francoforte, infatti, pronosticano una ripresa "solida" nella seconda parte dell’anno. Ma nel bollettino economico c’è una sottolineatura, forse ascrivibile a una punta d’orgoglio, quando la Bce scrive che "i differenziali dei titoli di Stato italiani sono diminuiti notevolmente nel periodo precedente la formazione di un nuovo governo da parte dell’ex presidente della Bce Mario Draghi e hanno brevemente raggiunto un nuovo minimo pluriennale prima di tornare a crescere".

Altro elemento che a Francoforte osservano con grande attenzione sono le banche, col rischio di uno "shock improvviso" quando verranno tolti gli aiuti pubblici. Uno scenario che non preoccupa più di tanto alcuni investitori: Moody’s ha migliorato da "negativo" a "stabile" le prospettive sui rating bancari, in vista della ripresa e del "continuo supporto del governo" con prestiti garantiti, moratorie e magari ulteriori garanzie sulle cessioni di crediti deteriorati. Un primo segnale arriverà dal decreto di aprile, dove si preannunciano misure per il credito.

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