Doppiatori: sciopero sospeso ma resta la protesta. Serie tv a rischio

Contratto scaduto da 15 anni, turni massacranti, uso dell'intelligenza artificiale per fare prima. Permane lo stato di agitazione

Uno studio di doppiaggio

Uno studio di doppiaggio

Roma, 16 marzo 2023 - Hanno scioperato per tre settimane, mandando in tilt la distribuzione delle nuove puntate di tante seguitissime serie tv, una tra tutte 'The last of us', che è dovuta uscire con i sottotitoli. I doppiatori hanno ripreso il lavoro ma il loro stato d'agitazione, avviato il 21 febbraio, non si è ancora concluso. Serve un nuovo contratto di lavoro e  la situazione sembra essere tutt’altro che risolta, anche perché oltre alle condizioni economiche non più in linea con il costo della vita, un grande spettro ormai da tempo si affaccia all'orizzonte: l'uso massiccio, al posto degli esseri umani, dell'intelligenza artificiale.

Il fronte sindacale

Cgil, Cisl e Uil hanno segnalato il "mantenimento dello stato di agitazione dei fonici del doppiaggio". È quanto si legge nel comunicato ufficiale, uscito martedì in tarda serata, dopo l’incontro avvenuto attorno al tavolo di Anica tra organizzazioni sindacali e datori di lavoro. Ieri i doppiatori sono tornati al lavoro, come si legge nell’avviso: “A partire dal primo turno del 15 marzo 2023, sono assicurate le prestazioni dei turni di doppiaggio, ad esclusione dei turni straordinari, ossia i turni di mezzogiorno, quarti turni, sabato e festivi ma l’aria sembra essere tutt’altro che distesa. “Non è chiaro il motivo per cui Anica abbia impiegato così tanto a sedersi al tavolo delle trattative, siamo senza parole - spiega Alessio Cigliano, membro del consiglio direttivo nell’Anad e delegato sindacale, doppiatore, dialoghista e direttore di doppiaggio. "Anica si è distratta per tre settimane. Non c’era bisogno di far passare tutto questo tempo. Richiedevamo soltanto una convocazione. Al momento siamo concordi nel mantenere lo stato di agitazione, fino alla firma del contratto, per imprimere velocità sulle trattative".

Perché hanno protestato i doppiatori?

La causa? Un contratto del 2008, scaduto ormai 15 anni fa, tuttora vigente, che non si adatta più alle esigenze attuali dei doppiatori e dei lavoratori del settore: Il mondo dei professionisti del doppiaggio in questi anni è cambiato radicalmente. La massiccia presenza di piattaforme streaming nel settore televisivo ha reso sempre più importante la presenza dei doppiatori che si trovano a dover fronteggiare una massa enorme di serie e film da dover doppiare in tempi strettissimi. Questo ha portato a turni di lavoro massacranti ma anche all’utilizzo di intelligenze artificiali per doppiare più in fretta e a basso costo, inficiando così sulla qualità del prodotto finale.

Qualità non quantità

Una protesta scatenata, quindi, per tutelare la qualità di un prodotto che negli ultimi anni, a causa dell’aumento della richiesta di serialità, ha perso la sua posizione privilegiata, lasciando il posto alla quantità. “Ciò che vogliamo è la tutela della qualità, è il rispetto della qualità, dei tempi di registrazione. Non siamo automi- spiega Cigliano - A volte si pensa che il lavoro del doppiatore sia semplicemente quello di leggere delle battute, in realtà è molto di più: dobbiamo entrare in un personaggio, interpretarlo, sottoporci a turni di tre ore continui in cui dobbiamo far coincidere le nostre parole con il movimento labiale degli artisti. È molto più complesso di quanto può sembrare. Può capitare che per te ore si sia doppiato un western, per poi passare a un turno successivo di tre ore in cui si deve interpretare un personaggio di un film di fantascienza”. Alla protesta si sono uniti anche altri esperti del settore. Oltre ai doppiatori, hanno scioperato anche i direttori di doppiaggio, i registi del doppiaggio e i dialoghisti adattatori, ossia coloro che operano sul testo in lingua originale, attuandone la trasposizione linguistica e cercando di far combaciare la traduzione con il labiale degli attori. A questi si aggiungono gli assistenti al doppiaggio, i tecnici, coloro che preparano i piani di lavoro e controllano che le parole dei doppiatori combacino con il labiale.

Il lavoro del doppiatore

Il doppiatore è quasi sempre un lavoratore autonomo, che dovrà, quindi, famigliarizzare con l'idea di gestire la sua vita professionale come libero professionista. Il suo compenso è variabile, e deriva dall’unione del gettone di presenza fisso e dal numero di righe di copione lette. Per ogni convocazione, come segnalato da Indeed, al doppiatore è corrisposto innanzitutto un compenso lordo di presenza, che equivale circa a 72,71 euro a turno di tre ore. Il doppiatore riceve dunque un gettone di presenza per ogni turno, a prescindere dal lavoro che va a svolgere. Il lavoro vero e proprio è remunerato in base a righe e frazioni di riga. La riga è una porzione del testo del copione composta da 50 battute dattiloscritte, compresi gli spazi, la punteggiatura e le indicazioni tecniche. Il Contratto Collettivo indica un numero massimo di righe doppiate per turno a seconda della tipologia di prodotto. “Bisogna fissare un limite di righe. Siamo arrivati alle 200 righe in un turno di tre ore. Questo è disumano”, afferma Cigliano.

Gli straordinari

Di norma, il lavoro dello studio di doppiaggio si svolge sui tre turni giornalieri, ma è possibile che vengano programmate sessioni straordinarie di lavoro. Vanno in tal caso computate delle maggiorazioni nel compenso del doppiatore. Ma si aggiunge qui un ulteriore problema “Proprio a causa di questa iper produttività, gli straordinari sono divenuti ormai la normalità”, spiega Cigliano.

Le serie tv saltate per lo sciopero

Lo sciopero di tre settimane ha inevitabilmente comportato ripercussioni sul doppiaggio di alcuni prodotti: ad esempio, i tre episodi finali di 'The Last of Us' (su Sky) sono andati per ora in onda solo in versione originale. Per attendere la versione in italiano del settimo e dell'ottavo episodio bisognerà aspettare il 27 marzo, mentre il finale di stagione, ossia il nono episodio doppiato, grazie alla fine dello sciopero, si potrà vedere già il 20 marzo. Dal 21 marzo, poi, riprenderanno anche gli incontri tra sindacati e parti datoriali che hanno già fissato anche un successivo appuntamento per il 29 marzo. Il primo incontro, intanto, ha già prodotto un rinnovato clima di confronto e una prima intesa di massima sulla questione nodale delle liberatorie. Ai lavoratori del doppiaggio non sarà più chiesto, spiegano i sindacati, di "cedere in modo indiscriminato tutti i diritti, ma si tornerà alla fase precedente, più protetta". Le parti hanno infatti convenuto di mantenere inalterata la normativa riguardante le liberatorie già prevista nel contratto nazionale vigente del 2008, fino all'approvazione di un nuovo accordo. Lo stop allo sciopero è visto come un segnale di buona volontà della categoria di arrivare a una soluzione condivisa che porti al rinnovo del loro contratto, fermo al 2008.

Le richieste

"La nostra unica richiesta è quella di sederci al tavolo delle trattative e di risolvere la questione", afferma Cigliano. Un primo sciopero svolto per la stessa ragione c’era stato nel 2014, ma il tentativo era stato vano e le intenzioni di ANICA erano rimaste nebulose. “Ora abbiamo una determinazione diversa e vogliamo cambiare la situazione. Questa volta abbiamo chiesto maggiori garanzie per tutelarci: già questa sera ci sarà un’assemblea in cui si sapremo le date dei successivi incontri con Anica”

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