Giovedì 18 Aprile 2024

Diritto d'autore, Fieg e Aie: "Sì alla direttiva europea"

Martedì prossimo la votazione ufficiale a Strasburgo. Tra i punti nodali la remunerazione per chi produce contenuti poi riprodotti in rete

Il parlamento europeo a Strasburgo (Ansa)

Il parlamento europeo a Strasburgo (Ansa)

Roma, 22 marzo 2019 - I giorni decisivi per l’approvazione della fondamentale direttiva europea sul diritto d’autore si avvicinano. Martedì prossimo l’aula di Strasburgo sarà infatti chiamata a dare il via libera definitivo al testo che in questi mesi è passato al vaglio di parlamento europeo, commissione e consiglio Ue. Se il parlamento europeo darà il proprio assenso, il testo diventerà direttiva, verrà pubblicato nella Gazzetta ufficiale europea e i singoli Stati avranno due anni di tempo per recepirne i principi.

In prima fila nella difesa del diritto d’autore ovviamente gli editori che infatti non hanno fatto mancare il proprio incoraggiamento ai deputati. "Il Parlamento europeo è chiamato ad esprimere un voto di importanza cruciale, per l’approvazione definitiva della Direttiva sul diritto d’autore, a tutela dei valori democratici europei di una stampa libera e a garanzia della centralità della cultura e della creatività nella società contemporanea. Proteggere l’industria culturale e dell’informazione, rendendola economicamente indipendente, significa proteggere le nostre libertà". Ecco quanto affermato, in un comunicato congiunto, dal presidente della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG), Andrea Riffeser Monti, e dal presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Ricardo Franco Levi. "Esprimo il mio convinto apprezzamento per il senso di responsabilità sin qui dimostrato dai nostri europarlamentari - ha dichiarato Andrea Riffeser Monti - con l’auspicio che anche in occasione della prossima, ultima, votazione non vorranno far mancare il loro sostegno ad una riforma equilibrata e aderente al mutato contesto tecnologico e digitale". Una riforma che, ha continuato Riffeser, "partendo dalla consapevolezza di un necessario riequilibrio economico, incoraggerà forme di cooperazione virtuosa con quei soggetti della Rete che riproducono ed elaborano i contenuti editoriali, attraverso l’introduzione della giusta e proporzionata remunerazione per l’uso digitale delle opere dell’ingegno, per conferire una concreta dignità al lavoro intellettuale e, più in generale, per ottenere il riconoscimento di principi e diritti patrimonio della nostra civiltà europea».

La discussione è durata alcuni mesi, ha vissuto fasi di forte contrapposizione, ma alla fine è arrivata l’agognata mediazione. Punti nodali i 'famosi' articoli 11 e 13, quelli della remunerazione economica per chi produce contenuti poi riprodotti in rete e quello sulla (parziale) responsabilità delle singole piattaforme rispetto ai contenuti veicolati.

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