Venerdì 19 Aprile 2024

Dirigenti e innovazione, a che punto siamo

Lo studio di Startupitalia e Università di Pavia

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Chi sono i Chief innovation officer? Di cosa si occupano esattamente? Sono inventori, architetti dell’innovazione o forse...dei pirati? Il primo studio italiano sull’argomento, realizzato da Università di Pavia e StartupItalia, cerca di rispondere a queste ed altre domande circa il ruolo, la diffusione e la rilevanza strategica dei dirigenti con la più elevata responsabilità sui processi innovativi in azienda. Dopo i primi risultati preliminari su dati pubblici diffusi a settembre 2019, questa seconda fase della ricerca che verrà presentata durante #SIOS2019 offre un quadro più approfondito in merito al background, alle storie e ai risultati dei Chief innovation officer in Italia, grazie ad un campione rappresentativo di 155 dirigenti, con ruoli di questo tipo, consultati grazie ad interviste e questionari.

Lo studio sarà presentato dal professore Stefano De Nicolai, direttore del Master Emba Ticinensis dell’Università di Pavia. Qualche dato sulla rilevanza del campione: questi 155 dirigenti - tutti insieme - coordinano 4,443 dipendenti che hanno a che fare con l’innovazione. Le imprese rappresentate hanno fatturato complessivamente 114 miliardi di euro nel 2018 (equivalenti al Pil di mezza Finlandia, oltre il Pil dell’intero Kuwait). Quella sui Chief innovation officer, però, non sarà l’unica ricerca presentata durante #SIOS2019, la principale manifestazione in Italia dedicata all’innovazione.

StartupItalia, inoltre, aggiornerà i partecipanti sul numero di round, gli investimenti, l’impatto nei posti di lavoro che hanno riguardato le startup italiane negli ultimi 12 mesi.

Verrà illustrata anche la ricerca AlmaLaurea 2018 relativa ai dati di crescita del genere femminile nei settori stem, acronimo utilizzato per indicare le discipline tecno-scientifiche, che sta per science, technology, engineering e math. Rispetto a 15 anni fa, le donne che si laureano in discipline Stem alla laurea triennale oggi sono quintuplicate (16.848 contro 3.398 del 2004). Con lavoro e retribuzioni inizia il gap di genere.

Cosimo Firenzani

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