Venerdì 19 Aprile 2024

Digitale terrestre: quello che c'è da sapere sulla data del 21 dicembre

Nuovo decoder, tv smart, bonus: la guida sul cambiamento imminente

Televisori in un negozio (fotoSchicchi)

Televisori in un negozio (fotoSchicchi)

Elevare la qualità delle trasmissioni e l'efficienza del servizio televisivo, in molti concorderanno, significa semplicemente tenere il passo dell'evoluzione tecnologica. E siamo certi che la maggioranza degli utenti italiani, apprendendo che dal prossimo 21 dicembre tutti i canali del digitale terrestre passeranno all'alta risoluzione, abbiano accolto la notizia con soddisfazione. Ma, come spesso accade quando si profila all'orizzonte un cambiamento piovuto dall'alto, c'è anche chi ha visto nell'imminente transizione dal formato video Mpeg2 al più efficiente Mpeg4 (qualità dell'immagine superiore a fronte di un minore consumo di banda) una seccatura. Perché l'abbandono della tecnologia di trasmissione che ha dettato legge nell'ultimo trentennio, pensato per privilegiare la diffusione dei contenuti in 4K e allinearsi alle potenzialità delle smart tv di ultima generazione, inevitabilmente costringerà alcuni di noi ad acquistare un nuovo decoder. Di quelli contrassegnati dalla sigla DVB T-2 (il digitale terrestre di seconda generazione) e dalla dicitura Hevc (acronimo di High efficiency video coding), che indica un più alto standard per la compressione dei contenuti video. O, peggio, lo 'switch' imposto dalle autorità garanti comunitarie potrebbe addirittura obbligarci a rottamare un televisore pagato profumatamente appena una manciata di anni fa.

Ma andiamo con ordine, partendo da quando, all'inizio dello scorso decennio, il supporto 'di serie' allo standard Mpeg4 è stato introdotto per la prima volta da diversi produttori nei dispositivi televisivi. In vista di un passaggio graduale alla nuova era che, dal 22 dicembre 2018, ha portato al divieto di vendita di tv nuove prive di decoder integrato Dvb-T2 compatibile con Hevc. Poi, dall’8 marzo scorso, i maggiori broadcaster italiani ed europei (compresi Rai e Mediaset) hanno finalmente avviato le trasmissioni simultanee in Mpeg2 e in Mpeg4. Per prepararsi allo spegnimento delle prime, entro la mezzanotte del 20 dicembre 2022, e a un completamento definitivo della transizione previsto per la metà del 2023.

Quindi, visto il lungo iter pensato per acclimatare alla novità sia chi trasmette sia chi segue le trasmissioni, verrebbe da pensare che più o meno tutti i nostri televisori siano pronti al balzo in avanti. E invece no. O, meglio, se da un lato è vero che la stragrande maggioranza delle tv che supportano almeno il Full Hd (quelle che trasmettono i canali Rai e Mediaset sui canali dall'1 al 6) sono in linea con le richieste, è pure vero che al di sotto di questo standard andrà acquistato un nuovo decoder Dvb-T2, dal costo minimo di una trentina di euro. E ciò vale, in linea di massima, per tutti coloro che oggi vedono la Rai dal canale 501 in poi o Mediaset dal 104 in avanti. I quali solo dotandosi del decoder potranno continuare a seguire i loro programmi preferiti (ma non in alta risoluzione, perché per quello servirebbe comunque una nuova tv). Ma le seccature, in molti casi, arriveranno anche per chi un televisore 'smart' propriamente detto lo possieda già, ma se lo sia regalato nel 2017. Quando era sì obbligatoria la vendita di tv con decoder Dvb-T2 integrato (sufficienti per passare indenni dalla virata di fine dicembre), ma non vigeva ancora l'obbligo di supporto al formato Hevc (che sarà cruciale per la visione in alta definizione a partire dai mesi centrali del 2023).

E per aiutare a colmare il gap tecnologico di molte famiglie (spesso aggravato da quello generazionale) sono intervenuti nell'anno passato il bonus tv (sconti fino a 30 euro ai nuclei con Isee fino a 20mila euro per l’acquisto di decoder satellitari o di tv con decoder satellitare integrato, saliti poi fino a 50 euro dallo scorso ottobre) e il bonus tv rottamazione, (fino a 100 euro di agevolazioni, senza limiti di Isee, per chi rottamasse un televisore acquistato prima del 22 dicembre 2018). Ma questi bonus (tranne quello che dà diritto alla consegna gratuita a domicilio di un decoder di nuova generazione agli over-70 sotto la soglia di 20mila euro annui di pensione) sono scaduti lo scorso 21 novembre. E si attende quindi con ansia il rifinanziamento 2023 del Bonus tv. Che, pare, sarà incluso nella nuova legge di bilancio e potrà contare su un nuovo fondo da 100 milioni di euro.