Venerdì 19 Aprile 2024

«Denaro in movimento Il mercato lo farà crescere»

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Si avvicina la nuova iniezione di liquidità della Bce nel mercato europeo. Ma quali saranno le ricadute sui mercati? Lo chiediamo a Manuel Pozzi, direttore investimenti di M&G Investments.

Con il primo novembre sarà operativo il nuovo Quantitative Easing. Che cosa cambia per i risparmiatori?

«La Bce ha voluto inviare un messaggio chiarissimo ai mercati: sosterrà l’economia dell’Eurozona fino a quando sarà necessario, pompando liquidità e puntando su un’inflazione al 2%. Per i risparmiatori questo significa che la Bce non consente una stagnazione dei prezzi. Contrariamente alle politiche monetarie degli ultimi 30-40 anni, in cui il mandato delle banche centrali era di combattere l’inflazione e tenerla sotto controllo, ora invece la Bce spinge per una risalita dei prezzi ed è disposta ad aspettare che l’inflazione cominci a salire prima di rallentare la politica monetaria molto espansiva avviata da Draghi».

Quali saranno le conseguenze?

«La prima conseguenza è che si sta creando una situazione molto favorevole per chiunque abbia bisogno di un finanziamento per i suoi investimenti, immobiliari o altri, visto che il costo del denaro è ai minimi storici. La seconda è che il mondo delle aziende troverà una spalla larga su cui appoggiarsi anche in momenti di difficoltà come questi, per cui non bisogna aver troppa paura dei danni creati dalle incertezze globali e dalla politica dei dazi dell’amministrazione Trump. In terzo luogo possiamo prevedere che nei prossimi anni un po’ d’inflazione ci sarà sempre e quindi non conviene far dormire i soldi».

Conviene dunque mettere il denaro in movimento...

«Esattamente. Nell’ultimo decennio, chi ha tenuto i soldi fermi per paura delle incertezze globali, come hanno fatto molti italiani, ha perso dall’1 al 3% di capitale all’anno, che in dieci anni diventa una bella somma, mentre chi ha investito ci ha guadagnato, perché i mercati sono andati piuttosto bene. Inoltre bisogna considerare che il sistema previdenziale italiano non sarà in grado di reggere a lungo le tendenze demografiche attuali, in cui ci sono sempre meno lavoratori che devono mantenere un numero sempre maggiore di pensionati. In base alle previsioni, nei prossimi 20 anni il rapporto fra pensionati e lavoratori è destinato a passare da 1 a 3 a 1 a 1. Di conseguenza, conviene mettere al lavoro i risparmi e provvedersi di un’entrata sicura in futuro, basata sugli investimenti che facciamo oggi».

Su che cosa puntare?

«Difficile dare una risposta tranquillizzante sul mercato meno rischioso, quello delle obbligazioni, che è stato il tipico investimento sicuro del risparmiatore italiano medio, perché in questo momento è in preda a una bolla che non accenna a risolversi, con rendimenti ai minimi storici o addirittura negativi per 15mila miliardi di dollari di obbligazioni a livello globale, soprattutto in Europa. Trovare alternative interessanti sulla parte più tranquilla dei portafogli, quella con meno variazioni, non è facile. Quindi bisogna andare a cercare il valore altrove».

Facciamo un esempio.

«Un esempio un po’ estremo potrebbe essere quello di un titolo obbligazionario con rendimento vicino allo zero, che scade tra 10 anni. Se lo tengo in portafoglio, tra dieci anni probabilmente recupererò il capitale ma niente di più. Proviamo a vedere cosa succede se lo vendo e compro un mercato azionario molto diversificato, come può essere il Dax, che mediamente paga un dividendo del 3%. Se anche dovessi portare a a casa solo il dividendo, ipotizzando che le aziende non crescano e quindi uno scenario molto negativo, alla fine del decennio avrò portato a casa come minimo il 30% e anche di più. Quindi investire nell’azionario, soprattutto in Europa dove le condizioni sono relativamente stabili, ha decisamente senso».

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