Decreto sostegno 2021, Draghi: "Soldi a tutti, velocemente". Sui vaccini: farò Astrazeneca

Al via con due ore e mezza di ritardo la conferenza stampa, la prima da quando Draghi è premier: "E' il massimo che abbiamo potuto fare. La scuola sarà la prima a riaprire. Sulle cartelle lo Stato non ha funzionato"

Roma, 19 marzo 2021 - Ci siamo: il dl sostegno da 32 miliardi ha visto la luce, nonostante il braccio di ferro fino all'ultimo minuto sulle cartelle esattoriali. "Questo decreto è una risposta significativa molto consistente alle povertà, al bisogno che hanno le imprese e ai lavoratori, è una risposta parziale ma il massimo che abbiamo potuto fare", scandisce Mario Draghi nella sua prima conferenza stampa da premier. E parla di "un'operazione da 32 miliardi che è ancora parziale e sarà corretta con un nuovo scostamento ad aprile" (VIDEO). Poi i tempi: "I pagamenti inizieranno l'8 aprile, per chi avrà fatto domanda con 11 miliardi. Non è il momento di chiedere soldi ma di darli".

E' la fine di una giornata poiticamente faticosa: il Cdm, inizialmente previsto per le 15, era poi slittato alle 16, ed è infine iniziato solo dopo le 18.30, con oltre due ore e mezzo di ritardo

Il decreto in Pdf

"E' il massimo che abbiamo potuto fare"

Dopo aver detto che il decreto "è il massimo che abbiamo potuto fare", il premier sottolinea: "L'intervento significativo è nei confronti di chi ha perso il lavoro e i sussidi, si pensa a una estensione del Reddito di emergenza, sia della platea che degli importi". Perché "i capisaldi di questo decreto sono gli aiuti alle imprese, il sostegno al lavoro e la lotta contro la povertà". Il premier si mostra soddisfatto: "Il Cdm di oggi ha visto la condivisione di tutti di un testo molto complesso con tante dimensioni rivolto a tanti settori cercando di conciliare vedute diverse: è stata una esperienza molto soddisfacente. La riunione, per me complessivamente la prima esperienza, è andata molto bene". In due parole: "L'obiettivo di questo decreto è dare più soldi a tutti, darli velocemente e dare il massimo possibile".

"Farò Astrazeneca, come mio figlio in Inghilterra"

A domanda specifica, Draghi parla anche di vaccini anti Covid. E sullo stop di Astrazeneca spiega: "C'è la responsabilità di un governo che si pone nei panni del cittadini sapendo che l'Autorità europea si è presa una settimana per sapere se sono sicuri. C'è stato un calo di vaccinazioni ma solo per un giorno e poi sono state quasi compensate. La campagna di vaccinazione ha subito un rallentamento ma non è stato disastroso". Poi un tocco personale: "Io non ho ancora fatto la prenotazione, farò AstraZeneca, mio figlio l'ha fatto in Inghilterra".

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Poi, sull'opportunità di adottare il vaccino russo, Draghi dice:  "Vediamo" se l'Italia adotterà il vaccino Sputnik, "se il coordinamento europeo non funziona bisogna essere pronti a far da soli. Questo dice la Merkel e questo dico anche io".

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E sulla scuola: "Sarà la prima a riaprire quando la situazione dei contagi lo permetterà, almeno fino alla prima media".

"Condono sulle cartelle? Avrà impatto limitato"

Sul nodo delle cartelle esattoriali, Draghi spiega che lo 'stralcio' delle cartelle prevede un importo contenuto di 5.000 euro "che corrisponde ad un netto di circa 2.500 euro tra interessi e sanzioni varie". E questo "permette all'amministrazione di perseguire la lotta all'evasione anche in modo più efficiente", ha detto il premier Mario Draghi definendo la norma un 'condono' che però sarà limitato ad una piccola platea, sotto un certo reddito "e forse con minore disponibilità economica. Avrà impatti molto molto limitati".

Poi aggiunge: "È chiaro che sulle cartelle lo Stato non ha più funzionato, uno Stato che ha permesso l'accumulo di milioni e milioni di cartelle che non si possono esigere: bisogna cambiare qualcosa". E si riferisce al fatto che nel decreto Sostegni ci sarà anche "una parte che prevede una modifica della riscossione, una piccola riforma della riscossione, del controllo e dello scarico" delle cartelle. "Senza - spiega - in un paio di anni avremmo avuto ancora milioni di cartelle da dover esigere".

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"Sui vaccini Regioni in ordine sparso"

"L'Italia - ha notato Draghi - complessivamente è seconda in Europa per vaccinazioni, ma molto distante dal Regno Unito, per una serie di ragioni, dal numero di siti vaccinali a quello dei vaccinatori, fino al fatto che" in Inghilterra "si prolunga il periodo prima della seconda iniezione, dando immunità a una platea molto più vasta. So che gli scienziati stanno guardando al problema". "Noi andiamo forte a livello nazionale ma le Regioni sono molto difformi, alcune arrivano al 25% e altre al 5% - ha aggiunto il premier -: sono difformi nei criteri e nella capacità di somministrare i vaccini. Bisogna darsi regole comuni, anzianità e fragilità sono quelle da cui partire: se ci sono problemi di capacità, lo Stato c'è per aiutare queste regioni. Ma ho l'impressione che ci sia disponibilità alla collaborazione da parte delle Regioni. E lo Stato ha altrettante motivazioni per portare a termine la campagna vaccinale nel periodo più breve possibile".

"Il Mes con questi tassi non è prioritario"

"Durante le consultazioni preliminari mi è stato chiesto da molti partiti cosa pensassi del Mes, ho risposto che occorre anche in questo essere pragmatici: al momento il livello dei tassi di interessi è tale che prendere il Mes non è prioritario - spiega ancora Draghi - In più si è essenzialmente investito nella sanità, quando avremo un piano sanità condiviso dal parlamento e dall'opinione pubblica allora ci chiederemo se vale la pena, prenderlo senza avere un piano può significare buttare via i soldi".

"Cartelle? Tutti i partiti hanno le loro bandiere"

La battaglia della Lega sulle cartelle fiscali? "Oggi è un momento di grande condivisione. E' chiaro che tutti i partiti entrati in questo governo lo hanno fatto portandosi un'eredità di convinzioni e annunci fatti nel passato, tutti hanno bandiere identitarie, quindi si tratta man mano di chiedersi quali sono quelle bandiere identitarie di buon senso e quelle a cui si può rinunciare senza fare danno né alla propria identità né all'Italia".

La conferenza stampa di Draghi