Mercoledì 24 Aprile 2024

Coronavirus, il piano su tasse e rimborsi. Novità per le partite Iva

Nuovo decreto con altri 25 miliardi. L’allarme di Boccia, Confindustria: "Perdiamo 100 miliardi ogni 30 giorni"

Palazzo Chigi, l'incontro tra maggioranza e opposizioni (Dire)

Palazzo Chigi, l'incontro tra maggioranza e opposizioni (Dire)

Roma, 24 marzo 2020 - Il piano per rimborsare le imprese che hanno visto andare in fumo il fatturato e le partite Iva che hanno avuto un tracollo dei redditi per effetto dell’emergenza Coronavirus sta prendendo forma a Via XX Settembre. Sarà tradotto in pratica nel decreto legge atteso per aprile e, secondo fonti ben informate, si baserà su due assi: da un lato, sarà previsto un credito di imposta per le attività economiche variabile a seconda della perdita di fatturato rispetti allo stesso periodo dell’anno precedente, a partire, per esempio, dalla soglia del meno 25 per cento; dall’altro, per professionisti e lavoratori autonomi (artigiani e commercianti) verrà riproposta l’indennità prevista per marzo, ma graduata in relazione ai redditi 2019, con specifica attenzione per quelli più bassi.

Un’operazione che complessivamente costerà, insieme al rifinanziamento delle misure di marzo, ben più dei 25 miliardi di euro del primo provvedimento, tanto che Giuseppe Conte punta a usare la leva dei fondi strutturali Ue non utilizzati (circa 11 miliardi secondo Ursula von der Leyen), ma anche ad attivare i Coronabond o un fondo di garanzia "adeguato".

A confermare che il dossier è in fase avanzata è il Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri: "I 25 miliardi sono bastati e abbiamo attuato una sospensione delle tasse. Dal mese di aprile faremo un ristoro, calcolando la riduzione di fatturato".

Intanto, proprio sul conteggio dei danni economici in corso, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, lancia un nuovo allarme: "Entriamo nell’economia di guerra. Il 70% del tessuto produttivo italiano chiuderà. E se il Pil è di 1800 miliardi all’anno vuol dire che produciamo 150 miliardi al mese, se chiudiamo il 70% delle attività vuol dire che perdiamo 100 miliardi ogni 30 giorni".

Da qui la richiesta di Boccia di consistenti iniezioni di liquidità a breve (da rimborsare in trenta anni come debito di guerra) e consentano di compensare le perdite di fatturato dovute all’emergenza ma anche alle chiusure. Senza contare che "la cassa integrazione ora diventerà massiva con le aziende che chiudono e serviranno numeri molto più rilevanti".

Preoccupazioni che il premier Conte ha colto, spiegando nell’incontro con le opposizioni che spera di chiudere le fabbriche "solo per poco tempo". La stretta – ha aggiunto – è stata "necessaria per l’area più critica del Nord, ma sicuramente anche utile in funzione preventiva per il Centro e il Sud".

Credito d'imposta

All’Economia, il meccanismo allo studio, secondo indiscrezioni, si baserebbe sull’attribuzione di un credito di imposta variabile (da utilizzare come moneta sonante nei rapporti con fisco e Inps) alle imprese in relazione alle perdite subite: per esempio, a fronte di un calo di fatturato del 25 % rispetto all’anno precedente, si avrebbe un rimborso del 15 %, ma nel caso in cui il crollo arrivi al 50 %, lo sconto fiscale potrebbe salire al 35.

Partite Iva

Per le partite Iva, i professionisti e i lavoratori autonomi l’una tantum di marzo di 600 euro verrebbe rimodulata a aprile e nei mesi successivi a seconda del reddito dichiarato nel 2019: potrebbe corrispondere a una percentuale di quel reddito mensile sul modello della cassa integrazione, con base di partenza a 600 euro. Il provvedimento in arrivo, infine, potrebbe contenere anche un rafforzamento della possibilità del governo di bloccare interventi ostili stranieri di acquisizione di imprese in difficoltà strategiche.

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