Giovedì 18 Aprile 2024

Debito monstre La credibilità è a rischio

Bruno

Villois

Le rassicurazioni del governo su una miglior tenuta, rispetto alle previsioni, del Pil appaiono poco credibili. A dimostrarlo ci sono una marea di dati. Il Pil è sostenuto da una sussidiarietà assistenziale di straordinaria rilevanza, ma già sconfinata ben oltre il sostenibile. A queste condizioni straordinarie si aggiunge la caduta costante della domanda di consumi, che sta cominciando anche a interessare l’alimentare, del reddito della quasi totalità degli occupati nel settore privato, dovuta a una cassa integrazione diffusa che lima di circa il 20% i salari e a una propensione al risparmio addebitabile all’incertezza della tenuta dell’occupazione. Anche l’Istat sta evidenziando quanto le misure economiche e sociali, pur straordinarie e indispensabili a ridurre il disagio sociale, unite alla forte diminuzione delle entrate tributarie a livello centrale e locale, producano rischi sulla tenuta dei conti pubblici, tra l’altro appesantiti dai maggiori costi derivanti da sanità, scuola e enti locali. L’insieme delle varie componenti negative citate, a cui si deve aggiungere un export fragile, hanno grande incidenza sul rapporto debitoPil. Difficile pensare, anche a causa di una decisa ripresa dei contagi, che si possa scendere al 9%. Un punto di Pil in meno corrisponde a circa 17 miliardi di euro, cifra di particolare importanza per uno Stato che parte da un debito pubblico ante Covid di 2.443 miliardi e che si prevede possa superare i 2.650 nel 2021. La narrazione che vuol far emergere il governo, mirata ad accreditare la politica economica messa in atto, rischia di avere un effetto boomerang sulla credibilità Paese nel caso non si raggiunga il -9% nel rapporto debitoPil.

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