
Pasta De Cecco, foto generica
Roma, 15 ottobre 2024 - Un miliardo di ricavi entro i prossimi 5 anni. Obiettivi ambiziosi per il gruppo De Cecco che ritrova unità a livello famigliare e punta a crescere in maniera consistente anche allargando il portafoglio prodotti. Così, una delle paste italiane più famose al mondo si prepara ad una nuova sfida al mercato forte di numeri da record: il board, infatti, nei giorni scorsi ha approvato i conti del 2023 chiusi con ricavi superiori ai 630 milioni (53% all’estero, +22,5% in due anni) e nella prima parte del 2024 si è registrato un aumento dei volumi venduti di 120 mila quintali.
La crescita è equamente ripartita tra 60.000 per l’Italia e altrettanti per l’estero ed è frutto della macina di 3 milioni di quintali di grano l’anno (l’Italia produce in media 40 milioni di quintali l’anno e ne ne servono 60-65; De Cecco ne acquista anche negli Stati Uniti e in Australia). In particolare, nel mercato italiano, i volumi di pasta e farine sono aumentati del 12,6%, confermando De Cecco come primo brand premium con una quota del 10,5% (+0,5% rispetto al primo semestre 2023).
Inoltre, è cresciuto anche il numero di famiglie che acquistano i prodotti De Cecco, con un incremento dell’11,7%. Sul mercato estero, i risultati sono stati altrettanto incoraggianti: in Europa, il segmento pasta e farine è cresciuto del 12,3%, mentre negli Stati Uniti i volumi sono aumentati del 4%. Tutto questo mentre la società trova un nuovo equilibrio gestionale. Filippo Antonio De Cecco rafforza la presa sulla governance della società - che è la terza al mondo per il segmento della pasta dopo Barilla, 4,8 miliardi di ricavi e la spagnola Ebro Foods - e viene riconfermato presidente e amministratore delegato del gruppo per il prossimo triennio. La nomina è stata possibile grazie a un ritrovato equilibrio nel gruppo dove i rami familiari, che per lungo tempo non avevano condiviso la medesima visione strategica, ora sono accomunati dalla stessa vision.
Così, dopo un periodo di tessitura dei rapporti, Filippo Antonio De Cecco (che ha in tasca il 23,6% dell’azienda e da tempo gode dell’appoggio di altri familiari) può contare anche sul supporto della famiglia di Giuseppe Aristide De Cecco (circa 12%). Un passaggio importante per il gruppo abruzzese nel piano a cinque anni punta a un miliardo di fatturato. La maggioranza dei soci ha anche nominato il nuovo board, con due novità. Esce dal consiglio Saturnino De Cecco, così come resta fuori anche l’altro rappresentante di minoranza della dinastia, Adolfo Ronco Municchi. Nel nuovo cda ci sono i rami rappresentati da Giuseppe Adolfo, Giuseppe Alfredo, Giuseppe Aristide con la figlia Beatrice. L’altra novità riguarda l’ingresso come indipendente di Francesco Pugliese (ex ad di Conad). Confermati Gianni Letta, Mario Boselli e Bruno Pavesi. E come primo atto, il Gruppo De Cecco ha lanciato un ambizioso piano per i prossimi anni. Il nuovo cda, alla luce dei punti chiave emersi dall’assemblea dei soci, ha dato il via libera ad un piano quinquennale che punta a raggiungere il miliardo di fatturato; interventi industriali come la realizzazione di un nuovo silos da 500 mila quintali che porta la capacità di stoccaggio del grano a 1,5 milioni di quintali complessivi; rafforzamento su tutti i mercati che poggia sulla pasta ma che prevede il potenziamento delle altre produzioni, dai sughi e derivati del pomodoro, con obiettivo di 100 milioni di fatturato, al mercato degli gnocchi, con l’obiettivo di arrivare a 30 milioni di fatturato. E un piano per rafforzare anche la produzione dei prodotti da forno con una nuova fetta biscottata De Cecco.
Durante la sua relazione all’assemblea dei soci, il presidente Filippo Antonio De Cecco ha sottolineato come “il 2023 sia stato un anno di risultati storici per l’azienda”. Nei dodici mesi, De Cecco ha continuato a rafforzare la sua posizione di mercato, raggiungendo ricavi superiori ai 630 milioni di euro e registrando una crescita del 22,5% negli ultimi due anni. Anche l’utile d’esercizio della Fratelli De Cecco di Filippo Fara San Martino Spa registra un aumento del 10% rispetto all’anno precedente, attestandosi su 15,5 milioni di euro. E risultati buoni li stanno ottenendo anche gli altri big della pasta italiana come a La Molisana che archivia il 2023 con 275,5 milioni di ricavi e Rummo che sale a quota 174,4 milioni.