Dazi Usa, tregua finita. Trump fa scattare la tagliola sull'acciaio Ue

Niente proroga dell'esenzione e anche per l'Europa diventerà più caro commercializzare negli States alcuni prodotti industriali. Bruxelles annuncia ritorsioni: "Quello che fanno loro, potremo farlo anche noi" Dazi Usa, ira Ue contro Trump: "Prepariamo contromisure"

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Roma, 31 maggio 2018 - La tregua è finita: scatteranno alla mezzanotte di domani (ora di Washington) i dazi statunitensi sulle importazioni di acciaio e alluminio da Europa, Canada e Messico. Dunque non è stata prorogata l'esenzione valsa finora e adesso la guerra commerciale di Donald Trump si sposta da Oriente verso l'Europa. Le tariffe doganali erano state annunciate dal presidente Usa il primo marzo e scattate il 23 dello stesso mese per gran parte delle nazioni del mondo tra cui Cina e Giappone. Fino a oggi invece avevano goduto di un'esenzione temporanea proprio i Paesi europei, il Canada e il Messico, esenzione che in realtà era stata già prorogata di un mese dalla scadenza originario del primo maggio. Per l'acciaio, dunque, saranno previsti dazi del 25% all'importazione sul suolo statunitense, per l'alluminio del 10%.

La nuova mossa di Trump è stata annunciata dal segretario al Commercio Usa Wilbur Ross. "Continueremo a discutere con tutte le parti in causa", ha spiegato Ross, ma la decisione è ormai presa: i colloqui con la Ue e i due Paesi nordamericani non hanno portato a un accordo sull'esenzione permanente dai dazi, è la giustificazione del governo di Washington. Al contrario, su Argentina, Australia e Brasile saranno imposti limiti o quote sui volumi al posto delle tariffe doganali vere e proprie, una soluzione simile a quella raggiunta con l'accordo con la Corea del Sud.

Che si tratti ormai di una guerra commerciale dichiarata lo conferma la reazione dei Paesi europei e delle stesse istituzioni comunitarie. "Questo è puro e semplice protezionismo, prenderemo contromisure contro dazi inaccettabili", tuona il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker: "Ciò che possono fare gli Usa, possiamo farlo anche noi". Così come la cancelliera tedesca Angela Merkel parla di una risposta compatta dell'Europa, "intelligente, risolutiva e condivisa". Ma Trump potrebbe essere solo all'inizio della sua crociata protezionistica: il settimanale tedesco WirtschaftsWoche sostiene addirittura che il presidente Usa vorrebbe imporre un divieto totale sulle auto tedesche di lusso negli Stati Uniti, e ne avrebbe parlato anche con Emmanuel Macron. Retroscena e indiscrezioni a parte, la guerra è davvero in corso. E ne va anche della tenuta dell'intera Unione europea, che effettivamente sembra al momento compatta contro l'isolazionismo commerciale di Washington. "Siamo pronti a ogni scenario e difenderemo i nostri interessi", rassicurano a Bruxelles. Idem il Messico, che minaccia ritorsioni imponendo dazi in risposta a quelli americani.

Insomma lo scenario è "Trump contro tutti". A tal punto che si creano inedite alleanze commerciali-diplomatiche per fronteggiare la minaccia di Donald. per esempio la commissaria Ue al Commercio, Cecilia Malmstroem, ha diffuso una nota congiunta con il ministro dell'Economia del Giappone, Hiroshige Seko, parlando del rischio della "scomparsa del sistema commerciale multilaterale basato sulle regole della Wto", l'Organizzazione mondiale del commercio. E paventando anche possibili "turbolenze sui mercati". La stessa Wto alla cui difesa si erge ancora una volta, del resto, la Cina capital-comunista... 

Washington sembra tuttavia non temere risposte e ritorsioni. Riguardo all'Ue, liquida le proteste con un "andremo avanti nella nostra lotta contro gli abusi". E lo stesso Ross commenta sprezzante che le possibili ritorsioni europee sono "poco cosa": i dazi ventilati da Bruxelles su prodotti come motociclette, jeans e bourbon valgono circa 2,8 miliardi, "una piccola frazione della nostra economia da 18mila miliardi di dollari", sottolinea il segretario Usa al Commercio.