Dazi, Wto: "Gli Usa potranno imporli per 7,5 miliardi di dollari"

E' la compensazione per gli aiuti illegali concessi ad Airbus. La Commissione Ue: pronti a ritorsioni. Confindustria: Italia rischia recessione. Borse a picco, Milano affonda

Il direttore generale del Wto Roberto Azevedo (Ansa)

Il direttore generale del Wto Roberto Azevedo (Ansa)

Ginevra, 2 ottobre 2019 - La brutta - ma purtroppo ampiamente attesa - notizia arriva verso le 16 del pomeriggio italiano: il Wto (l'Organizzazione mondiale del commercio) ha stabilito che gli Usa potranno imporre dazi  per 7,5 miliardi di dollari (circa 6,8 miliardi di euro) ai paesi Europei, come compensazione per gli aiuti illegali concessi al consorzio aeronautico Airbus. Una cifra ancora maggiore dei 7 miliardi che ci si aspettava.

Si tratta di una cifra record quella riconosciuta oggi dal Wto, e fa riferimento ad una sentenza contro l'Ue per il dossier Airbus pronunciata a maggio 2018. La decisione, giunta dall'organismo arbitrale dell'organizzazione che ha sede a Ginevra, segna però solo un capitolo della decennale disputa che vede l'Ue e gli Usa in contesa sui rispettivi sussidi ai giganti aeronautici. Nei mesi prossimi è attesa una pronuncia analoga, stavolta contro gli Usa in merito ai sussidi a Boeing. Di certo la pronuncia minaccia di rendere ancora più tese le relazioni commerciali tra gli Stati Uniti e l'Unione europea.

Peggiorano le Borse, Londra a picco

Immediato il tracollo delle Borse alla notizia del via libera ai dazi da parte del Wto. A Milano, l'indice Ftse Mib cede il 2,87% a 21.298 punti. Piazza Affari è penalizzata anche dal rialzo dello spread a 153 punti, dai 143 di ieri. Pesanti anche gli altri listini: Parigi -3,12%, Francoforte -2,76%, Londra -3,23% e Madrid -2,6%.  

Wall Street accentua le perdite. Il Dow Jones perde l'1,70% a 26.117,64 punti, il Nasdaq cede l'1,51% a 7.782,71 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l'1,63% a 2.892,40 punti.

La Commissione Ue: pronti a ritorsioni

Si alza la temperatura tra Washington e Bruxelles sul fronte commerciale. La Commissione Ue, infatti, minaccia ritorsioni se gli Stati Uniti imporranno nuovi dazi dopo aver ricevuto il via libera dalla Wto. In caso di nuove tariffe da parte degli Usa, l'Ue "non avrà altra scelta che fare la stessa cosa", avverte la commissaria europea per il commercio Cecilia Malmstrom, sottolineando tuttavia la sua "disponibilità a trovare un accordo equo" con gli Usa. Per Malmstroem "anche se gli Stati Uniti hanno avuto l'autorizzazione dal Wto, scegliere di applicare le contromisure adesso sarebbe miope e controproducente".

Coldiretti: per l'Italia bolletta da un miliardo

L'Italia rischia di pagare un conto di oltre un miliardo per il via libera del Wto all'aumento delle tariffe all'importazioni fino al 100% del valore attuale che potrebbe colpire per circa la metà dell'importo il cibo ma anche la moda, i materiali da costruzione, i metalli, le moto e la cosmetica se gli Stati Uniti decideranno di mantenere le stesse priorità della black list indicata dal Dipartimento del Commercio statunitense (USTR) e pubblicata nel Registro Federale.  Il calcolo è della Coldiretti che ricorda come l'importo stabilito dal Wto sia pari a circa un terzo rispetto ai 21 miliardi di dollari minacciati inizialmente dagli Stati Uniti.

FOCUS / L'Italia tratta. I prodotti made in Italy a rischio

Pur non facendo parte del consorzio Airbus, l’Italia – visto l’elenco dei prodotti sui quali Washington vorrebbe mettere dei dazi, agroalimentare e moda in primis – sarebbe il secondo Paese più sanzionato dopo la Francia, sopravanzando Germania, Gran Bretagna e Spagna. Un assurdo che rischia di penalizzare duramente soprattutto il nostro agroalimentare.

Confindustria: Italia e Europa rischiano la recessione

"L'Italia rischia, l'Europa rischia" di andare in recessione con "i mercati globali che rallenteranno ancora di più". Così il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, commenta il via libera del Wto ai dazi Usa, ad un evento a Villa Blanc, sede della business school della Luiss. "I dazi non sono mai una bella notizia, questo però ci apre ad una riflessione che è quella di una maggiore integrazione politica europea perché di fronte a queste questioni il mercato più ricco del mondo, cioè l'Europa, deve e può reagire". 

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