New York, 18 aprile 2025 - La guerra commerciale tra Washington e Pechino è ormai senza limiti. Gli Stati Uniti annunciano nuove tasse per le navi di fabbricazione cinese che attraccano nel Paese, in una mossa che rischia di rivoluzionare le rotte di spedizione globale e far salire ulteriormente la tensione tra i due giganti. Le tariffe, secondo la proposta elaborata dall'amministrazione Trump, entreranno in vigore fra sei mesi.

Le notizie in diretta
Le nuove tasse sulle navi cinesi annunciate da Washington entreranno in vigore tra 180 giorni e l'importo aumenterà gradualmente. Saranno interessati anche i proprietari e gli operatori cinesi di imbarcazioni non prodotte in Cina, ha spiegato il rappresentante per il Commercio della Casa Bianca (Ustr). Tali tariffe saranno addebitate per ogni visita negli Stati Uniti, non per ogni porto Usa visitato, per un massimo di cinque volte all'anno per nave. L'Ustr ha inoltre previsto una tariffa specifica per le imbarcazioni costruite all'estero che trasportano veicoli, anch'essa in vigore tra 180 giorni. Sono previste misure anche per le navi che trasportano gas naturale liquefatto (gnl).
I clienti cinesi di Deutsche Bank stanno riducendo la loro esposizione verso i treasuries americani in favore del debito europeo - con acquisti sul bund tedesco, sui Btp o i bonos spagnoli - dopo l'elevata incertezza creata da Trump con i dazi. "Abbiamo osservato una diversificazione con uscite dal dollaro nei portafogli degli investitori cinesi", dice a Bloomberg Lilian Tao, responsabile delle vendite su CIna e mercati emergenti globali della banca tedesca. "Sempre più clienti hanno cominciato a guardare ai bund tedeschi, ai mercati di Spagna o Italia cui finora non avevano prestato grande attenzione". Tao parla di un "momento di ripensamenti" da parte degli investitori cinesi, anche se pur fra grande volatilità i rendimenti elevati raggiunti dai treasuries dopo la pioggia di vendite delle scorse settimane appaiono attraenti.
L'Export italiano sale a febbraio su base annua dello 0,8% in termini monetari ma se aumenta in modo consistente quello verso alcuni paesi europei come Germania e Spagna tracolla quello verso gli Stati Uniti con un -9,6%. Lo si legge nella nota Istat sul commercio estero. "Su base annua, - si legge - paesi che forniscono i contributi maggiori all'aumento dell'export nazionale sono: Germania (+14,5%), Spagna (+21,1%), Svizzera (+17,3%), Regno Unito (+10,4%), paesi OPEC (+12,9%) e Paesi Bassi (+13,3%). All'opposto, Stati Uniti (-9,6%), Belgio (-11,8%), Turchia (-9,9%) e Austria (-9,0%) forniscono i contributi negativi più ampi.
Il Dragone ha bloccato completamente da oltre dieci settimane le importazioni, scrive il Financial Times sulla base di dati delle spedizioni, tutte le importazioni di Gnl dagli Stati Uniti. Tutto nel mezzo della guerra commerciale fra le due superpotenze, tra dazi e controdazi. Secondo il Ft, non ci sono state più spedizioni da quando il 6 febbraio è arrivata nella provincia cinese del Fujan una nave cisterna con 69.000 tonnellate di Gnl dal Texas.
La Cina adotterà tutte "le misure necessarie per difendere i suoi diritti e interessi legittimi" dopo che gli Usa hanno annunciato nuove tasse a carico delle navi costruite in Cina che attraccano negli Stati Uniti. Il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian ha esortato la parte americana "a rispettare i fatti e le regole multilaterali, e a fermare immediatamente le pratiche illegali" che sono "dannose per tutti". La mossa elaborata dall'amministrazione di Donald Trump, che rischia di rivoluzionare le rotte di spedizione globale e di infiammare lo scontro con Pechino, entrerà in vigore fra sei mesi.