Roma, 4 aprile 2025 – Le Borse europee ancora sotto fortissima pressione. La peggiore è Milano, Piazza Affari è sprofondata fino a cedere quasi l’8% e chiudere a 6,53%: un tonfo pari a quello dell’11 settembre 2001, il giorno dell’attacco alle Torri Gemelle. Milano è maglia nera d’Europa, le perdite sono concentrate soprattutto sui titoli bancari. Ma crolla anche Wall Street, che ieri ha lasciato sul terreno il 4%, e oggi viaggia sugli stelli livelli con il Nasdaq che tocca il 5%. In picchiata le quotazioni del petrolio. Non si attenuano dunque le ripercussioni a un giorno dall’annuncio dell’introduzione dei dazi reciproci da parte di Donald Trump. Il presidente Usa, che ieri ha minimizzato dicendo che “alla lunga gli effetti saranno positivi” per gli americani, oggi flirta con gli investitori: “E’ un grande momento per arricchirsi”. In Italia la premier Meloni, pur criticando le politiche protezionistiche Usa, ha invitato alla calma (l’export americano è il 10% del totale delle nostre esportazioni) e a "sospendere le norme del Grean Deal sull'automotive" mentre la Ue prepara risposte e negoziati.
Le notizie in diretta

Wall Street crolla ai livelli più bassi da agosto nel 'venerdì nero' dei mercati mondiali ed estende le pesanti perdite di ieri (la seduta peggiore dal 2020), chiudendo a sua peggiore settimana dal marzo del 2020, nel pieno dell'emergenza Covid. L'annuncio di Pechino di una tariffa del 34% su tutti i beni statunitensi come ritorsione per i dazi Usa del 54% sulle importazioni cinesi ha travolto la Borsa di New York alimentando i timori di recessione. Il Dow Jones scivola del 5,5% a 38.314,86 punti, lo S&P 500 perde il 5,90% a 5.078,40 punti e il Nasdaq cede il 5,82% a 15.587,79 punti.
Wall Street si avvia a chiudere la sua peggiore settimana dal marzo del 2020, nel pieno dell'emergenza Covid. Lo S&P 500 ha perso infatti 5.200 miliardi di dollari in due sedute da quando Donald Trump ha annunciato i dazi e dopo che il presidente della Fed ha detto che le tariffe potrebbero avere un impatto persistente sull'inflazione. Lo riporta l'agenzia Bloomberg.
La California, quinta economia mondiale, cercherà accordi con il resto del mondo per essere esentata da future ritorsioni tariffarie contro gli Stati Uniti. Lo ha annunciato il governatore Gavin Newsom. "I dazi di Donald Trump non rappresentano tutti gli americani", ha affermato il democratico in alcuni video pubblicati sui social. "La California non è Washington, D.C.", ha insistito in una dichiarazione, presentando il suo Stato come un "partner stabile e affidabile per le generazioni a venire".
Secondo la dichiarazione, l'amministrazione della California ha il compito di "cercare nuove relazioni commerciali strategiche". In questo contesto, il governatore chiede "ai suoi partner commerciali di lunga data di esentare i prodotti realizzati in California da qualsiasi misura di ritorsione". Newsom, al quale la stampa americana attribuisce regolarmente ambizioni presidenziali, non ha specificato in che modo i nuovi accordi potrebbero aggirare la politica protezionistica di Trump.
Wall Street scivola ancora nel 'venerdi' nero' dei mercati mondiali sulla scia dell'escalation della guerra dei dazi. Il Dow Jones perde il 4,4%, lo S&P 500 il 5,12% e il Nasdaq il 5,6%.
"Per difendere i nostri imprenditori, lavoratori e i prodotti italiani il Governo deve dialogare con gli Usa, non è il momento di fare guerre commerciali". Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini al Tg1, parlando dei dazi. Per Salvini pero' e' l'Europa che deve agire "subito: puo' azzerare la sua burocrazia e i suoi vincoli, le sue regole, i suoi divieti".
La raffica di dazi annunciata da Donald Trump include un'esenzione per il settore energetico, uno di quelli che ha maggiormente contribuito alla sua campagna in cambio dell'impegno alla deregulation e alla revoca delle normative ambientali. Le nuove tariffe universali del 10%, che sono più elevate per molte delle principali economie mondiali, non si applicheranno a molti prodotti di combustibili fossili, tra cui le importazioni di gas naturale liquefatto, il petrolio greggio dal Canada e i materiali necessari per la produzione di prodotti petrolchimici.
Big Oil esulta: "Accogliamo con favore la decisione del presidente Trump di escludere petrolio e gas naturale dalle nuove tariffe, sottolineando la complessità dei mercati energetici globali integrati e l'importanza del ruolo dell'America come esportatore netto di energia", ha scritto sui social, Mike Sommers, capo del principale gruppo di lobby dei combustibili fossili degli Stati Uniti, l'American Petroleum Institute, in un post sui social media. "Continueremo a lavorare con l'amministrazione Trump sulle politiche commerciali che supportano il predominio energetico americano", ha aggiunto. Durante la campagna presidenziale, l'industria dei combustibili fossili ha donato 96 milioni di dollari al tycoon.
Meloni in Cdm: “Panico e allarmismo possono creare danni peggiori”. Non solo. "L'obiettivo è avere in tempo breve un'idea il più possibile chiara, per l'economia italiana e del quadro complessivo, dell'impatto e dei settori maggiormente danneggiati nei diversi scenari, una linea d'azione per sostenere quelle filiere, un set di proposte da portare in Europa su come affrontare e rispondere a questa crisi e una linea di negoziato con gli Stati Uniti. Ci troviamo davanti ad un'altra sfida complessa, ma abbiamo tutte le carte in regola per superare anche questa". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, a quanto si apprende, parlando in Consiglio dei ministri dei dazi Usa verso l'Ue, dopo aver annunciato la creazione di un gruppo di lavoro del governo sul tema e l'incontro di martedì prossimo con le categorie produttive.
Dal 17 gennaio, giorno dell'Inauguration Day del presidente Donald Trump, Wall Street ha bruciato quasi 10.000 miliardi di dollari. E' quanto emerge dai dati di FactSet e Dow Jones Market Data. Di questi 10.000 miliardi dollari, circa 5.000 miliardi sono stati bruciati nelle sedute di ieri e oggi. Si tratta della maggior perdita in due giorni mai registrata.
Lo spread tra Btp e Bund tedeschi chiude a 119 punti base, in rialzo rispetto ai 114 dell'apertura di questa mattina. Il rendimento del titolo decennale italiano si attesta al 3,75%.
Le Borse europee chiudono a picco con Milano che segna la performance peggiore. L'intensificarsi della guerra commerciale piega i mercati del Vecchio Continente con Piazza Affari che perde il 6,53%. A Londra l'Ftse 100 cede il 4,94% a 8.056,22 punti, a Parigi il Cac 40 scende del 4,26% a 7.274,95 punti e a Francoforte il Dax cala del 5,32% a 20.546,62 punti.
Wall Street ancora più in calo. Il Dow Jones perde il 4,06% a 38.930,04 punti, il Nasdaq cede il 5,79% a 15.655,62 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 5,1% a 5.130,38 punti. Piazza Affari in caduta libera: -7,93%
Wall Street estende le perdite con l'acuirsi della guerra commerciale. Il Dow Jones cede il 3,32%, il Nasdaq scende del 4,20% mentre lo S&P 500 lascia sul campo il 3,97%.
Mentre la seduta odierna si avvia al rush finale, il Ftse Mib continua a lasciare sul terremo il 6%.
In avvio di seduta il Dow Jones perde il 2,5 % e il Nasdaq -3%.
"Le mie politiche non cambieranno mai. Questo è un grande momento per arricchirsi, per arricchirsi più che mai". E' il messaggio lanciato da Donald Trump su Truth agli investitori "che vengono negli Stati Uniti e investono". Trump commenta anche i numeri sul mercato del lavoro: sono "ottimi, molto meglio delle attese. Sta già funzionando. Non possiamo perdere".
Il settore farmaceutico potrebbe non sfuggire ai dazi di Trump. Rispondendo ai giornalisti a bordo dell'Air Force One, il presidente Usa ha dichiarato che le tariffe sui farmaci e sui microchip saranno annunciate a breve. Quelle sui "chip inizieranno molto presto". E anche le tariffe sul "pharma cominceranno ad arrivare, credo, a un livello che non abbiamo mai visto prima", è la dichiarazione riportata anche dal 'Wall Street Journal'. "Stiamo esaminando i prodotti farmaceutici in questo momento. Sono una categoria separata", ha aggiunto, parlando di una "fase di revisione". L'annuncio "nel prossimo futuro", ha prospettato.
Non si arresta la discesa del prezzo del petrolio, appensantito dallo spettro di recessione e dai dazi al 34% annunciati dalla Cina. Il Brent del Mare del Nord perde quasi il 7,7% scendendo per la prima volta dall'agosto del 2021 sotto la soglia dei 65 dollari al barile. Il Wti americano crolla invece dell'8,4% arrivando a 61,3 dollari al barile.
A Piazza Affari, con l'indice Ftse Mib che in giornata ha toccato una flessione di oltre il 7,5%, si è registrato un calo come nel giorno dell'attacco alle Torri Gemelle l'11 settembre 2001. L'indice ha registrato negli anni le dieci sedute peggiori: il 24 giugno del 2016, in occasione del post referendum della Brexit, il listino ha registrato un calo del 12,48%. Il 6 ottobre 2008, con il fallimento Lehman Brothers, la flessione è stata dell'8,24%. In occasione dell'attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono, il calo fu del 7,57%.
Le Borse europee si avviano verso una nuova seduta difficile mentre si valutano gli effetti dei dazi americani sull'economica globale. I future sui listini di Wall Street sono in forte calo con i dazi e in attesa dei dati sulla disoccupazione americana e del presidente della Fed Jerome Powell. I future sul Dow Jones perdono il 3,3%, quelli sul Nasdaq il 4%.
Migliora leggermente la situazione in Borsa, ma Piazza Affari continua a far segnare un pesante rosso. Alle 14 il Ftse Mib segnava infatti un -6,3%. I titoli peggiori sono Iveco Group, Azimut, Leonardo e Biperbanca che alle 14 segnano tutti una flessione superiore al 10%.

Piazza Affari sempre più giù, trascinata dal tracollo dei titoli bancari, che hanno un peso predominante sul listino milanese: il Ftse Mib al giro di boa di metà seduta lasciava sul terreno il 7,7% scivolando a 34.154 punti, riportandosi sui livello di inizio gennaio. Di fatto la Borsa di Milano ha azzerato i guadagni da inizio anno ad oggi.
Le Borse europee in caduta libera mentre si infiamma la guerra commerciale dopo le contromisure annunciate dalla Cina in risposta ai dazi Usa: l'imposizione di dazi aggiuntivi del 34% sulle importazioni statunitensi e la presentazione di una denuncia presso il Wto. A Francoforte il Dax scende a -5,03%. Parigi perde il 4,29%. Londra lascia sul terreno il 3,88%. Madrid registra -5,98%. Maglia nera per Milano a -7,34%. Vira in negativo anche Mosca, che perde l'1,81%.
La situazione alle 13 delle Borse europee: Milano -7,31%; Londra -3,93%; Parigi -4,18%; Francoforte -5,12%; Zurigo -4,21%; Amsterdam -3,42%; Bruxelles -4,33%. La peggiore alle spella di MIlano è Madrid con un -4,9%.
Non solo i bancari soffrono in Borsa. Poco dopo le 13.20 il peggior titolo a Pazza Affari è Iveco Group con un -11%. Una difficoltà del settore automotive sottolineata anche da Stellantis che alla stessa ora lasciava sul campo il 9%
Non bastasse la Borsa Italiana in gravissima difficoltà anche lo spread (il differenziale) fra i Btp Italiani e i Bund tedeschi si è ampliato salendo del 7,5%.
Toccano addirittura il 7,5% le perdite di Piazza affari alle 13. Un continuo peggioramento della situazione della Borsa italiana che continua ad essere la peggiore in tutta Europa.
Il prezzo del greggio scende di oltre il 5% a 63,5 dollari al barile dopo la decisione della Cina di introdurre tariffe del 34% su tutte le importazioni di prodotti americani. La decisione di Pechino, riportata dall'agenzia di stampa statale Xinhua, viene in risposta ai dazi imposti dall'amministrazione del presidente Trump all'inizio di questa settimana.
Alle 12.30 la situazione della Borsa Italia è ulteriormente peggiorata. Ma quali sono i titoli in maggior sofferenza? A Piazza Affari sprofondano le banche e le assicurazioni. Unipol (-13%), Bper, Mps, Unicredit Banco Bpm (-11%), Popolare Sondrio e Intesa (-10%). Generali (-7%)
Le Borse europee peggiorano ancora con i timori di una recessione globale, dopo i dazi decisi da Donald Trump ed i rischi di una guerra commerciale. La Borsa di Milano è senza freni e peggiora ancora mentre si guarda all'avvio di Wall Street dove i future sono in calo. Il Ftse Mib lascia sul terreno il 7% 34.464 punti, portandosi a livelli di gennaio 2025. A Piazza Affari sprofondano le banche e le assicurazioni. Unipol (-13%), Bper, Mps, Unicredit Banco Bpm (-11%), Popolare Sondrio e Intesa (-10%). Generali (-7%). Nel Vecchio continente pesante anche Madrid (-4,9%), Francoforte (-3,6%), Parigi (-3%), Londra (-2,7%).
La Cina ha annunciato di aver presentato ricorso presso l'Organizzazione mondiale del commercio per i nuovi dazi statunitensi. Un ricorso presentato dopo aver annunciato l'introduzione di contro-dazi che prevedono una tariffa del 34% sui prodotti realizzati in Usa ed esportati in Cina.
La Cina imporrà tariffe del 34% sulle importazioni statunitensi a partire dal 10 aprile. E' la prima risposta decisa, con contro-dazi, che arriva da uno dei Paesi colpiti più duramente dall'introduzione delle tariffe protezionistiche reciproche introdotte dall'amministrazione statunitense il primo aprile.
Continua a sprofondare la Borsa Italiana che poco prima delle 12.30 ha segnato un pesantissimo -7,1%. I peggiori 4 titoli sono tutti bancari Bper Banca -11.78%, Banco Bpm -11.64%, Banca Monte Paschi Siena -11.58%, Unicredit -11.57%.

Non accenna ad attenuarsi la tendenza al ribasso su Piazza Affari. Alle 12.15 il Ftse Mib segnava un pesantissimo -5,8%. Solo due titoli sono in terreno positivo: Diasorin +2,38 e Aplifon con +0,9%. A soffrirre pesantemente resta sempre il settore bancario.
Pochi minuti dopo le 12 le azioni di Unicredit e Monte dei Paschi di Siena, fra le peggiori nel corso di tutta la giornata, hanno toccato il -10%. La vendite durante la giornata hanno infatti colpito soprattutto il settore bancario che ha progressivamente peggiorato la situazione con l'andare delle ore.
Quando mancavano pochi minuti a mezzogiorno la Borsa italiana ha varcato la soglia del -5% di perdite. Piazza affari continua a essere la maglia nera in Europa, tutta in negativo, dopo l'annuncio dell'introduzione dei dazi reciproci da parte dell'amministrazione statunitense. Si accentuano le perdite del comparto bancario con Monte dei Paschi, Unicredit e Bper tutte con perdite superiori al 9%.

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a margine della visita alla nave Vespucci nel porto di Ortona, ha parlato dei dazi dicendo "sono ovviamente preoccupata, è un problema che va risolto. Non ne farei la catastrofe che sto ascoltando in questi giorni che mi preoccupa paradossalmente più del fatto in sé. Parliamo di un mercato importante, quello Usa, che vale circa il 10% della nostra esportazione. Non smetteremo di esportare negli Usa, ma attenzione all'allarmismo che sto vedendo in queste ore", aggiungendo poi che "dovremmo ragionare di sospendere le norme del Grean Deal sull'automotive".
La Borsa italiana amplia le perdite. Alle 11.30 il listino principale, Ftse Mib, fa segnare un -4,7%. I titoli peggiori restano i bancari con Unicredit, Monte dei Paschi di Siena, Bpm e Popolare di Sondrio tutte con almeno 8 punti percentuali di perdita. I migliori titoli sono quelli del settore farmaceutico-medicale per ora escludi dai dazi di Trump.
La Borsa di Milano è la peggiore in Europa ma anche le altre borse europee soffrono pesantemente: Madrid (-3,1%), Francoforte (-2%), Parigi (-1,6%) e Londra (-1,4%). Sul fronte valutario il dollaro si stabilizza sulle principali valute estere. L'euro scende a 1,0996 sul biglietto verde.
Continua a calare la Borsa italiana. Alle 11 l'indice Ftse Mib ha varcato la soglia del -4% toccando un -4,2%. Fra i peggiori sempre i titoli azionari con Monte dei Paschi di Siena che tocca un -8,3% e Bper Banca a -7,9%.
I prezzi del petrolio sono crollati, con il Brent, il parametro di riferimento per Europa, Africa e Medio Oriente, che è sceso al livello più basso dal 2021, appesantito dall'ultima serie di dazi statunitensi e dall'annuncio a sorpresa di un aumento della produzione Opec+. Il Brent con consegna a giugno è sceso del 3,6% a 67,59 dollari, il livello più basso dal dicembre 2021. Il Wti, il benchmark statunitense, con consegna a maggio, è sceso del 3,8% a 64,37 dollari al barile, il livello più basso da maggio 2023.
Il settore farmaceutico tira un sospiro di sollievo per l'esclusione di fatto, almeno per il momento, dai dazi americani e i titoli del comparto limitano i danni in Borsa. A Piazza Affari Diasorin guadagna così lo 0,96%, Amplifon segna +0,43% e Recordati +0,05%. Secondo quanto emerso dagli allegati all'ordine esecutivo del presidente Donald Trump sulle nuove tariffe, molti medicinali sono esclusi dall'applicazione delle nuove aliquote.
L'introduzione di dazi da parte dell'amministrazione Trump pari al 20% su tutte le esportazioni e pari al 25% su acciaio, alluminio e veicoli porterebbe ad un incremento dei costi doganali pari a 104,4 miliardi di euro per l'Unione Europea. Germania e Italia sarebbero particolarmente colpite, con +34 e +14 miliardi rispettivamente. In questo scenario, i settori più penalizzati sarebbero i macchinari (3,43 miliardi), l'automotive (-2,55 miliardi) e la farmaceutica (-1,58 milioni), seguiti da agroalimentare (-1,34 milioni) e moda (-1,16 miliardi). E' quanto emerge da un'analisi realizzata da Teha Group in occasione della 36esima edizione del Workshop "Lo Scenario dell'Economia e della Finanza" in corso a Cernobbio (Como).
La Borsa di Milano scivola rapidamente e cede il 3,5%. A Piazza Affari si scatena una violenta corrente di vendita che colpisce le banche. Unicredit lascia sul terreno il 7%, mentre cedono oltre il 6% la Popolare di Sondrio, Banco Bpm, Bper, Mps e Intesa. Male anche Tim (-5,5%).
Il Ftse Mib della Borsa italiana crolla a -3,3% a circa un'ora dall'apertura delle contrattazioni. Un bilancio quotidiano che si fa via via più pesante con i titoli bancari a segnare la maggior sofferenza. Una perdita che fa di Piazza affari la peggiore in Europa.
Piazza Affari amplia le perdite trascinata dalle vendite sulle banche. Piazza affari perde il 2,7%. I timori innescati dai dazi Usa a tutti i paesi stanno affossando per il secondo giorno i mercati. Tra i titoli peggiori i finanziari, con Unicredit -4,92%, Intesa -4%, Bper -5,33%, Pop Sondrio -5,07%, Bpm -4,77%, Mediobanca -4,28%, Mps -6,27%. Generali perde il 3,26%. In cima al paniere Campari a +2,57%.(AGI)
La Borsa di Milano apre in calo, appesantita dalle banche. Il primo indice Ftse Mib cede l'1,16% a 36.639 punti. Nel listino principale scivola Mps (-6,2%). In rosso anche Bper (-3,1%) e Unicredit (-2,7%).
Anche le borse europee aprono, come da attese, in calo: Parigi fa segnare un -0,7%, Madrid un -1,1%. Ma non solo. Anche Francoforte (-0,8%) e Londra (-0,7%) sono in terreno negativo dopo l'introduzione dei dazi di Trump.
La Borsa di Milano apre in netto calo con il Ftse mib a -1,15%. Un dato negativo che fa seguito alle pesanti perdite di ieri dopo l'annuncio dei dazi.
Le autorità europee stanno valutando una sanzione da oltre un miliardo di dollari nei confronti di X di Elon Musk per la violazione della legge contro i contenuti illeciti e la disinformazione. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali la multa potrebbe essere annunciata in estate. I funzionari dell'Ue - mette in evidenza il New York Times - precisano che l'indagine su X prosegue indipendentemente dalle trattative per i dazi di Donald Trump.
Chiude in profondo rosso la Borsa di Tokyo mentre crescono le preoccupazioni per l'impatto che i dazi di Trump avranno sul Giappone, grande esportatore negli Usa, e sull'economia mondiale. Dopo aver toccato il -4,3%, il Nikkei chiude a 2,8% con 34.324,50 punti.
La Borsa di Mosca ha guadagnato il 2,04% nei primi scambi di giornata, per poi assestarsi su un +1,76% rispetto a ieri. Lo riporta l'agenzia di stampa russa Tass. Nella lista di paesi colpiti dai nuovi dazi annunciati dal presidente americano Donald Trump la Russia non figura (al pari di Cuba, Bielorussia e Corea del Nord). Mosca è stata esclusa dalle tariffe perché le sanzioni Usa per la guerra in Ucraina «precludono già qualsiasi scambio commerciale significativo» con la Russia, ha spiegato la Casa Bianca.
Il dollaro ancora in caduta sulla scia dei timori per la tenuta dell'economia globale con l'avvio dei dazi decisi da Donald Trump. L'euro in avvio sale a 1,1083 sul biglietto verde, con un aumento dello 0,2%. Si rafforza anche lo yen a 146,30 sul dollaro e si assesta ai massimi in sei mesi. Bene anche la sterlina e il franco svizzero.
Trump sui dazi "non farà marcia indietro rispetto a quello che ha annunciato ma ciò che può fare l'Europa è togliere i dazi e le altre barriere non tariffarie al commercio che sono molto peggio dei dazi». Lo spiega al Corriere della Sera il segretario al Commercio Howard Lutnick, secondo cui "solo allora il presidente farà un accordo con ciascuno, quando e solo se i Paesi che ci hanno sfruttato cambiano davvero il loro approccio". Al momento gli Usa stanno negoziando con l'Ue, non con i singoli Paesi membri. "Per ora sì, ma se la vostra premier vuole telefonare al presidente Trump non ci sono ragioni per non farlo - prosegue -. Il presidente vuole azioni concrete. L'avete sentito: non vuole più parole, chiacchiere, vuole azioni, vuole vedere che cosa fanno".
Le Borse europee si avviano verso una nuova seduta difficile mentre si valutano gli effetti dei dazi americani sull'economica globale. I future sui listini del Vecchio continente sono in netto calo, così come quelli di Wall Street. I mercati asiatici, con le Borse cinesi chiuse per festività, si avviano verso una conclusione di giornata nuovamente in rosso.
I nuovi dazi Usa continuano a deprime le borse. In Asia, Tokyo arriva a perdere il 3,44%, mentre nella Corea del Sud, il Kospi cede l'1,78%. Chiuse per festività le piazze cinesi.