Oxfam: "Boom delle disparità. L'1% possiede come il 99%"

Alla vigilia del World Economic Forum di Davos, l'Ong chiede ai big dell'economia di 'ricompensare il lavoro, non la ricchezza'

Persone in condizioni di povertà (Newpress)

Persone in condizioni di povertà (Newpress)

Londra, 22 gennaio 2018 - "Ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri". E' questo il dato che l'Oxfam, autorevole Ong britannica, mette sul tavolo dell'imminente World Economic Forum di Davos, dove si riunirà il gotha dell'economia e della politica internazionale. L'1% più ricco della popolazione mondiale continua a possedere quando il restante 99%, ma il divario, anzichè diminuire, cresce. Si pensi che dell'incremento di ricchezza netta registrato nel mondo quest'anno, l'82% è andato in tasca ai paperoni. Nemmeno un centesimo, invece, è finito alla metà più povera del pianeta, che conta 3,7 miliardi di persone. E pensare che con i 762 miliardi di dollari intascati quest'anno dai super ricchi si potrebbero far uscire dalla povertà estrema tutti i 789 milioni di persone che vivono con meno di 1,9 dollari al giorno.

Il rapporto presentato da Oxfam stima che ogni giorno, in media, 'nascono' due miliardari in più. Tuttavia, ad oggi, il 56% della popolazione mondiale continua a vivere con un reddito compreso tra i 2 e i 10 dollari al giorno. "Un miliardario ogni due giorni non è sintomo di un'economia fiorente se a pagarne il prezzo sono le fasce più vulnerabili della popolazione mondiale", ha affermato la presidente di Oxfam Italia, Maurizia Iachino.

L'Ong britannica ha deciso di intitolare il rapporto: 'Ricompensare il lavoro, non la ricchezza' sottolineando che i salari non hanno mantenuto il passo con la produttività e il lavoro è sempre più sottopagato, precario e rischioso. I dati indicano infatti come ad un costante incremento dei profitti di azionisti e top manager corrisponde un peggioramento altrettanto costante dei salari e delle condizioni dei lavoratori. Negli Usa si calcola che un amministratore delegato possa percepire in poco più di un giorno una cifra pari al reddito medio che un suo dipendente percepisce in un anno. Discorso che è ancora più grave per le donne, che subiscono in media un divario retributivo del 23% rispetto ai colleghi uomini. In Bangladesh, il top manager di una delle prime cinque compagnie dell'abbigliamento guadagna in 4 giorni quando una sua lavoratrice in una intera vita. Tra le proposte della Ong, c'è quella di porre un tetto ai superstipendi dei top manager per impedire che il divario superi il rapporto 20 a 1.

LA SITUAZIONE ITALIANA - Il problema della disuguaglianza è globale, e il nostro Paese non fa certo eccezione. L'Italia è infatti parte integrante della fotografia di Oxfam che, nel 2016, la piazzava ventesima (su 28) in Europa per disparità di reddito disponibile. Basti pensare che i 14 italiani più ricchi possiedono 107 miliardi di dollari, vale a dire il 30% di quello che detiene tutto il resto dei cittadini. Parlando in percentuali, il 20% più ricco degli italiani detiene oltre il 66% del reddito totale, lasciando alla metà più povera del paese appena il 14,8%. Gli impressionanti dati raccolti sul nostro Paese ci mostrano poi che l'1% più ricco possiede 240 volte il patrimonio del 30% più povero.

Lo scenario non cambia se si considera il reddito disponibile pro-capite: Dal 1988, nonostante il paese si sia arricchito notevolmente, il 10% più povero dei nostri connazionali ha potuto contare solo su un aumento di reddito dell'1%, vale a dire 4 dollari pro-capite l'anno. Il 20% più ricco ha invece intascato il 40,4% dell'incremento della ricchezza. Questo aumento continuo della disuguaglianza non solo c'è ma, secondo il rapporto Oxfam, si vede. La sezione italiana dell'organizzazione, in vista delle elezioni politiche italiane, ha inviato una lettera ai candidati premier nella quale si legge che "il 61% degli italiani percepisce una crescita della disuguaglianza nel Paese" e oltre i due terzi del campione interpellato non ritiene equa la retribuzione corrisposta per il lavoro svolto, anche se si accontenta "visti i tempi che corrono".

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