Mercoledì 24 Aprile 2024

Da un punto all’altro del mondo. E poi su Marte Avatar, il futuro dei viaggi in tele-presenza

La sfida della compagnia aerea giapponese Ana

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Recarsi all’istante dall’altra parte del pianeta per visitare un sito archeologico, toccare i monili antichi in esso contenuti e indossarli uno a uno. Tele-operare un paziente distante migliaia di chiletri, guidando con perizia la mano di un chirurgo che non ha mai eseguito prima quel particolare intervento. Camminare sul suolo lunare e scorgere in lontananza il blu del nostro pianeta nel buio dello spazio profondo. Sono solo alcune delle esperienze descritte da Ana, la principale compagnia aerea giapponese, nel corso del Ceatec 2019, la fiera sulla innovazione tecnologica che si è tenuta recentemente in Giappone, dove all’interno di un intero padiglione intitolato alla ‘società del 2030’ la compagnia ha illustrato il suo progetto dedicato alla ‘tele-presenza’.

Ana è certa che i trasporti e la esplorazione del futuro saranno possibili grazie all’impiego di avatar in grado di trasportare le proprie capacità e la propria presenza anche al di fuori della Terra. E a tale scopo, con un investimento di 10milioni di dollari, ha organizzato una competizione quadriennale, X Prize, che premierà i migliori sviluppatori di sistemi di tele-presenza multiuso, proprio come quelli descritti da James Cameron nel famoso film del 2009. Curioso che a proporre questo nuovo modo di viaggiare sia una compagnia aerea, e tra le più importanti dell’Asia. Ma in fin dei conti, sempre di trasporto si tratta, ma di una sua forma particolare che permetterà di recarsi ovunque e consentirà alle persone più vulnerabili esperienze ora negate. Tutto grazie a una piattaforma, Avatar in, compatibile con vari modelli di robot, ciascuno dei quali in grado di trasmettere video full HD con risoluzione 2 K, che permetteranno all’utilizzatore di vedere e interagire con quanto lo circonda nella realtà aumentata, e di percepire, grazie a particolari tool di sensorizzazione, le stesse percezioni che avrebbe se effettivamente si trovasse in quel luogo.

Dell’importanza del progetto è convinto il presidente e Ceo della compagnia, Shinya Katanozaka, secondo cui «gli avatar hanno la capacità di connettere le persone in un modo che è precluso ai sistemi tradizionali di trasporto, viaggi aerei inclusi». Questo grazie «ai recenti accorgimenti tecnologici nel campo dei robot tattili, della realtà aumentata e virtuale (ARVR) e dell’intelligenza artificiale», che promettono di rivoluzionare il concetto stesso di viaggio e di ridisegnare molteplici campi della nostra vita, dall’educazione al business, dall’intrattenimento alla salute.

Ana ha annunciato la consegna dei primi 1000 avatar entro la fine del 2020, dando così inizio a una rivoluzione – ne è sicura – che muterà profondamente il mercato dei viaggi e la qualità della vita delle persone con difficoltà motorie e con patologie invalidanti di vario tipo. Alle quali sarà finalmente concesso di vivere esperienze di realtà aumentata con un realismo mai sperimentato prima. La compagnia è così convinta che ci troviamo all’inizio di una nuova rivoluzione – di importanza pari a quella dei fratelli Wright – da sostenere che l’espressione avatar in sia destinata a diventare una vera e propria forma verbale per indicare una azione, che in futuro diventerà ricorrente e scontata, come la connessione del corpo a una sua nuova appendice fisica e sensoriale.

Una fiducia condivisa anche dall’agenzia giapponese di esplorazione spaziale (Jaxa) che ha appena firmato un accordo con ana per sfruttare la tecnologia della tele-presenza anche al di fuori del nostro pianeta. Il nuovo consorzio Avatar X, nel cui sito si afferma che «gli avatar sono un’infrastruttura chiave che estenderà la portata dell’umanità verso l’ignoto e consentirà la vita umana nello spazio», svilupperà una nuova famiglia di robot in grado di svolgere compiti rischiosi in ambienti lunare e marziano e per l’acquisizione di campioni e dati scientifici. Allo scopo è stato costituito un nuovo centro di ricerca e sperimentazione, Avatar X Lab@Oita, che realizzerà le tecnologie necessarie all’impresa, alcune delle quali verranno trasferite, entro il primo semestre del prossimo anno, nella stazione spaziale internazionale per i primi test in orbita.

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