Nel 2020 il Pil dell’Italia, corretto per gli effetti di calendario, è diminuito dell’8,9%, mentre per il Pil stimato sui dati trimestrali grezzi, la riduzione è stata dell’8,8%. Il crollo certificato della stima preliminare dell’Istat è storico ma il dato è comunque leggermente migliore rispetto al -9% stimato dal governo nella Nadef e anche del -9,2% previsto da Bankitalia e dal Fondo monetario internazionale. Secondo l’Istituto di statistica, la variazione acquisita per il 2021 è positiva e pari a +2,3%.
La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, ovvero agricoltura, silvicoltura e pesca, industria e servizi.
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