Gli ordini all’industria in Germania sono crollati dell’11,7% su base mensile nel luglio 2023, peggio delle stime di mercato di un calo del 4,0% e rispetto alla crescita rivista al rialzo del 7,6% del mese precedente. Si è trattato del primo calo degli ordini industriali da marzo e del ritmo più marcato da aprile 2020, frenato dalla debolezza degli ordinativi su larga scala. I nuovi ordini di altri mezzi di trasporto sono crollati del 54,5%, seguiti da computer, prodotti elettronici e ottici (-23,6%), macchinari (-8,7%), apparecchiature elettriche (-16,7%) e prodotti in metallo (-14,2%). Gli ordinativi di autoveicoli e loro componenti sono invece cresciuti del 2,7%. Il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, in un’intervista all’Handelsblatt ha assicurato che "la Germania non è il malato d’Europa. Credo che questa sia una diagnosi errata che fa presa su molte persone". Il numero uno della banca centrale tedesca ha sottolineato che "rispetto ad altri Paesi la Germania sta andando bene nel complesso, non solo in termini di occupazione e sostenibilità del debito. Non dobbiamo lasciare sminuire il ‘Made in Germany’. Il modello economico tedesco non è in scadenza. Ma ha bisogno di un aggiornamento" ha concluso Nagel. Intanto i mercati azionari europei restano cauti in attesa di maggiori certezze sulla situazione economica e delle mosse di Fed e Bce: pesano i timori di recessione e il balzo del prezzo del petrolio dopo la decisione di Arabia Saudita e Russia di estendere i tagli alla produzione fino alla fine dell’anno. L’Ocse prevede per la zona euro una crescita dello 0,9% per quest’anno, che salirà all’1,5% nel prossimo; e una di inflazione del 5,8% per quest’anno che scenderà al 3,2% l’anno prossimo. La politica economica deve però restare restrittiva, per questo invita la Bce – sia pure tra mille cautele – a continuare ad alzare i tassi di interesse.
EconomiaCrollano gli ordini, Germania in panne "Ma non siamo il malato d’Europa"