Crisi energetica, l'Italia deve risparmiare di più: alternative, scenari, numeri

Secondo uno studio de LaVoce.Info, il nostro Paese finora ha tagliato i consumi di gas soltanto del 2% contro il 15% della Germania

Elettricità (Ansa)

Elettricità (Ansa)

Ormai è chiaro: per superare l’inverno senza troppe preoccupazioni, occorre ridurre il consumo di gas. Con le forniture russe sempre più incerte, l’unica soluzione è correre ai ripari. Ed è quello che ha fatto il governo un paio di settimane fa. Seguendo le raccomandazioni della Commissione Ue, il Ministero della Transizione ecologica ha varato un piano di risparmio da circa 8 miliardi di metri cubi di gas da qui alla fine di marzo, pari a circa il 15% dei consumi nazionali. Una scelta obbligata ma, almeno secondo i numeri, tardiva. L’Italia, infatti, finora ha fatto poco per contenere il proprio consumo di gas. Soprattutto rispetto alla Germania.

Le differenze con la Germania

Due approcci diversi, insomma, i cui motivi vanno ricercati nelle decisioni prese dalla politica per affrontare la crisi energetica. In Italia infatti le misure varate dal governo si sono concentrate soprattutto nel sostenere il potere d’acquisto dei consumatori. In questo modo né le famiglie né la imprese sono state incentivate a risparmiare energia. Come si legge in uno studio di Silvia Merler pubblicato su LaVoce.info, "a fronte di scarse possibilità di diversificazione dalla Russia nel breve termine, la Germania ha risparmiato energia a un tasso significativamente più alto rispetto all’Italia". Il nostro Paese, invece, potendo diversificare con maggiore facilità, ha ridotto marginalmente i consumi.

I tre scenari

Tuttavia, si legge nello studio "la sostenibilità di tale strategia nei prossimi mesi dipende dal fatto che i nostri partner di importazione (in particolare l’Algeria) mantengano le loro promesse". Cosa che non è affatto scontata. Entrando nel dettaglio dell’analisi, sono tre gli scenari contemplati: taglio completo dei flussi russi e nessun risparmio energetico; taglio completo con un calo dei consumi in linea con quanto avvenuto nei primi sei mesi di quest’anno; riduzione delle forniture russe del 90% e contestuale risparmio di gas. Per la Germania, un completo blocco degli arrivi di gas russo sarebbe "disastroso". Tuttavia, finora il fabbisogno tedesco di gas è calato del 15% rispetto ai primi sei mesi del 2021. Seppure una contrazione duratura di questa entità sarebbe difficile da portare avanti, prosegue l’analisi, se la Germania continuasse su questa strada sarebbe in grado di resistere anche a un azzeramento delle forniture russe, a patto però di svuotare completamente gli stoccaggi. Se invece i flussi da Mosca si riducessero al 10%, un razionamento del 15% consentirebbe alla Germania di arrivare alla fine dell’inverno con le scorte piene al 7%.

I numeri in Italia

Come detto, la situazione dell’Italia è molto diversa. Se da un lato il nostro Paese è meno dipendente dalla Russia e, per la sua posizione geografica, ha più facilità a diversificare, dall’altro non è stato fatto nulla per ridurre il consumo di gas. Durante i primi sei mesi dell’anno, il calo è stato del 2% rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre in confronto alla media del triennio 2019-2021 il consumo di metano è addirittura cresciuto dello 0,7%. A incidere è soprattutto il fatto che l’Italia brucia tantissimo gas per produrre energia elettrica (rispetto al consumo totale di metano la percentuale è del 35%, contro il 15% della Germania). Tuttavia, anche in questo caso il nostro Paese non è stato certo virtuoso. Il consumo di gas per la produzione di energia elettrica è aumentato nei primi sei mesi del 2022 del 9%, mentre in Germania è calato del 3%. Se si esclude la parte di metano destinata alla generazione di elettricità, la discrepanza è ancora più notevole. Mentre in Germania il fabbisogno di gas è diminuito del 10% rispetto alla media del periodo 2019-2021, in Italia solo del 3%. Insomma, su questo fronte il nostro Paese arranca.

Le prospettive

Con questi ritmi di risparmio, gli stoccaggi sarebbero completamente vuoti prima della fine della prossima primavera anche se la Russia continuasse a consegnare il 10% dei gas. Certo, il risparmio richiesto all’Italia è minore di quanto necessario alla Germania. Ma "l’aggiustamento della domanda" si legge nello studio de LaVoce.info, "dovrebbe comunque ammontare ad almeno il doppio di quanto osservato finora". Questo mentre la diversificazione dei fornitori non ha ancora dato i suoi frutti. Gli ultimi dati, sembrano suggerire che "la sostituzione geografica già in atto non sia sufficiente all’Italia per evitare di incorrere in uno stoccaggio negativo, in mancanza di un’ulteriore riduzione della domanda". Anche nel caso in cui tutti i volumi aggiuntivi promessi dall’Algeria dovessero venire consegnati in tempo, "un aumento dei risparmi energetici sarebbe comunque giustificato per l’Italia, al fine di mitigare il rischio di dipendere principalmente da un solo fornitore per i futuri flussi aggiuntivi attesi, nonché per l’incertezza meteorologica e il potenziale impatto negativo di un inverno più freddo".