Giovedì 18 Aprile 2024

Natale, meno regali. Consumi giù, spesa media: 169 euro a testa

Gli italiani temono il futuro e preferiscono risparmiare parte della tredicesima. Il presidente di Confcommercio Sangalli: pesano la sfiducia e gli effetti della crisi

Shopping natalizio, i commercianti prevedono una spesa inferiore ai 9 miliardi

Shopping natalizio, i commercianti prevedono una spesa inferiore ai 9 miliardi

Milano, 6 dicembre 2019 - Spenderemo il 30% in meno – 8,9 miliardi contro 13,1 – di dieci anni fa quando la crisi era solo all’inizio e non era ancora scoppiato il boom del Black Friday. Ma almeno, sul fronte dei consumi, non sarà un Natale peggiore di quello del 2018 anche se vincerà quello che Confcommercio chiama «il risparmio cautelativo» degli italiani che continuano a scontare perdita di reddito e di ricchezza. Se siamo lontani dai 244 euro di spesa pro-capite del 2009, quest’anno per i consumi delle feste ci si fermerà a 169 euro, la stessa dello scorso Natale.

Complessivamente, secondo la tradizionale ricerca di fine anno dell’Ufficio Studi di Confcommercio, la spesa complessiva di dicembre vale 110-120 miliardi, inclusi gli affitti, le utenze e i servizi. Con quote pari all’11,6% per l’abbigliamento, il 13% per gli elettrodomestici, il 12,3% per informatica e Tlc. Come ricorda anche l’Unione nazionale consumatori, bisogna tener conto dell’impatto del Black Friday che ha anticipata a fine novembre una parte significativa degli acquisti natalizi. Ma se da una parte i consumi mostrano una certa tenuta confermando una fase di stagnazione economica e non di recessione, dall’altra è marcato il senso di sfiducia delle famiglie che mostrano, appunto, una maggiore propensione al «risparmio cautelativo» utilizzando per i regali solo parte delle tredicesime (in tutto 35,7 miliardi contro i 35 dell’anno scorso).

Rispetto al 2008, per i consumi si attinge infatti dalle tredicesime l’1% in meno passando dai 1.291 euro a famiglia del 2008 ai 1.278 del 2019, ben 850 in meno rispetto al 2007 nonostante la disponibilità sia aumentata di circa 3.800 euro. E di questi 1.278 euro solo 594 passeranno dai negozi tradizionali, segno del boom dell’e-commerce. "Le famiglie italiane scontano ancora l’effetto della crisi e una nota marcata di sfiducia – spiega il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli – ciò nonostante, grazie al mancato aumento dell’Iva e a un leggero aumento delle tredicesime, le famiglie mostrano una inaspettata vitalità nei consumi a dicembre facendo registrare per la spesa in regali di Natale un pareggio rispetto all’anno scorso". Per Sangalli è "evidente la necessità di sostenere la domanda interna che da sola è pari all’80% del Pil e per farlo l’unica via è ridurre le tasse".

Del resto, dall’indagine di Confcommercio emerge come rispetto ai tempi pre-crisi (dal 2007 a oggi), la quota di reddito disponibile per abitante si è ridotta del 7,9% con una perdita in valore assoluto pari a 1.659 euro e la ricchezza ha subito un taglio del 9,1% (13.093 euro). Da qui nasce l’orientamento più parsimonioso – con gli italiani portati a risparmiare come conferma anche il Codacons – che fa balzare la percentuale di chi prevede un Natale "molto dimesso" dal 33,7 del 2009 al 68,7% di quest’anno. E così è scesa in questi anni anche la percentuale (dal 91 all’86,9%) di quanti faranno regali. Un segnale, conclude il direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio Mariano Bella di come il Natale sia diventata una festa «più di viaggi e di attenzione a sé stessi e alla famiglia e meno di veri e propri regali». Anche se, secondo Coldiretti, la spesa degli italiani per le feste (549 euro di cui 140 per pranzi e cenoni), sarà il 19% superiore alla media europea e più alta di quella (487) dei tedeschi.

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