Martedì 23 Aprile 2024

Crisi Cina, Vaciago: "Contagio vicino, i leader dormono"

L’economista, presidente di Ref Ricerche, vede nero

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Roma, 25 agosto 2015 - "La crisi cinese sta colpendo il mondo intero, ci sarà una frenata della crescita globale e l’Italia il prossimo anno non andrà oltre l’1% di Pil, contro l’1,4% previsto". L’economista Giacomo Vaciago, presidente di Ref Ricerche, vede nero.

Che cosa la preoccupa di più? "Il fatto che i governi europei non diano risposte. Abbiamo passato otto mesi a occuparci della Grecia. Crolla la Cina e nessuno se ne accorge. I governi dove sono? Sperano che le banche centrali risolvano i problemi immettendo liquidità. Ma dopo otto anni di questa liquidità si affoga. La politica monetaria serve a spegnere gli incendi ad evitare il peggio: prima o poi pagheremo questa euforia da liquidità che, tra l’altro, per sua natura si sposta".

Cosa dovrebbero fare i governi? "Di fronte a un’emergenza come questa, occorrono dei vertici durante i quali fare analisi e decidere una politica comune. A Bruxelles neache una riunione. Il mitico G20 cosa pensa? Bisogna dare soluzione ai problemi. L’Italia non è così legata alla Cina, eppure le nostre aziende perdono quasi il 7% di valore in un giorno se il Dragone va male".

E allora qual è il problema? "Il contagio. La pestilenza funzionava così. La paura altrui fa venire paura a te. Lo sappiamo bene da anni: quando fallisce la Grecia, crolla Milano. Il 2016 sarà un anno pessimo perché la paura fa rinviare le spese ai consumatori. Gli 80 euro di Renzi verranno messi sotto il materasso e per paura le imprese che stavano per fare investimenti si fermeranno".

A livello mondiale cosa provocherà la crisi cinese? "Siamo da capo. Il timore è che le Borse anticipino i crolli delle economie. Non si riesce a capire se il peggio è passato o se deve ancora arrivare".

Lei che risposta si è dato? "Io dico che senza risposte da parte dei governi la situazione non può che peggiorare. I governi sono pagati per risolvere i problemi, invece anche Francia e Germania sono indifferenti a quanto sta succedendo. La priorità sembra essere correre dietro la notizia del giorno non guardare avanti. E così i mercati scommettono sul fatto che i governi dei 19, di destra o di sinistra, non ci sono, dormono. Nell’incertezza i mercati vendono. Le autorità di Pechino hanno chiesto ai fondi pensione di investire nella borsa cinese invece che nei titoli di stato occidentali. Dovremmo investire noi per far capire che crediamo nel futuro della Cina".

 

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