Sabato 20 Aprile 2024

Montanino: "Crisi passeggera, non ci toccherà"

L'ex direttore esecutivo del Fondo monetario

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Roma, 25 agosto 2015 - Professor Andrea Montanino, da direttore del Global business and economics program all’Atlantic council ed ex direttore esecutivo del Fondo monetario, cosa pensa possa accadere al mondo per colpa della crisi cinese?

"Questa crisi è rilevante dal punto di vista delle dinamiche della crescita. C’erano quattro aree di crescita nel mondo: Usa, Europa, Cina e Paesi emergenti. L’Europa ha un tasso di crescita molto modesto strutturalmente. I Paesi emergenti, come Brasile e India, hanno ancora economie fragili. La Cina, che era motore di ricerca, rallenta. L’unica area di crescita sono gli Stati Uniti. Il rallentamento della Cina è pericoloso perché viene a mancare un motore della crescita. Per questo la preoccupazione diventa globale: chi creerà domanda nel mondo?" .

Quanto è elevata la sua preoccupazione? "A me spaventa fino a un certo punto. I mercati sono imprevedibili. Ci possono essere elementi speculativi che durano qualche giorno, ci può essere una correzione fisiologica di una Borsa che era cresciuta molto, qualla di Shanghai. Credo che queste siano fasi di assestamento. Nel giro di qualche giorno le cose possono ripianarsi. Se invece viene dimostrata un difficoltà da parte delle autorità cinesi a controllare la loro economia, allora ci possono essere effetti più destabilizzanti".

Qual è lo scenario peggiore? "Nel peggiore dei casi, che io non immagino, potremmo assistere a fallimenti delle banche cinesi, forte svlutazione dello yuan per tenere su le loro esportazioni, minori importazioni con conseguente calo della domanda. Può anche succedere che fallisca qualche azienda cinese che ha investito in aziende europee e quindi che ci siano ripercussioni su queste imprese".

Insomma, un eventuale caso Lehman Brothers sarebbe asiatico, non occidentale? "Sì, sarebbe una questione loro. In ogni caso il calo della domanda cinese ha effetto sulle esportazioni delle altre economie. Inoltre la Cina è acquirente dei titoli del debito pubblico soprattutto americano. Un suo rallentamento porta al rallentamento dell’acquisto dei titoli sovrani".

Crede che la crisi cinese impedisca all’Italia di crescere all’1,4%? "Visto da Washington, la sensazione è che l’Europa comunque non sta riprendendo un sentiero di crescita".

 

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