Mercoledì 17 Aprile 2024

Ipotesi scudo sulle criptovalute: governo a caccia di tesori digitaIi

Dossier sul tavolo del ministero: tassazione ridotta per chi autodenuncia i propri depositi in monete virtuali. Come anche per i capitali all’estero. L’obiettivo è sottoporre ad accertamenti una nuova forma di ricchezza

Bitcoin, la criptovaluta più nota (Imagoeconomica)

Bitcoin, la criptovaluta più nota (Imagoeconomica)

Roma, 7 novembre 2022 - Una voluntary disclosure (più o meno una autodenuncia finanziaria) ad ampio raggio per far emergere i patrimoni detenuti in criptovalute che non abbiano origine da attività criminali. Con il duplice obiettivo di sottoporre a tassazione (e recuperare gettito) questa forma di ricchezza oggi di fatto sottratta al fisco e di fare in modo che possa essere utilizzata e investita nell’economia in maniera trasparente. Il dossier è sul tavolo del Ministero dell’Economia. E potrebbe tradursi in norma già nella manovra di imminente varo.

Da sola o anche insieme con nuove misure di "collaborazione volontaria" anche per i capitali all’estero. Ma torniamo all’emersione delle criptovalute. A offrire lo schema di riferimento per un intervento legislativo che vada nella direzione indicata potrebbe essere il primo "caso" italiano e, a quanto risulta, anche in Europa, di "accertamento volontario" per la regolarizzazione di un capitale costituito integralmente da criptovalute, che si è chiuso e definito qualche settimana fa presso l’Agenzia delle Entrate di Milano e con i rappresentanti della Direzione Centrale – Settore contrasto illeciti (Ucifi).

L’operazione, concepita e seguita dal professor Vittorio Emanuele Falsitta (pioniere della voluntary disclosure in Italia) e dalla sua squadra di professionisti, è stata "provocata" da Decentra, Accademia dei Registri Distribuiti, di Bologna e dal suo presidente Fabrizio Tonelli che ha fornito un caso pilota. A spiegare il meccanismo seguito è lo stesso Falsitta: "In sintesi il soggetto interessato (chi ha patrimoni formati nel passato, non dichiarati al Fisco e, perciò, inutilizzabili) chiede all’Agenzia delle Entrate di essere assoggettato ad accertamento e questa, in cambio di tale ‘spontaneità’ e volontà collaborativa sceglie di applicare – perché i presupposti di fatto e giuridici lo consentono - un trattamento premiale. Aspetto preliminare del procedimento, tuttavia, è la dimostrazione – al di là della buona volontà dell’interessato – che il patrimonio sia meritevole di entrare nella legalità, non vi siano, dunque, sospetti di irregolarità".

Con un sistema esteso di questa natura (definito da una norma ad hoc della legge di Bilancio, che fissi regole generali e risolva anche il nodo-ostacolo dell’autoriciclaggio) si otterrebbe non solo l’emersione delle criptovalute accumulate negli anni e che "meritano di entrare nella legalità" e di pervenire al riconoscimento di un loro valore fiscale certo, ma si avrebbe – puntualizza Falsitta - la possibilità di dare avvio a un immediato e vasto prelievo di finanza pubblica e alla creazione di nuove basi imponibili.