Mercoledì 24 Aprile 2024

Fmi, accelera crescita dell'Italia: +1,5% nel 2018

Stima del Pil rivista al rialzo, ma restiamo fanalino di coda di Eurolandia. "Incertezza politica aumenta rischi per le riforme"

Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario internazionale (Ansa)

Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario internazionale (Ansa)

New York, 17 aprile 2018 - Il Fmi rivede al rialzo le stime di crescita per l'Italia: dopo il +1,5% del 2017, il Pil 2018 salirà dell'1,5%, ovvero 0,1% punti percentuali in più rispetto alle previsioni di gennaio. Per il 2019 la crescita viene confermata all'1,1%. I dati sono contenuti nelle tabelle del World Economic Outlook, il rapporto sull'economia globale dell'Fmi redatto nell'ambito degli Spring Meetings, che da giovedì prossimo entreranno nel vivo a Washington, negli Stati Uniti. 

L'Italia accelera dunque nel 2018. Ma resta fanalino di coda di Eurolandia, che sperimenta tassi di crescita più alti. La Germania cresce infatti quest'anno del 2,5%, la Francia del 2,1% e la Spagna del 2,8%. La Grecia crescerà del 2,0%. Madrid e Atene sono però alle prese con tassi di disoccupazione molto più elevati di quello dell' Italia.

Per il 2019, le previsioni sono rimaste invariate rispetto ai calcoli fatti a gennaio, ma sono aumentate di 0,2 punti rispetto al Weo dell'autunno. Nel 2016 - ricorda il Fondo - il nostro Paese aveva registrato un'espansione dell'1,1% e nel 2015 dello 0,9 per cento. Per il 2023, l'istituto di Washington prevede ancora un Pil italiano pro capite in rialzo dello 0,8% (per le stime legate al periodo 2020-2022 bisogna aspettare la pubblicazione, prevista domani, del Fiscal Monitor). Secondo l'Fmi, però, "l'incertezza politica fa aumentare i rischi per l'attuazione delle riforme o la possibilità di modifiche all'agenda delle politiche" previste. Il tasso di disoccupazione, poi, resta alto, ma in miglioramento: il Fondo monetario internazionale stima un tasso per quest'anno al 10,9% e nel 2019 al 10,6%, sopra la media nell'Eurozona prevista rispettivamente all'8,4% e all'8,1 per cento; peggio dell' Italia, solo Grecia (19,8% nel 2018 e 18% nel 2019) e Spagna (15,5% e 14,8%). Nel rapporto, il Fondo monetario sostiene poi che una "riforma della contrattazione collettiva per permettere una maggiore flessibilità aziendale dovrebbe aiutare ad allineare i salari alla produttività". Infine, l'invito ad abbassare il debito pubblico. 

"L'incertezza politica aumenta i rischi per l'attuazione delle riforme e quelli per un possibile riorientamento dell'agenda politica", afferma il Fmi citando i casi di Brasile, Colombia, Italia e Messico.

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