Credit Suisse, bond azzerati: si profilano cause legali

I titolari degli At1 hanno perso tutto, agli azionisti tre miliardi di franchi svizzeri

Una sede di Credit Suisse

Una sede di Credit Suisse

Salve almeno in parte le azioni, sono stati azzerati invece 16 miliardi di franchi di bond At1 emessi da Credit Suiss. Un decisione che ha fatto infuriare gli investitori oltre che spaventare i mercati. Chi è rimasto con un pugno di mosche in mano minaccia ora cause legali. Anche se infatti gli At1 sono, in caso di liquidazione, al di sopra delle azioni, Finma, l'autorità di regolamentazione finanziaria svizzera, ha invertito l'ordine degli strumenti nella scala di priorità. Quindi hanno deciso di valutare zero i 17 miliardi di dollari di obbligazioni At1 di Credit Suisse. Trattandosi però non di fallimento, ma di acquisto (da parte di Ubs) gli esperti dicono che sarebbe difficile vincere eventuale azione legale.

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La Bce: "I primi a partecipare alle perdite dovrebbero essere gli azionisti" Ha preso posizione sull'azzeramento dei bond At1 il presidente del ramo di Vigilanza della Bce, Andrea Enria, che ha sottolineato come «i primi a partecipare alle perdite dovrebbero essere gli azionisti», e poi gli altri creditori in base alla scala gerarchica stabilita dalle regole. «Ovviamente le regole prevedono che i creditori debbano partecipare a una crisi bancaria. Bisogna perciò seguire una gerarchia appropriata, che nell'Ue avverrebbe con le regole che abbiamo», ha detto Enria. «Se abbiamo una soluzione della crisi orchestrata dai privati con l`acquisizione da parte di Ubs sarebbe importante rispettare il più possibile la gerarchia dei creditori. L'esito comunque è positivo - ha concluso - perché è una banca sistemica globale, che significa che una liquidazione disordinata sarebbe stata molto distruttiva». Insomma, in Europa non potrebbe ripetersi quanto avvenuto in Svizzera, dove sono stati azzerati i bond At1 mentre agli azionisti sono andati tre miliardi di franchi svizzeri.

Se i titolari degli At1 hanno perso tutto, gli azionisti comunque non festeggiano. Le azioni del Credit Suisse, già ai minimi storici, hanno perso in Borsa il 55,7%. I sauditi, che a fine novembre avevano iniettato 1,4 miliardi di franchi nel Credit Suisse, ne hanno persi 1,1 miliardi. In Medioriente sono in molti a leccarsi le ferite: la Qatar Investment Authority era secondo socio con il 6,9%, il gruppo saudita Olayan Group aveva il 3,3%. Critici anche i fondi pensione svizzeri, per l'esautoramento delle assemblee dei soci - che non potranno votare sulla fusione - e la creazione di una posizione dominante nel mercato bancario svizzero, che chiedono di temperare con la cessione delle attività locali del Credit Suisse. «Tutte le opzioni saranno esaminate nei prossimi giorni, incluse quelle legali, per determinare le responsabilità di questa debacle», ha annunciato in una nota la Fondazione Ethos che li rappresenta.

Esposizione quasi a zero delle banche e assicurazioni italiane verso il Credit Suisse At1 Le principali banche e assicurazioni italiane non risultano, o lo sono pochissimo, esposte su Credit Suisse. Secondo una ricognizione fatta su fonti finanziarie dall'agenzia Bloomberg «UniCredit, Banco Bpm, Assicurazioni Generali, Mediobanca, Banca Generali non detengono bond Credit Suisse additional tier 1. Intesa Sanpaolo, Mediolanum, Unipol, Animahave hanno un'esposizione «quasi zero» al Credit Suisse At1.

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