Credit Suisse,Gdf cerca titolari polizze (foto Ansa)

Credit Suisse

Credit Suisse in caduta libera in Borsa. Dopo la posizione del maggior azionista Saudi National Bank, il titolo è arrivato a perdere il 30% recuperando poi terreno verso la chiusura. Dopo il fallimento di due banche americane, arriva una nuova pesante tegola sui mercati finanziari con le Borse europee in profondo rosso. Credit Suisse, media: ipotesi nazionalizzazione. Ubs offre 1 miliardo ma non basta  Le difficoltà di Credit Suisse I certificati di assicurazione sull'insolvenza (credit default swap) di Credit Suisse - riporta un'agenzia Ansa - si stanno avvicinando alla soglia critica dei mille punti, che indica un serio pericolo per la continuità aziendale del gruppo. In particolare i certificati a un anno si sono portati ieri a 835,9 punti base, secondo la piattaforma Cmaq, sui massimi di sempre, e valgono 18 volte gli analoghi titoli derivati della rivale Ubs e circa 9 volte quelli di Deutsche Bank. Il ruolo della Saudi National Bank Con il caso Svb (Silicon Valley Bank) ancora caldo e lo sguardo (preoccupato) rivolto alla riunione della Bce che domani dovrà decidere sul nuovo rialzo dei tassi, sul mercato si è abbattuta la 'tegola' Credit Suisse con il suo crollo di oltre 20 punti percentuali alla notizia che il principale azionista, la Saudi National Bank, ha escluso eventuali interventi in caso fosse necessaria nuova liquidità. La Borsa di Milano è arrivata a sfiorare il 4% di perdite con le vendite che colpiscono duramente i titoli del comparto bancario. Ma a picco sono andare anche le altre Borse. I sauditi azionisti di maggioranza La Banca nazionale saudita è diventata il principale azionista del Credit Suisse a novembre, con un aumento di capitale lanciato per finanziare un'importante ristrutturazione della banca. Alla domanda di Bloomberg TV se l'establishment saudita potesse investire di più, il suo presidente, Ammar al-Khudairy, ha chiaramente escluso questa opzione. "La risposta e' assolutamente no", ha detto, "per diversi motivi oltre a quelli più semplici, che sono normativi e statutari", ha spiegato. Media: Credit Suisse ha avviato colloqui con le autorità svizzere Il Credit Suisse ha avviato colloqui con le autorità svizzere per stabilizzare la banca. È quanto riporta l’agenzia Bloomberg, specificando che i vertici dell’istituto di credito e rappresentanti del governo hanno parlato di una serie di opzioni, da una dichiarazione pubblica di sostegno a una misura di aiuto alla liquidità, fino alla possibile separazione delle attività svizzere per aggregarle a quelle dell’altro gruppo bancario svizzero Ubs. Allo stato, comunque, non risulta che stia stata presa alcuna decisione.  Eppure sempre in giornata il presidente del Credit Suisse, Axel Lehmann, aveva affermato che l'istituto non aveva bisogno di aiuti governativi. "Non è un problema", ha sottolineato in una conferenza per il settore bancario in Arabia Saudita. "Abbiamo rapporti finanziari solidi, un bilancio solido", aveva insistito, assicurando che l'istituto ha già "la medicina" di cui ha bisogno. Quanto al capo della banca nazionale saudita, ha tenuto a precisare: "Attualmente deteniamo il 9,8% della banca. Se superiamo il 10%, entrano in vigore una serie di nuove regole" e "non siamo propensi a entrare in una nuova normativa". Secondo il diritto svizzero la Finma, l'autorità di vigilanza del mercato, deve decidere se l'azionista di una grande banca supera la soglia del 10%. La legge svizzera La legge svizzera sulle banche prevede che "le persone fisiche o giuridiche che detengono in una banca, direttamente o indirettamente, almeno il 10 per cento del capitale o dei diritti di voto" devono dare "la garanzia che la loro influenza non sia suscettibile di essere esercitata a scapito di prudente e sana gestione della banca". Il superamento di questa soglia del 10% nella seconda banca svizzera potrebbe suscitare scalpore nel Paese alpino, dal momento che gli azionisti hanno già visto diluirsi la loro partecipazione durante l'aumento di capitale e continuano a veder crollare il valore del collocamento. Azioni al minimo storico Oggi il titolo, a Mercati ancora aperti, è arrivato a perdere quasi il 25% raggiungendo un nuovo minimo storico a 1,707 franchi svizzeri. Il titolo ha perso oltre l'83% del suo valore dal fallimento della società finanziaria britannica Greensill, che ha segnato l'inizio di una serie di scandali che hanno indebolito la banca. Azionisti in ritirata Alcuni azionisti hanno finito per gettare la spugna, come la società d'investimento americana Harris Associates, da tempo suo maggiore azionista, che ha rivelato la scorsa settimana di aver completamente venduto la sua partecipazione nella banca. Perdite per 7 miliardi All'inizio di febbraio, Credit Suisse ha annunciato una perdita netta di 7,3 miliardi di franchi svizzeri (quasi 7,4 miliardi di euro) per l'anno finanziario 2022 sullo sfondo di massicci prelievi di fondi dai suoi clienti e ha avvertito di aspettarsi ancora una perdita ante imposte "sostanziale" nel 2023. Da allora la banca ha continuato ad accumulare battute d'arresto. Ieri il titolo era già scosso in Borsa quando la banca ha ammesso "sostanziali debolezze" riguardo ai suoi controlli interni per i suoi rendiconti finanziari.  La richiesta di aiuto alla Banca centrale Svizzera Credit Suisse ha invocato un intervento pubblico di sostegno alla Banca centrale svizzera, dopo che le sue azioni in borsa sono arrivate a perdere il 30%. Lo riporta il financial Times, aggiungendo che la seconda banca della Svizzera ha inoltrato una richiesta analoga anche alla Finma, l'autorità di Vigilanza sulla Finanza, e che entrambe stanno ancora valutando il da farsi. Le preoccupazioni della Bce La Bce sta chiedendo alle banche di tutta Europa di comunicare la loro esposizione nei confronti di Credit Suisse, nella bufera in Borsa dopo che il principale azionista, la banca nazionale saudita, ha escluso ulteriore supporto. Lo riferiscono diverse fonti a conferma delle voci circolate sui media. La richiesta riguarda anche gli istituti italiani sotto la vigilanza di Francoforte.

Economia

<p><strong>Credit&nbsp;Suisse</strong> in caduta libera in <strong>Borsa.</strong> Dopo la posizione del <strong>maggior azionista Saudi National Bank</strong>, il titolo è arrivato a <strong>perdere il 30%</strong> recuperando poi terreno verso la chiusura. Dopo <a href="https://www.quotidiano.net/economia/fallimento-silicon-valley-bank-1.8551459">il fallimento di due banche americane</a>, arriva una nuova pesante tegola sui mercati finanziari con le <a href="https://www.quotidiano.net/economia/borsa-piazza-affari-1.8554395">Borse europee in profondo rosso</a>.</p> 
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<h2 class="title-paragraph">Le difficoltà di Credit Suisse</h2> 
<p>I <strong>certificati di assicurazione sull'insolvenza </strong>(credit default swap) di <strong>Credit&nbsp;Suisse</strong> - riporta un'agenzia Ansa - si stanno avvicinando alla <strong>soglia critica dei mille punti</strong>, che indica un <strong>serio pericolo per la continuità aziendale del gruppo</strong>. In particolare i certificati a un anno si sono portati ieri a 835,9 punti base, secondo la piattaforma Cmaq, sui massimi di sempre, e valgono <strong>18 volte gli analoghi titoli derivati della rivale Ubs</strong> e circa 9 volte quelli di Deutsche Bank.</p> 
<h2 class="title-paragraph">Il ruolo della Saudi National Bank</h2> 
<p>Con <a href="https://www.quotidiano.net/economia/fallimento-silicon-valley-bank-1.8551459">il caso Svb (Silicon Valley Bank)&nbsp;</a>ancora caldo e lo sguardo (preoccupato) rivolto alla riunione della Bce che domani dovrà&nbsp;decidere sul nuovo rialzo dei tassi, sul mercato si è&nbsp;abbattuta la 'tegola' <strong>Credit&nbsp;Suisse</strong> con il suo crollo di oltre 20 punti percentuali alla notizia che il principale azionista, la <strong>Saudi National Bank</strong>, ha <strong>escluso</strong> eventuali<strong> interventi in caso fosse necessaria nuova liquidità</strong>. La Borsa di Milano è arrivata a sfiorare il 4% di perdite&nbsp;con le vendite che colpiscono duramente i titoli del comparto bancario. Ma a picco sono andare anche le altre Borse.</p> 
<h2 class="title-paragraph">I sauditi azionisti di maggioranza</h2> 
<p><strong>La Banca nazionale saudita</strong> è&nbsp;diventata il principale azionista del Credit&nbsp;Suisse a novembre, con un aumento di capitale lanciato per finanziare un'importante ristrutturazione della banca. Alla domanda di Bloomberg TV se l'establishment saudita potesse investire di più, il suo <strong>presidente, Ammar al-Khudairy</strong>, ha chiaramente escluso questa opzione. "La risposta e' assolutamente no", ha detto, "per diversi motivi oltre a quelli più&nbsp;semplici, che sono normativi e statutari", ha spiegato.</p> 
<h2 class="title-paragraph">Media: Credit Suisse ha avviato colloqui con le autorità svizzere</h2> 
<p>Il&nbsp;Credit&nbsp;Suisse <strong>ha avviato colloqui </strong>con le autorità svizzere per <strong>stabilizzare la banca.</strong> È quanto riporta l’agenzia<strong> Bloomberg</strong>, specificando che i vertici dell’istituto di credito e rappresentanti del governo hanno parlato di una serie di opzioni, da una dichiarazione pubblica di sostegno a una misura di aiuto alla liquidità, fino alla possibile separazione delle attività svizzere per aggregarle a quelle dell’altro gruppo bancario svizzero Ubs. Allo stato, comunque, non risulta che stia stata presa alcuna decisione.&nbsp;</p> 
<p>Eppure sempre in giornata<strong>&nbsp;il presidente del Credit&nbsp;Suisse, Axel Lehmann</strong>, aveva affermato che<strong> l'istituto non aveva bisogno di aiuti governativi</strong>. "Non è&nbsp;un problema", ha sottolineato in una conferenza per il settore bancario in Arabia Saudita. "Abbiamo rapporti finanziari solidi, un bilancio solido", aveva insistito, assicurando che l'istituto ha già&nbsp;"la medicina" di cui ha bisogno. Quanto al capo della banca nazionale saudita, ha tenuto a precisare: "Attualmente deteniamo il 9,8% della banca. Se superiamo il 10%, entrano in vigore una serie di nuove regole" e "non siamo propensi a entrare in una nuova normativa". Secondo il diritto svizzero la Finma, l'autorità&nbsp;di vigilanza del mercato, deve decidere se l'azionista di una grande banca supera la soglia del 10%.</p> 
<h2 class="title-paragraph">La legge svizzera</h2> 
<p>La <strong>legge svizzera</strong> sulle banche prevede che "le persone fisiche o giuridiche che detengono in una banca, direttamente o indirettamente, <strong>almeno il 10 per cento del capitale o dei diritti di vot</strong>o" devono dare "la garanzia che la loro influenza non sia suscettibile di essere esercitata a scapito di prudente e sana gestione della banca".</p> 
<p>Il superamento di questa soglia del 10% nella seconda banca svizzera potrebbe suscitare scalpore nel<strong> Paese alpino</strong>, dal momento che gli azionisti hanno già&nbsp;visto diluirsi la loro partecipazione durante l'aumento di capitale e continuano a veder crollare il valore del collocamento.</p> 
<h2 class="title-paragraph">Azioni al minimo storico</h2> 
<p>Oggi il titolo, a Mercati ancora aperti, è arrivato a perdere quasi il 25%&nbsp;raggiungendo un nuovo <strong>minimo storico a 1,707 franchi svizzeri</strong>. Il titolo ha perso oltre l'83% del suo valore dal<strong> fallimento della società&nbsp;finanziaria britannica Greensill</strong>, che ha segnato l'inizio di una serie di scandali che hanno indebolito la banca.</p> 
<h2 class="title-paragraph">Azionisti in ritirata</h2> 
<p>Alcuni azionisti hanno finito per gettare la spugna, come <strong>la società&nbsp;d'investimento americana Harris Associates</strong>, da tempo suo maggiore azionista, che ha rivelato la scorsa settimana di aver completamente<strong> venduto la sua partecipazione nella banca</strong>.</p> 
<h2 class="title-paragraph">Perdite per 7 miliardi</h2> 
<p>All'inizio di febbraio, Credit&nbsp;Suisse ha annunciato una <strong>perdita netta di 7,3 miliardi di franchi svizzeri </strong>(quasi <strong>7,4 miliardi di euro</strong>) per l'anno finanziario 2022 sullo sfondo di massicci prelievi di fondi dai suoi clienti e ha avvertito di aspettarsi ancora una perdita ante imposte "sostanziale" nel 2023. Da allora la banca ha continuato ad accumulare battute d'arresto. Ieri il titolo era già&nbsp;scosso in Borsa quando la banca ha ammesso "sostanziali debolezze" riguardo ai suoi controlli interni per i suoi rendiconti finanziari.&nbsp;</p> 
<h2 class="title-paragraph">La richiesta di aiuto alla Banca centrale Svizzera</h2> 
<p><strong>Credit Suisse ha invocato un intervento pubblico</strong> di sostegno alla <strong>Banca centrale svizzera</strong>, dopo che le sue azioni in&nbsp;borsa sono arrivate a perdere il 30%. Lo riporta il<strong> financial Times</strong>, aggiungendo che la seconda banca della Svizzera ha inoltrato una richiesta analoga anche alla Finma, l'autorità di Vigilanza sulla Finanza, e che entrambe stanno ancora valutando il da farsi.</p> 
<h2 class="title-paragraph">Le preoccupazioni della Bce</h2> 
<p>La<strong> Bce sta chiedendo alle banche di tutta Europa</strong> di <strong>comunicare la loro esposizione nei confronti di Credit Suisse</strong>, nella bufera in&nbsp;Borsa dopo che il principale azionista, la banca nazionale saudita, ha escluso ulteriore supporto. Lo riferiscono diverse fonti a conferma delle voci circolate sui media. La richiesta riguarda anche <strong>gli istituti italiani sotto la vigilanza di Francoforte</strong>.&nbsp;</p> 
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