"Cpc Inox la via italiana all’acciaio sostenibile"

"Cpc Inox  la via  italiana  all’acciaio  sostenibile"

"Cpc Inox la via italiana all’acciaio sostenibile"

TRASFORMARE ACCIAIO inossidabile alle porte di Milano. È la storia di successo iniziata quasi cinquant’anni fa – era il 1976 – da Vito Cardinali che dopo aver fatto esperienza da un campione del settore come gli Acciai speciali di Terni, decise di mettersi in proprio con un piccolo capannone di 500 metri quadrati a Cormano, hinterland milanese.

Da quella coraggiosa sfida imprenditoriale è nato uno dei principali produttori in Italia di semilavorati - nastri, barre, lamiere e tubi - in acciaio inossidabile: la Cpc Inox. Oggi l’headquarter dell’azienda, che comprende il nuovo stabilimento produttivo inaugurato nel 1993 e gli uffici commerciali, è situato a Basiano, sempre alle porte del capoluogo lombardo a cui si sono aggiunti negli anni un secondo impianto a Gessate, la sede amministrativa e legale a Milano CityLife e le due filiali commerciali estere in Germania (Cpc Inox Deutschland) e Francia (Cpc Inox France), avviate rispettivamente nel 1998 e 1999.

"Il vecchio capannone di Cormano c’è ancora ma da tempo è stato dato in affitto perché troppo piccolo per quello che siamo diventati", ricorda il Ceo di Cpc Inox Stefano Cardinali (nella foto sopra) al quale il padre Vito ha affidato il timone dell’azienda – pur continuando a metterci un occhio – per dedicarsi alla sua grande passione da marchigiano, la terra, nella tenuta agricola, il Podere Vito Cardinali, che fa capo alla holding di famiglia, la HDM che controlla anche l’azienda di Basiano. "Cpc Inox - spiega sempre Stefano Cardinali - è un’impresa made in Italy che concilia i valori di tradizione e innovazione, esperienza ed evoluzione. Il nostro modello di business si basa innanzitutto sul valore del servizio. Tutti i processi produttivi, gestionali e amministrativi, sono pianificati per fornire un servizio di qualità e valore al cliente. Fin dalla sua fondazione, l’azienda ha sempre condotto un dialogo costante e proattivo con la propria clientela, impegnandosi ogni giorno al fine di garantire un servizio ad hoc in grado di soddisfare esigenze e richieste con soluzioni personalizzate".

In un settore, quello dell’acciaio, dove, vedi l’ex Ilva di Taranto, non è facile competere con i giganti indiani, americani e cinesi, qual è l’arma vincente di Cpc Inox?

"Innanzitutto noi competiamo in un altro mercato, quello della produzione di semilavorati a freddo di acciaio inossidabile acquistando la materia prima e trasformandola in tubi, nastri, bandelle, laminati, che vendiamo a nostra volta alle imprese. I nostri lavorati si trovano, anche se i consumatori non lo sanno, in tantissimi oggetti di uso quotidiano, nelle automobili piuttosto che nell’industria energetica, alimentare e Oil&Gas. E questa diversificazione nella produzione dei semilavorati in acciaio inox è stata da sempre il nostro punto di forza".

Quanto è cresciuta l’azienda?

"Negli ultimi quindici anni siamo passati dalla produzione annua di 25mila tonnellate a 60mila, da una sessantina di dipendenti a 180 e da quei primi 500 metri quadrati di Cormano oggi gli impianti produttivi sono cresciuti di cento volte a 52mila metri quadri coperti".

E i ricavi?

"Proprio grazie alla qualità del servizio che offriamo ai clienti e alla diversificazione produttiva, per cui stiamo pensando di completare la gamma di prodotti con l’acquisizione di un’azienda per la quale sono in corso trattative che dovrebbero concludersi entro fine anno, siamo andati bene anche durante il periodo della pandemia e nel 2022 il fatturato è arrivato a 266 milioni, con un più 30% e poco più della metà realizzato all’estero La crescita è proseguita quindi anche in un anno caratterizzato dall’aumento dei costi delle materie prime che oggi stanno rientrando. Quindi guardiamo con fiducia anche al 2023 sebbene si stia notando un rallentamento della domanda segnale di una minore vivacità dell’economia".

Quanto è importante, oltre all’innovazione, investire nella sostenibilità?

"Il valore della sostenibilità circolare, che coinvolge naturalmente sia l’ambito ambientale che sociale, è fortemente presente nel Dna di Cpc Inox. La nostra società ha sempre investito in un modello di business che valorizzasse il rispetto per le persone, l’etica e la sostenibilità ambientale".

In particolare come può essere ecosostenibile un’acciaieria?

"Premesso che noi lavoriamo i laminati a freddo, e quindi siamo molto meno energivori e non produciamo emissioni di gas inquinanti rispetto alle acciaierie che producono la materia prima con i forni fusori, da sempre siamo attenti al risparmio energetico. In particolare siamo stati la prima azienda nella provincia di Milano ad affidarci l’anno scorso a Enel X per ridurre i consumi e incrementare la circular economy".

Con quale progetto?

"Enel X, dopo aver misurato le emissioni di Cpc Inox, ci ha proposto alcune soluzioni per diminuire i consumi dell’azienda e guidarla verso un futuro più green. La più significativa è stata la realizzazione di un impianto fotovoltaico da oltre 600 kW per l’impianto di Basiano. Con un autoconsumo quasi dell’80% possiamo ridurre di oltre il 40% i consumi energetici dello stabilimento e le emissioni in atmosfera di 335 tonnellate di Co2 all’anno. Progetto, per un investimento complessivo di oltre 2,5 milioni di euro, replicato anche per il sito di Gessate per arrivare complessivamente ad autoprodurre 2,3 megawatt".

Qual è il valore aggiunto della sostenibilità?

"Negli anni ci siamo sempre contraddistinti sul mercato come azienda solida, trasparente e innovativa. Siamo certi che l’impegno verso l’ambiente e per i valori ESG sia un tema imprescindibile oggi nei piani aziendali di piccole, medie e grandi imprese per cui stiamo pensando a un totale cambio di paradigma della governance nell’ottica di diventare anche una Società Benefit".

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