Mercoledì 24 Aprile 2024

Covip: nel 2021 il rendimento dei fondi pensione meglio del Tfr

"Donne, giovani, lavoratori delle aree meridionali continuano ad essere in modo preoccupante più assenti dal settore della previdenza complementare; proprio quelle figure per le quali è più urgente il bisogno anche di costruzione di un futuro previdenziale", ha sottolineato il presidente della Covip, Mario Padula.

Mario Padula, Presidente della Covip

Mario Padula, Presidente della Covip

ROMA - Aumentano gli iscritti ai fondi pensione, che anche nel 2021 “battono" il rendimento del Tfr, rivalutato del 3,6%. Ma l'adesione va ulteriormente allargata. Nella platea della previdenza complementare sono infatti presenti prevalentemente uomini, di età matura, residenti al Nord: più assenti, invece, le donne e i giovani, proprio le figure più fragili nel mercato del lavoro. A scattare la fotografia è la relazione annuale della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, sull'attività svolta nel 2021.

Il totale degli iscritti alla fine dell'anno scorso è di 8,8 milioni, in crescita del 3,9% rispetto all'anno precedente. Le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari salgono a 213,3 miliardi di euro (+7,8% annuo): un ammontare pari al 12% del Pil. I contributi incassati nell'anno sono circa 17,6 miliardi di euro, che tornano a crescere sui livelli pre-pandemia.

I contributi per singolo iscritto ammontano mediamente a 2.790 euro nell'arco dell'anno. Ma c'è anche chi non versa: il 27,2% del totale degli iscritti (circa 2,4 milioni) non ha effettuato contribuzioni nel 2021. Oltre un milione di individui non versa contributi da almeno cinque anni.

Comunque anche nel 2021 i rendimenti dei fondi pensione risultano superiori alla rivalutazione del Tfr. La Covip certifica che, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i fondi negoziali e i fondi aperti hanno avuto in media un rendimento pari, rispettivamente, al 4,9% e al 6,4%. Nello stesso periodo, il Tfr si è rivalutato, al netto delle tasse, del 3,6%. Nella fotografia degli iscritti si conferma la prevalenza di uomini (il 61,8%) e delle classi intermedie e più prossime all'età di pensionamento: il 50,3% ha tra i 35 e 54 anni, il 31,9% ha almeno 55 anni.

"Donne, giovani, lavoratori delle aree meridionali continuano ad essere in modo preoccupante più assenti dal settore della previdenza complementare; proprio quelle figure per le quali è più urgente il bisogno anche di costruzione di un futuro previdenziale", ha sottolineato il presidente della Covip, Mario Padula. Tra le leve che si possono azionare c'è il meccanismo di adesione per silenzio-assenso, oltre a proseguire con incentivi mirati.

Sul tema della partecipazione si è soffermato anche il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando: "È chiaro che in un mercato del lavoro nel quale si moltiplicano le occupazioni precarie, i working poor, risulta esserci poco spazio per un coinvolgimento dei lavoratori che già a stento riescono a versare i contributi alla previdenza pubblica". Anche da questo punto di vista la questione salariale - ha rimarcato - si pone con forza per un sistema della previdenza complementare che non si rivolga solo a chi ha più possibilità". 

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