Italia spaccata in due dal Covid. I giovani? Guadagnano anche il 60% in meno degli adulti

"La pandemia ha acuito le fratture sociali, un abisso tra Nord e Sud", la denuncia di Treu (Cnel)

Un’operaia del settore metalmeccanico al lavoro: nonostante la pandemia prevale la fiducia

Un’operaia del settore metalmeccanico al lavoro: nonostante la pandemia prevale la fiducia

La pandemia da Covid ha allargato le disuguaglianze nel redddito creando una frattura sociale. La denuncia arriva da Tiziano Treu, presidente del Cnel, intervenendo in audizione in Commissione Lavoro alla Camera sulle nuove disuguaglianze prodotte dalla pandemia da Covid-19 nel mondo del lavoro. Treu ha sottolineato che "molte di queste diseguaglianze hanno radici profonde nel tessuto sociale e risalgono al passato mettendo in evidenza deficienze storiche della nostra società". La pandemia e la globalizzazione sempre più spinta ha messo a nudo tutte la difficoltà di un Paese sempre più spaccato in due.

  • Reddito: Il divario nelle retribuzioni dei giovani ha raggiunto il 50-60% di quella degli adulti mentre la differenza retributiva per le donne oraria è al 10-12% in meno che su base annua raggiunge il 40%.  
  • Povertà: quella assoluta familiare è cresciuta al 7.7% quella individuale al 9.4% mentre quella relativa è cresciuta al 10-11% (individuale al 13-14%).
  • Disoccupazione: trai giovani durante la pandemia ha raggiunto il 33% (scesa poi al 26,8% a dicembre 2021) mentre quella delle donne è al 12,8% - ha aggiunto - l`indice di Gini sulle diseguaglianze è cresciuto di 4 punti al 31,8 (tra i peggiori in EU) per poi calare, è oggi a 30,2 restando comunque alto.
  • Lavoro: il lavoro part-time è cresciuto al 20.3% (in prevalenza donne, alta percentuale di part time involontario). Secondo gli ultimi dati Inapp il 35% delle nuove assunzioni è part-time tanto che i lavoratori a termine sono cresciuti fino a 3.077.000 (dic. 2021).
  • Nord-Sud: è cresciuto ulteriormente il divario Nord-Sud su tutti gli indicatori (redditi, scolarità, salute, PIL, qualità della vita) e sono aumentati i divari fra settori lavorativi: a differenza di altre crisi sono più colpiti i settori ad alta intensità di relazioni personali (turismo, alberghi, ristorazione, servizi, in particolare di cura)".  
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