Covid, smartworking, crollo turismo: bar e ristoranti in crisi. "20% a rischio chiusura"

L'analisi di Fiepet e Confesercenti: smartworking e crollo del turismo portano a un calo di metà del fatturato per un'impresa su tre

Crisi per bar e ristoranti nell'era del Covid-19 (foto archivio)

Crisi per bar e ristoranti nell'era del Covid-19 (foto archivio)

Roma, 4 luglio 2020 - Il crollo nelle presenze dei lavoratori e dei turisti spalanca le porte alla crisi di bar e ristoranti, in particolare nei luoghi di villeggiatura e nelle città ad alta intensità di uffici. Sono dati allarmanti quelli che emergono da un sondaggio che ha per campione circa 300 imprese associate Fiepet, la federazione italiana dei pubblici esercizi aderente a Confesercenti. Due statistiche finiscono sulla copertina di questa analisi. Un'impresa su tre registra un calo di oltre la metà del fatturato, e il 21,8% (più di 2 attività su dieci) temono la chiusura. Se la situazione dovesse continuare, l'87,5% degli intervistati valuterà di ridurre i dipendenti definitivamente.

Le città italiane hanno subito un vero e proprio crollo di presenze di turisti dall'estero: oltre ai circa 11 milioni di turisti stranieri che mancheranno all'appello, almeno 1,6 milioni di dipendenti pubblici continuano a lavorare in smartworking. A Roma i lavoratori 'agili' sono quasi mezzo milione, a Milano circa 269mila. Se la situazione non dovesse stabilizzarsi al più presto, il 62,1% delle imprese (bar e ristoranti) teme di dover rinunciare all'attività.

"La situazione è critica: le attività non possono durare a lungo in questo stato", commenta Giancarlo Banchieri, Presidente di Fiepet Confesercenti. "E' urgente trovare delle soluzioni. In primo luogo, dobbiamo rinforzare e prolungare le misure di sostegno per le imprese e per i lavoratori: il periodo di cassaintegrazione sta per finire, e se la fase critica continuerà molti imprenditori saranno costretti a ridurre il numero dei dipendenti".

Banchieri lancia la proposta per il sostegno di questo settore così in difficoltà: "La nostra proposta è di estendere anche alle attività di somministrazione gli sgravi contributivi già previsti per il turismo agli imprenditori che riassumono i dipendenti in cassa integrazione. Così si sostiene chi riapre e lo Stato avrà meno persone in cassaintegrazione. La fase del sostegno, però, non può durare per sempre: bisogna dare un orizzonte alle imprese e programmare la transizione. Se per i flussi turistici il futuro è incerto, è invece possibile ed opportuno definire in maniera chiara tempi e modi dello smartworking, nel rispetto delle normative di sicurezza".

Calo prenotazioni camere online

Ad oggi sono 4 su 10 le camere delle strutture ricettive prenotate online dai turisti italiani e stranieri. Venezia un po' più in affanno con il 68% di camere ancora disponibili mentre Rimini si sta riprendendo con la metà delle notti già prenotate. E' quanto emerge dall'ultimo bollettino dell'Enit sull'andamento del turismo. Resistono le grandi città d'arte con una quota di mancate prenotazioni del 26% a Firenze, 38% a Roma, 39% a Milano, 47% a Napoli. Ma sono ancora penalizzate dalla forte dipendenza dal turismo internazionale che per tutto il 2020 si prevede per Firenze a -63,9% di arrivi internazionali, Napoli a -61,5%, Venezia a -60,7%, Roma a -60,5% - comparabili con quelli di Nizza-Cannes (-61,8%), Barcellona (-59,2%) e Parigi (-57,9%). 

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