Roma, 26 settembre 2024 – Quello della ‘fuga di cervelli’, in inglese ‘human capital flight’, è un fenomeno sempre più allarmante in Italia. A confermarlo sono gli studi pubblicati dalla Fondazione Nord Est che dimostrano quanto il nostro paese e i giovani italiani, tra i 18 e 34 anni, siano preda della caccia globale dei talenti. Basti pensare che, tra il 2011 e il 2023, il valore del capitale umano emigrato dal nostro paese si stima sia stato intorno ai 134 miliardi. E, solo nell’ultimo biennio, la media è di 8,4 miliardi l’anno. Numeri importanti che provano quanto l’Italia non sia in grado valorizzare, e far sentire valorizzate, le nuove generazioni; al contrario, evidentemente, dei paesi che ospitano i giovani talenti italiani in cerca di opportunità lavorative.
I laureati emigrati superano il 40%
Tra i risultati emersi dallo studio, a suscitare maggiore preoccupazione è l’aumento significativo dell’emigrazione dei laureati. Negli anni precedenti, in particolare nel periodo compreso tra il 2011 e il 2017, a cercare fortuna all’estero erano per la maggior parte giovani sprovvisti del titolo di studio terziario. Oggi, invece, le percentuali sono quasi sullo stesso livello.
Nello specifico, al 2011, la percentuale di giovani laureati emigrati era del 17,4%; al 2017, era cresciuta arrivando al 29,8% e, negli anni successivi, aveva superato la soglia del 30%, sino ad arrivare al record negativo del 43,1% del 2022. A questo punto, si attendono con ancor più preoccupazione i dati relativi al 2023.
Le zone più ‘colpite’
Prendendo in analisi i territori, la regione con più giovani laureati emigrati è il Friuli-Venezia Giulia, che, allo stesso tempo, è quella che ha fatto registrare un aumento più significativo nel 2022. Secondo i dati forniti dall’ISTAT, infatti, la media annuale tra il 2011 e il 2021 era del 32,2%; mentre, nel 2022 ha raggiunto il 51,2%, con un incremento del 19,3%. Degni di attenzione anche gli aumenti nel 2022 di Veneto e delle Marche, rispettivamente +16% e +15%. A seguire la Lombardia (+14,4%) e l’Emilia-Romagna (+14%).
Non è un caso, dunque, se nelle regioni citate la quota dei giovani talenti emigrati si attesti intorno al 50%. In Lombardia questa soglia viene addirittura superata, facendo registrare l'emigrazione del 50,7% dei giovani laureati. Seguono l’Emilia-Romagna con il 49,3% e il Veneto con il 49,2%. Al sud, invece, le percentuali sono molto inferiori: in Abruzzo, Campania, Puglia e Molise le percentuali nel 2022 si aggirano tra il 39% e il 36%, mentre chiudono la classifica la Calabria, con il 28,5% e la Sicilia con il 27,5%.