Giovedì 18 Aprile 2024

Così il turismo può salvarci dalla recessione

Bruno

Villois

E l’Italia va, nonostante il circuito industriale rallenti, mentre quello dei servizi accelera per merito di una presenza di turisti stranieri, che neanche i più ottimisti potevano immaginare di questa importanza. Basterà il turismo a mantenere il nostro Pil con il segno più? Sul fronte dell’industria, la produzione è al quarto calo consecutivo, ma chiude il 1° trimestre solo di poco negativa, grazie alla buona eredità di dicembre.

Lo scenario è però in peggioramento, facendo scorgere una concreta contrazione. Perché il turismo sia sufficiente, bisogna innanzitutto che il calo del manifatturiero non superi il 1%. Basandosi sulle prenotazioni, la stagione estiva dovrebbe superare il record 2019, tra il 5 e il 10%, e la lievitazione dei prezzi dovrebbe ulteriormente accrescere il fatturato e di riflesso le entrate tributarie di un altro 10%. Se così fosse, l’Italia uscirebbe indenne dal rischio recessione, avviandosi ad un 2024 di buona qualità, grazie alla ripresa mondiale dell’industria e alle ricadute della messa a terra del PNRR.

A ridimensionare l’ottimismo ci pensa l’inflazione e soprattutto il carrello della spesa dei generi alimentari e di prima necessità, con una dinamica dei prezzi al consumo che continua a salire incorporando i passati rincari energetici. Non a caso da maggio, il giudizio delle famiglie sulla propria situazione economica è peggiorato, così come quello delle imprese, a causa del rallentamento degli ordini, in constante ridimensionamento. A concorrere per riuscire a mantenere il Pil con il ’più’ davanti è necessario procedere rapidamente nella messa a terra delle risorse del PNRR e attuare le riforme richieste dall’Europa, a cominciare da quella fiscale, rispettando però la gradualità della progressione della pressione.

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