
Roma, 23 settembre 2023 – Quando si cercano delle soluzioni di investimento e ci si rivolge ad una banca, questa può offrire anche i cosiddetti certificates. Si tratta di una soluzione che può interessare capitali di diverse dimensioni, siano essi piccoli, medi o grandi, che si sostanzia nell’investimento in titoli strutturati e quotati sui mercati finanziari che perseguono obiettivi che possono variare a seconda della tipologia di titolo.
Certificates, cosa sono
Da un punto di vista strettamente tecnico, i certificates sono dei derivati cartolarizzati, ovvero degli strumenti finanziari che hanno un andamento basato su una data sottostante. Quest’ultima può essere un’azione, piuttosto che un indice o un paniere di strumenti finanziari. Ad emettere i certificates, come detto, sono le banche, con gli strumenti che vengono quotati e scambiati all’interno dei mercati finanziari.
Tipologie di certificates
Provare a spiegare il funzionamento e le caratteristiche generiche dei certificates non è un’operazione molto semplice in quanto all’interno di questa dicitura può ricadere una vasta gamma di strumenti finanziari. Tra le tipologie di certificates più diffusi troviamo:
- quelli a capitale garantito, o protetto, che prevedono che alla scadenza dell’investimento venga garantito un ritorno minimo all’investitore. Tale ammontare è stabilito in sede di contrattazione, ma potrebbe anche venire meno in caso di fallimento del soggetto emittente, ovvero la banca; - a capitale parzialmente protetto, con il rimborso a scadenza che avviene solo nel caso in cui non si verifichi una data condizione definita come evento barriera. Se, invece, tale fattispecie dovesse configurarsi, l’investitore potrebbe avere un rimborso inferiore rispetto al capitale investito; - a capitale scoperto, con l’investitore che non ha nessuna forma di garanzia e il rimborso che deriva dal valore della sottostante; - a leva, con i derivati che sono una replica a leva del valore della sottostante, sia che questa abbia segno positivo o negativo. L’utilizzo tipico di questa tipologie di certificates è nelle attività speculative o nel trading di breve termine.
Rischi e benefici dei certificates
Dai discorsi fin qui affrontati appare evidente che investire nei certificates possa comportare dei profondi rischi che, tuttavia, una volta assunti potrebbero portare a ritorni interessanti dell’investimento effettuato. Il rischio principale di questa soluzione di investimento è rappresentato dal fatto che, anche in presenza di certificates garantiti, in toto o parzialmente, si ha un’insolvenza in caso di fallimento dell'istituto emittente. È bene dunque accettare questa modalità di investimento solo in presenza di un emittente solido e sicuro, avendo però la consapevolezza che non potrà mai esserci un emittente del tutto esente dalla possibilità di fallimento. Questi alti rischi, tuttavia, possono portare in presenza di condizioni favorevoli a rendimenti di elevato importo, proprio nella logica che ad un alto ritorno corrisponde sempre una rischiosità maggiore. Per poter sfruttare al meglio questi benefici, è necessario utilizzare i certificates muovendosi in maniera consapevole e con una strategia di investimento chiara. L’investitore deve dunque avere degli obiettivi chiari da perseguire e, di norma, alternare ad investimenti rischiosi come questo anche altre forme contraddistinte da una maggiore sicurezza. Fondamentale è, infine, anche l’esperienza e le capacità acquisite dall’investitore nel campo dei mercati e degli strumenti finanziari.
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